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Università. Federspecializzandi: “Serve programmazione, dall’accesso a medicina elle scuole di specializzazione”


"Mai come oggi considerando anche i fondi messi in campo dal Pnrr, occorre definire con trasparenza quale forma dovrà assumere la Sanità dei prossimi decenni e tematiche come l’aggiornamento delle competenze e dei core curricula, il task shifting, il ruolo sempre maggiore che le cure primarie ed intermedie stanno acquisendo. Queste tematiche devono essere considerate una priorità strategica nazionale", così il presidente nazionale Michele Nicoletti.

22 MAG -

"Lo scorso 12 gennaio veniva annunciata la fondazione di un gruppo di lavoro per l’accesso programmato a Medicina. Dalle ultime dichiarazioni dei Ministri Bernini e Schillaci, sembra che il risultato del lavoro di questa commissione, preveda un aumento dei posti a disposizione nelle facoltà di Medicina di circa 30.000 unità ripartite da qui al 2030. Questo numero non rappresenta la capacità formativa massima, ma un surplus rispetto alla numerosità consolidata negli ultimi anni, per contrastare il fenomeno della carenza di personale Medico".

A ricordarlo è Michele Nicoletti, presidente nazionale di Federspecializzandi.

FederSpecializzandi, pur accogliendo favorevolmente il fatto che non venga eliminato il numero chiuso tout court, esprime la propria preoccupazione ipotizzando l'applicazione delle conclusioni di questa analisi in assenza di ulteriori e contestuali interventi. "Rileviamo infatti Atenei per lo più sprovvisti di spazi, strutture, docenti e strumenti per accogliere il doppio degli Studenti rispetto allo standard formativo consolidato fino a poco fa. Laddove il Ministero confermi di voler proseguire su questa linea risulterà necessario un ingente finanziamento per non ridurre ulteriormente la qualità formativa del percorso ad oggi complessivamente erogato", prosegue la nota.

Inoltre, da tempi immemori, FederSpecializzandi chiede una reale programmazione nell’accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia, basato sulla previsione dei fabbisogni di salute della popolazione e quindi sulla reale necessità di Medici, lasciando da parte qualsiasi altro tipo di logica, anche quella emergenziale. "Va tenuto inoltre presente che il risultato di un aumento del numero degli iscrivibili a Medicina e Chirurgia risulterà tangibile

tra non meno di dieci anni. Senza una reale analisi dei fabbisogni, delle necessità sul lungo periodo, dei pensionamenti previsti, e dell’organizzazione che avrà il nostro Ssn si corre il rischio di una nuova pletora medica così come quello di perpetuare l’attuale carenza".

"D’altronde, l’emergenza che viviamo oggi è proprio dettata dalle scelte errate del decennio precedente, fatte senza lungimiranza e programmazione, nell’ottica della riduzione della spesa. Mai come oggi, però, considerando anche i fondi messi in campo dal Pnrr, occorre definire con trasparenza quale forma dovrà assumere la Sanità dei prossimi decenni e tematiche come l’aggiornamento delle competenze e dei core curricula, il task shifting, il ruolo sempre maggiore che le cure primarie ed intermedie stanno acquisendo. Queste tematiche devono essere considerate una priorità strategica nazionale e al centro del dibattito, prima ancora del numero di Medici in sé.

Sottolineiamo, infatti, che il Paese non necessita di risorse umane di area sanitaria ma di Professionisti, medici e personale del comparto, con un elevato livello di formazione in modo tale da poter rispondere con flessibilità alle complesse sfide che attendono il nostro Paese nel prossimo futuro. FederSpecializzandi auspica dunque che il Governo possa rispondere alle indicazioni fornite, in primis, anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e che vi possa essere un nuovo reale confronto tra tutti i portatori di interesse", conclude Nicoletti.



22 maggio 2023
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