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Cure primarie. Ecco l’Assistenza continua h 24 secondo la Cgil


Centri Socio Sanitari aperti 24 ore, 7giorni su 7. Ruolo unico del Mmg, che diventa “Medico di fiducia delle Cure Primarie”, e abolizione della Guardia medica. Obbligo e non facoltà all’associazionismo. È questa la ricetta del sindacato per rivoluzionare l’assistenza territoriale.

20 SET - Creazione di Centri Socio Sanitari aperti 24 ore, con assistenza medica ed infermieristica e con capacità di offrire anche un primo soccorso per codici bianchi e verdi. Attuazione immediata dei Centri da completare al massimo entro il nuovo Patto per la Salute 2013-2015. Restyling delle norme sulla medicina generale, abolendo la guardia medica per creare un ruolo unico, quello del “Medico delle cure primarie”. Obbligo e non la facoltà, all’associazionismo dei Mmg e dei Pediatri di libera scelta e obbligo di presenza a turno nei “Centri h24”. Massimale di mille pazienti per medico. Divieto di appaltare l’assistenza h 24 agli studi dei medici convenzionati.
È questa la ricetta della Cgil per l’assistenza continua h 24 nel distretto socio sanitario presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa nella sede del sindacato confederale.
Un lungo elenco di contro-proposte al Decreto Balduzzi che il sindacato ha definito un “clamoroso bluff “ in quanto “nonostante il clamore mediatico” non contiene “nessuna innovazione” in quanto, per il sindacato, “si limita a ribadire norme già esistenti e, dove cambia, addirittura prefigura un ‘disimpegno’ del servizio pubblico nelle cure primarie".
“Ci sembra che questo Decreto anziché portare a un rafforzamento dell’assistenza - ha spiegato Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil - la appalti  ai medici di medicina generale. L’h 24 è una delle chiavi di volta per riorganizzare davvero il Ssn e realizzare realmente una vera spending review nella quale crediamo, perché ci sono margini per lavorare sugli  sprechi e recuperare efficienza”.
 
Le indicazioni della Cgil si muovono sul solco tracciato dalle esperienze già attuate in molte regioni italiane, come l’Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Umbria, Veneto e partono da un presupposto: la questione delle cure primarie, in quanto materia concorrente va risolta con un’Intesa Stato Regioni, quindi deve essere affrontata nell’ambito del nuovo patto per la Salute.
Non solo, per il sindacato bisogna guardare alle norme esistenti (D.lgs 502 e Accordo collettivo nazionale) che permettono già l’organizzazione dell’assistenza territoriale “h 24”. Ed anche chiarire, una volta per tutte, che spetta alla programmazione nazionale e regionale definire cosa deve essere garantito ai cittadini nell’ambito dei Lea (in questo caso di quelli Distrettuali), e non all’Acn che rimane uno “strumento attuativo”.
“Questa è una scelta molto forte – ha detto Stefano Cecconi responsabile Politiche della salute della Cgil - che implica un’operazione che va in una direzione contraria a quella immaginata dal decreto e si muove nella logica del budget e dell’appalto. Ci sono diritti che non posso essere lasciati ainteressi corporativi”. La riorganizzazione del territorio non potrà essere risolta solo  con il Decreto, ha aggiunto Cecconi “perché questa è materia concorrente e perciò deve essere discussa in sede di confronto Stato Regioni attraverso un’Intesa e quindi affrontata tra le priorità del Patto della salute”.
 
Ma vediamo in sintesi quali sono alcuni degli ingredienti della ricetta proposta dal sindacato per far funzionare le cure primarie.
 
Ruolo unico per i medici del territorio. Le proposte più radicali riguardano la figura dei professionisti del territorio (Mmg, pediatri di libera scelta, guardia medica). I Mmg devono operare a turno nei Centri e durante il giorno nei loro studi. Per loro e per i Pls, secondo la Cgil, dovrà esserci l’obbligo e non la facoltà, all’associazionismo, come invece previsto nel Decreto Balduzzi. Soprattutto deve essere istituito il ruolo unico del Mmg che diventa il “Medico di fiducia delle Cure Primarie”, abolendo quindi la Guardia Medica, così che la “medicina di continuità” possa rientrare tra i compiti del Mmg. Anche i massimali vanno rimodulati con un tetto di mille pazienti a medico.

“La riorganizzazione delle cure primarie – si legge nella proposta delle Cgil - dovrà soprattutto  prevedere il superamento della distinzione delle tre figure di medici: di Medicina Generale, della continuità assistenziale-Guardie mediche, della medicina dei servizi, e creare invece la figura unica del medico di fiducia per le Cure Primarie strettamente legato al suo territorio di competenza, che svolge tutte le attività della medicina generale sopra specificati”.

Ovviamente, sottolinea la Cgil, vanno salvaguardati i diritti acquisiti dagli attuali medici di MG, “con la possibilità di svolgere attività territoriali che compensino la riduzione del reddito dovuta all’eventuale riduzione di assistiti, ma i medici della continuità assistenziale (guardie mediche) e in modo progressivo d’ora in avanti tutti nuovi medici che accedono alla convenzione di medicina generale dovranno essere valorizzati sia nel rapporto con gli assistiti, sia nella continuità delle cure, sia nel sistema di assistenza territoriale h 24”.
 
 
Centri Socio Sanitari. Come crearli? Per la Cgil basta utilizzare i piccoli ospedali da riconvertire, le sedi distrettuali e le Case della Salute (con le quali a volte coincidono), i poliambulatori. Il tutto a costi relativamente contenuti in quanto “si tratta di riconvertire, e usare bene, anche le strutture esistenti”. In altri casi, dove non c’è nulla di utilizzabile, sarà necessario una nuova sede.
Comunque i Centri: devono essere aperti h 24, sette giorni su sette, con assistenza specialistica durante il giorno e diagnostica di base; Mmg e Pls devono assicurare a rotazione la presenza h 24 (oltre alla presenza nel loro studio durante il giorno (ore 8-20) e alle prestazioni anche domiciliari); devono essere coinvolti tutti i professionisti delle cure primarie (Mmg, Pls, specialisti ambulatoriali, infermieri, ostetriche, psicologi, figure amministrative, ecc.) garantendo l’integrazione, anche funzionale, con gli operatori del servizio sociale professionale degli Enti Locali. E ancora, deve essere dotato di ambulatori a gestione infermieristica per assistere pazienti con patologie croniche, avere (o essere collegato) a un consultorio familiare, al centro di salute mentale, ai SerT, all’Adi. Deve infine avere una postazioni della rete di emergenza sanitaria 118 per rispondere alle emergenze.

20 settembre 2012
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