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Aggressioni ai sanitari. Magliozzi (Cisl Medici): “Solidarietà non basta più. Strumenti adeguati per dissuadere e arginare la violenza”


Il sindacato: “La frequenza che ormai contraddistingue questi gesti scellerati lascia attoniti. Sono atti che vanno a colpire – come troppo spesso si è già verificato nel corso di questi ultimi anni – la figura di un Medico impegnato nell’adempimento del proprio dovere, colpendo per questo motivo la stessa collettività”

13 GEN -

“Un nuovo, subdolo attacco alla Sanità. È quello che negli scorsi giorni si è vigliaccamente insinuato proprio nel cuore del sistema sanitario e lo ha fatto aggredendo quei medici e quegli infermieri che ogni giorno svolgono la propria professione e prestano le cure alla comunità”. Lo sottolinea la Cisl Medici in una nota.

“È accaduto a Roma pochi giorni fa all’ospedale Sant’Andrea – prosegue -, quando la notizia del decesso di un degente ha scatenato la rabbia incontrollata di un suo parente. È accaduto ancora più recentemente a Udine, dove una specializzanda in chirurgia, dopo la violenta aggressione di cui porta i vistosi segni sul collo, si chiede se ha ancora un senso continuare a esercitare questa professione”.

“Si tratta solo degli ultimi due casi in ordine temporale – segnala -, gli ultimi di una lista tristemente lunga e in continuo aumento che annovera al suo attivo aggressioni fisiche e verbali, insulti e minacce, violenze. I dati statistici sono inquietanti, soprattutto se si pensa che si tratta della punta di un iceberg che coinvolge tutto un sommerso non denunciato”.

“La frequenza che ormai contraddistingue questi gesti scellerati lascia attoniti” dichiara Benedetto Magliozzi, segretario generale nazionale CISL Medici, condannando, nel commentare l’accaduto, “atti che vanno a colpire – come troppo spesso si è già verificato nel corso di questi ultimi anni – la figura di un Medico impegnato nell’adempimento del proprio dovere, colpendo per questo motivo la stessa collettività”.

La solidarietà a chi subisce questi abusi non basta più: si rendono necessari strumenti per arginare la violenza.

In giorni in cui si parla di militarizzare i luoghi di cura, Magliozzi torna a chiedere strutture adeguate e dotate di requisiti tali da dissuadere e frenare le violenze nel pronto soccorso, territorio prediletto da questi raptus di violenza, ma anche nelle trincee dei reparti: “Un posto di Polizia fisso negli ospedali potrebbe rappresentare una tutela per gli operatori e un deterrente per gli aggressori.

E poi l’obbligo per il datore di lavoro di costituirsi parte civile dinnanzi a questi reati: così i sanitari vittime delle violenze si vedrebbero sollevati dal pagamento degli oneri delle spese legali per far valere i loro diritti e, in questo modo, si sentirebbero sostenuti concretamente”.

“Uno strumento importante è costituito dall’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie” conclude Magliozzi “istituito proprio per sensibilizzare i cittadini sul ruolo svolto dai professionisti sanitari che, quando prestano servizio, hanno il diritto, oltre che il dovere, di concentrarsi sul compiere al meglio il proprio mestiere e non certo sul rischio che potrebbero correre per essere considerati il capro espiatorio di una notizia nefasta o di un’eccessiva attesa”.



13 gennaio 2023
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