Diritto all’incremento del salario accessorio negato ai lavoratori dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). I sindacati indicono lo stato di agitazione e preparano la mobilitazione.
“Nonostante le rassicurazioni del direttore generale e del presidente della delegazione trattante di Agenas, ancora non c’è traccia dell’incremento dei fondi contrattuali previsti dal Ccnl e dal contratto integrativo firmato da un anno e mezzo – scrivono in una nota all’agenzia i responsabili sindacali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio, Paolo Terrasi, Sandro De Paolis e Angelo Angritti – questo rappresenta una lesione di un diritto e una penalizzazione economica inaccettabile per gli operatori. Ma anche un pessimo segnale rispetto all’investimento necessario nel capitale umano di un ente che deve supportare e coordinare i servizi sanitari regionali in una fase molto delicata per la sanità.
Pretendiamo che si proceda immediatamente a integrare i fondi per sostenere la produttività dei lavoratori – prosegue la nota – tanto più che le risorse previste dalle norme e dai contratti sono quelle corrispondenti ai risparmi di gestione e a forme di finanziamento dell’ente legate ai risultati. Negare gli aumenti del salario accessorio, significa privare i lavoratori di una fetta di retribuzione guadagnata migliorando, con impegno e competenza, la performance dell’ente. Non possiamo tollerare che, come sembra accadere con il collegio dei revisori di Agenas, un organo interno blocchi il corretto riconoscimento retributivo alle stesse persone da cui è dipeso l’aumento della produttività del lavoro e dell’agenzia.
Per questo proclamiamo lo stato di agitazione di tutto il personale non dirigente di Agenas e siamo pronti a mettere in atto tutte le forme di mobilitazione necessarie, valutando anche il ricorso alle vie legali – concludono Terrasi, De Paolis e Angritti – non permetteremo che il prezzo di un assurdo conflitto tra gli organi statutari dell’agenzia sia pagato con il salario di risultato dei lavoratori”.