Ricette on line da aggiornare. I Sindacati: “E meno male che si doveva risparmiare”
L'adeguamento dei software, che ritarderà l’attuazione della nuova norma sui farmaci generici trova le critiche dei camici bianchi. Fimmg: “Norma di difficile applicazione”, mentre l’Anaao si chiede: “Quanto ci costerà adeguare i programmi?”. Fp Cgil Medici: “Chiediamo due mesi di proroga”.
09 AGO - “La norma non ci piace, ma non siamo dei fuorilegge e quindi la rispettiamo. Certo è che questo problema tecnico evidenzia come il provvedimento nella sua applicazione pratica sia difficile e presenti ancora numerosi lati oscuri”. Questo il commento del segretario della Fimmg,
Giacomo Milillo alla nota con cui il Ministero ha specificato come in attesa che i sistemi informatici per la compilazione della ricetta on line, vengano adeguati alle nuove norme con l’indicazione del principio attivo, i medici prescrittori dovranno compilare le ricette a mano.
“Da alcune nostre sezioni – prosegue il segretario della Fimmg – ci arrivano anche segnalazioni di problemi di privacy rispetto alla nota informativa da inserire nella prescrizione perché potrebbe contenere dati sensibili del paziente. Inoltre, essendo estate i medici non conoscono con precisione cos’è stato approvato”.
“Il problema - conclude - è che ogni azienda sta adottando strumenti di applicazione differenti e che la norma non è chiara si presta a troppe interpretazioni. Siamo in stato d’agitazione e ribadiamo a gran voce, come fatto anche dalla Fnomceo, la nostra richiesta di apertura di un tavolo per chiarire una volta per tutte come dev’essere applicato il provvedimento”.
“Meno male che si doveva risparmiare!” È il commento invece del segretario nazionale dell’Anaao Assomed,
Costantino Troise. “E quanto costerà – si chiede - in mancati risparmi e maggiori costi l'adeguamento del software? Senza contare che i benefici sono tutti da dimostrare”.
“Il fatto esemplifica il metodo, da noi sempre contestato, che si è adottato con la spending review: una manovra che colpisce il Servizio sanitario e non produce benefici, anzi, si adottano misure che quando entrano in vigore non possono essere nemmeno applicate”, spiega il coordinatore nazionale della medicina generale della Fp Cgil Medici,
Nicola Preiti che poi specifica: “A questo punto chiediamo minimo due mesi di proroga per l’applicazione della norma”.
09 agosto 2012
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