L'intelligenza artificiale sta rivoluzionando numerosi settori e istituzioni. Tra questi c’è anche l'Inps (Istituto nazionale della previdenza sociale). L'applicazione dell'IA all'interno dell'INPS ha il potenziale per apportare significativi miglioramenti nell'erogazione dei servizi previdenziali e assistenziali, semplificando processi complessi e fornendo soluzioni innovative.
“Si tratta senza dubbio di potenzialità enormi – spiega Raffaele Migliorini, coordinatore generale medico legale Inps, intervistato da Quotidiano sanità nel corso dell’evento “Gli scenari gestionali e assicurativi nella sanità italiana”, andato in scena l’8 e il 9 giugno presso le aule dell’Università Sapienza di Roma –. Basta pensare che l’istituto gestisce milioni e milioni di dati e per quelle che sono le declinazioni nell’ambito medico-legale troveranno certamente delle applicazioni”. Applicazioni che “si stanno già trovando”, in particolare “per quanto riguarda lo studio di alcune entità nosologiche”, proprio in relazione “a quella che è l’incidenza di alcuni problemi invalidanti o, addirittura, della malattia. Penso che ci siano davvero delle potenzialità enormi”.
Ma di fronte a nuove tecnologie che impattano così profondamente il lavoro, quanto è importante la formazione dei professionisti? “I professionisti di solito sono un po’ restii nei confronti della formazione informatica – spiega Antonio Sapone, vicepresidente Commissione medica superiore INPS –. Ma l’informatica è alla base di tutto. L’INPS è ormai tutto digitalizzato: le domande entrano digitalizzate, i nostri verbali vengono emanati in forma digitale e trasmessi attraverso la Posta elettronica certificata a tutti i cittadini che la posseggono. Formare i medici e i professionisti in questo ambito è fondamentale perché la tecnologia va avanti e noi dobbiamo stare al passo con i suoi tempi”, conclude Sapone.