Non solo il Covid ha aumentato enormemente il carico di lavoro per i medici di medicina generale, gravandoli peraltro di un enorme impegno dato dal disbrigo di pratiche burocratiche, ma rischia seriamente di incidere sulla capacità produttiva del Paese. A svelarlo è una survey su un gruppo rappresentativo di medici di famiglia italiani condotta da “Net Medica Italia”, piattaforma informatica di Fimmg, che analizzando i database dei medici ha messo a confronto i certificati di astensione per malattia dei dipendenti pubblici e privati, quelli INPS, della durata da 7 a 11 giorni emessi tra il 1° giugno e l’11 luglio del 2022 con quelli emessi nello stesso periodo del 2021. “I risultati sono allarmanti, perché disegnano in modo chiaro l’impatto dell'attuale ondata epidemica, che non è solo assistenziale e mette a rischio la produttività stessa del Paese”, spiega il Segretario nazionale Fimmg Silvestro Scotti.
Dallo studio di Net Medica Italia emerge infatti che tra il 1° giugno e l’11 luglio del 2022 le certificazioni sono arrivate a quadruplicarsi rispetto allo stesso periodo del 2021, arrivando a quintuplicarsi nella prima settimana di luglio. Ed è importante ricordare che nel 2021 gli stessi certificati venivano emessi anche per soggetti che non avevano contratto il Covid, ma che erano stati a contatto con positivi.
Di qui l’appello di Fimmg per voce del Segretario nazionale a “recuperare il terreno perso con le vaccinazioni anti Covid”, non solo con la quarta dose per gli over 60 e i soggetti fragili, ma anche “con seconde e terze dosi per chi ancora non ha completato il ciclo vaccinale”.
Un appello forte, che esprime tutta la preoccupazione dei medici di medicina generale della Fimmg per la tenuta del sistema sanitario, ma anche di welfare nel suo complesso. “I dati della survey condotta da Net Medica Italia - prosegue Scotti - dimostrano che l’onda d’urto del Covid riguarda in gran parte soggetti in età produttiva, che quasi mai sviluppano forme gravi di Covid, ma che per un periodo di 7 o 11 giorni perdono ogni capacità produttiva. Questo significa rischiare di mettere in ginocchio l’economia del Paese, con danni enormi per settori produttivi già ad alto rischio e in crisi a causa della situazione geopolitica. Un costo enorme per il welfare che non è solo salute, ma anche previdenza e assistenza”.
Recuperare il ciclo vaccinale, o addirittura intraprenderlo per quanti non hanno mai fatto neanche la prima dose, anche in considerazione del grande numero di reinfezioni, è la strada che i medici di medicina generale raccomandano per evitare che i chiari segnali di rischio diventino presto un’emergenza conclamata. “Sarebbe opportuno iniziare a ragionare sull’esigenza di estendere la quarta dose non solo ai fragili - conclude il Segretario nazionale Fimmg - ma anche agli over 50, così da proteggere la fragilità produttiva del Paese. Ad esempio, per gli operatori del turismo, attività che in questo periodo può fortemente essere messa in crisi da assenze per contagio, mettendo a rischio la stagione e tutto l’indotto economico che rappresenta parte significativa del nostro PIL”.