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Emergenza urgenza. Medici e infermieri del Ps e 118 in piazza a Roma il 17 novembre


“Salvare il pronto soccorso per salvare un Ssn universalistico, equo e sostenibile” questo l’appello che i professionisti dell’emergenza urgenza della Simeu accompagnati dai cittadini-pazienti rivolgono al nuovo Ministro Orazio Schillaci per sollecitare provvedimenti urgenti indispensabili per sanare le attuali difficoltà strutturali del Sistema

03 NOV -

L’appuntamento è per il prossimo 17 novembre a Lungotevere Ripa e Roma. Medici e gli infermieri del Pronto Soccorso e del 118 della Società italiana medicina di emergenza urgenza (Simeu), scendono nuovamente in piazza, a un anno di distanza, per sollecitare provvedimenti urgenti indispensabili a “sanare le attuali difficoltà strutturali del Sistema“.

La condizione di estrema e pericolosa sofferenza dell’Emergenza Urgenza italiana, denunciano, esige purtroppo ancora di essere testimoniata pubblicamente: le istanze dei professionisti verranno quindi rappresentate di fronte alla sede di lavoro del nuovo Ministro della Salute, in Piazza Castellani sul Lungotevere Ripa. Occorrono decisioni tanto rapide quanto importanti.

“Nell’ultimo anno abbiamo ottenuto il giusto riconoscimento identitario della nostra disciplina, grazie al Decreto su denominazione ed equipollenze – afferma il Presidente nazionale Fabio De Iaco – ma non può che essere un punto di partenza di una riforma sostanziale. Per scongiurare lo smantellamento dei servizi cui stiamo assistendo impotenti è necessaria una nuova visione strategica, che tenga conto delle mutate condizioni e delle nuove necessità e intervenga in tempi brevi e con decisione, per salvare il Pronto Soccorso italiano, partendo dalle proposte dei professionisti ma soprattutto dalle esigenze dei pazienti”.

Questi i numeri della crisi denunciati dalla Simeu: una carenza di personale stimata nei pronto soccorso italiani > oltre 5mila medici e ca 12mila infermieri; un aumento del numero accessi rispetto al numero dei sanitari realmente impiegati, carico di lavoro per singolo professionista > incremento registrato dal 25% al 50%. E ancora, pazienti destinati al ricovero in attesa di un posto letto anche fino a più di 800 al gg in regioni importanti come il Lazio con oltre 600 di essi in attesa da più di 24 ore. I Dimessi dopo aver ottenuto cure direttamente in PS si stima siano più 50% rispetto alla pre pandemia. Aumento della mortalità nell’ultimo decennio in PS a causa del mancato ricovero oltre 100%

Le criticità da affrontare subito. Per la Simeu è “fondamentale ristabilire il valore e la reale attrattività del servizio di emergenza urgenza - disciplina di fatto centrale ed appassionante - attraverso il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita dei medici ed infermieri MEU”. Servono quindi: nuove modalità di adeguamento organici; iduzione fenomeno del boarding; il riconoscimento della natura usurante del servizio, opportunità di progressione di carriera e una valorizzazione economica commisurata all’intensità di lavoro

La visione a lungo termine. Occorre poi una Ristrutturazione del Sistema d’Emergenza Urgenza pre-ospedaliero e intra-ospedaliero attraverso: la Reale continuità di intervento tra 118 e Pronto Soccorso sotto il profilo operativo e organizzativo, anche attraverso la creazione dei Dipartimenti Integrati d’Emergenza: l’applicazione definitiva del modello intra-ospedaliero composto da Pronto Soccorso, Osservazione Breve Intensiva, Terapia Semi-Intensiva e Degenza di Medicina d’Urgenza. E ancora, la centralità della figura specialistica del Medico d’Emergenza Urgenza e il riconoscimento del ruolo dell’Infermiere di Emergenza Urgenza.

“Se vogliamo trasformare l’attuale emergenza da voluta a evoluta non possiamo e non dobbiamo più perdere tempo dichiara Andrea Fabbri, Ufficio di presidenza Simeu – per questo ci rivolgiamo con fiducia direttamente al nuovo Ministro, il prof. Schillaci, cui rendiamo disponibile la nostra esperienza sul campo. Lo inviteremo anche alla riunione di lavoro che coinvolge tutti i Direttori di Dipartimento d’Italia perchè dare ossigeno ai nostri professionisti ed alle nostre strutture è diventata un’esigenza non più rimandabile. Per noi professionisti, ma soprattutto per i cittadini”.

Medici infermieri e cittadini scenderanno quindi in piazza. Sta infatti prendendo vita un’inedita alleanza con i cittadini, ricorda una nota della Simeu, “sempre più consapevoli della condivisione degli obiettivi con i Professionisti della Sanità, soprattutto coloro che nelle moltiplicate difficoltà attuali continuano a garantire l’assistenza, 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno”.

“Amore e passione per una disciplina cosi incisiva sulla vita dei cittadini non mancano. Sono carenti le condizioni nelle quali operiamo che debbono assolutamente essere rifondate” sottolinea Antonio Voza, Segretario Nazionale Simeu.

La medicina di emergenza urgenza è la “Golden medicine” in quanto opera in quella che tecnicamente è considerata la “Golden hour” il preziosissimo tempo che va da pochi minuti a poche ore che può fare la differenza tra la vita e la morte di un paziente. Un compito cruciale e difficile, che richiede specialisti preparati e non lascia spazio all’improvvisazione e all’approssimazione. “Bisogna saper usare le mani come un chirurgo, la testa come un internista, avere presenti gli scenari possibili come un rianimatore – afferma Giorgio Carbone, già presidente Simeu – tutto questo non può che tradursi in grande professionalità e corretta formazione. Non ci si può improvvisare specialisti di una materia non propria”.

“La mercificazione della salute non può far bene ai pazienti – aggiunge Beniamino Susi, Vicepresidente Simeu – l’esternalizzazione di competenze cliniche penalizza gravemente la qualità delle prestazioni offerte, che in emergenza-urgenza rappresentano uno snodo vitale per i cittadini”.

Per la Simeu non bisogna poi dimenticare il grave problema che paralizza i servizi di emergenza e cioè la difficoltà al ricovero per mancanza di posti letto. Sempre secondo Susi “oltre ai tanti indicatori fino ad oggi presentati sulle conseguenze dei pazienti che attendono per giorni in barella, è molto significativo il dato che nel giro di 10 anni l’indice di mortalità in Ps si è moltiplicata in quanto sono aumentati per numero i pazienti critici che un tempo avrebbero trovato posto nei reparti di degenza che purtroppo oggi invece attendono troppo a lungo un posto letto. Questo è indegno per una nazione evoluta”

“Noi ci sentiamo ‘golden doctors’ – afferma Angela specializzanda Meu – vogliamo fare il nostro lavoro, lo vogliamo fare bene. Siamo bravi e preparati, non abbiamo niente da invidiare ai nostri colleghi stranieri, siamo pronti a lavorare nei dipartimenti facendo la nostra parte. Resistere alla tentazione di lasciare l’Italia in queste condizioni è difficile ma dobbiamo farlo a difesa di una disciplina meravigliosa, bistrattata e non compresa”.

Anche gli infermieri vivono gli stessi disagi, oppressi da un numero fuoriscala di pazienti da assistere a causa del fenomeno del boarding. Secondo Franco, infermiere esperto da sempre in pronto soccorso: “le nostre competenze troppo spesso vengono messe in discussione senza avere consapevolezza del ruolo concreto e cruciale che esercitiamo quotidianamente nei Pronto Soccorso e sui mezzi del 118. Una condizione faticosa e frustrante che “ci toglie il fiato”! Il team in emergenza urgenza è fondamentale, il nostro supporto ha il grande valore che i medici ci riconoscono.”



03 novembre 2022
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