Il sindacato autonomo commenta il DM 77 pubblicato in gazzetta che regola l’assistenza sanitaria territoriale. ”Abbiamo più volte sottolineato - sostiene Angelo Testa, Presidente Nazionale Snami - che questo pachidermico progetto calato dall’alto senza alcun confronto con chi rappresenta gli addetti ai lavori, cioè i Medici di Medicina Generale, è fallito prima ancora di partire perché è totalmente privo di concretezza.”
“È un minestrone di desiderata - aggiunge Domenico Salvago, Vice Presidente Nazionale Snami - mal applicabili sul territorio perché dal punto di vista metodologico non si è partiti dagli standard attuali che vedono i Medici impegnati oltre l’inverosimile, massacrati da burocrazia inutile, mal pagati e con scarsi supporti da parte della medicina specialistica ed ospedaliera ancora impantanate ed ingessate nel post Covid-19. Risolte e sanate tutte queste criticità potrebbe partire un nuovo progetto condiviso con chi lavora quotidianamente sul campo.
“Si è preferito - aggiungono Simona Autunnali, Matteo Picerna e Federico Di Renzo, giovani dirigenti Nazionali Snami - tentare di buttare via il bambino con l’acqua sporca. Siamo consapevoli che il nostro comparto abbia necessità di crescere ed essere rafforzato, ma non si può smantellarlo completamente facendo perdere al cittadino i propri riferimenti. Come si può partire con le case di comunità, senza una programmazione seria, ignorando quale componente medica dovrebbe andarci a lavorare visto che i Medici scarseggiano e chi lavora capillarmente nel territorio non ha il dono dell’ubiquità? Non si può pretendere che il Medico di famiglia svolga la propria professione con qualità e dedizione costringendolo a sempre nuove mansioni che inevitabilmente vanno a sottrarre tempo alla cura dei propri assistiti. Come giovani Medici volevamo e speravamo ben altro per il nostro futuro!”.
“Quando i sistemi pianificano il virtuale a scapito del concreto - conclude Angelo Testa - il fallimento è dietro l’angolo. È come abbattere la casa in cui si vive prima di accertarsi che per la nuova che si vuole costruire ci siano soldi per il materiale, operai in numero sufficiente e mezzi meccanici funzionanti. Se fossimo felici senza un tetto, perché comunque abbiamo un bel progetto e nient’altro, saremmo dei folli!”.