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Spending review. Farmindustria e sindacati insieme contro i tagli: "Pronti alla mobilitazione"


Fronte comune tra imprese e sindacati. In una lettera congiunta inviata a Monti e Grilli i vertici di Farmindustrria e dei sindacati di categoria esprimono “preoccupazione per gli effetti devastanti sull'industria farmaceutica italiana". Modifiche o "faremo sentire la nostra voce".

23 LUG - Farmindustria e le Organizzazioni Sindacali Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uilcem-Uil, hanno scritto una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Mario Monti, e al ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, in cui viene espressa “fortissima preoccupazione per gli effetti devastanti sul piano occupazionale che le misure del decreto spending review avranno sull'industria farmaceutica in Italia". Nelle missive viene chiesto un incontro urgente per presentare le loro proposte e si rende noto che, imprese e lavoratori, sono "pronti a mobilitarsi congiuntamente per far sentire la loro voce".

Riportiamo di seguito il contenuto della lettera.

“Farmindustria e le Organizzazioni Sindacali Filctem-CGIL,  Femca-CISL, Uilcem-UIL, nell’ambito di una analisi congiunta, esprimono la propria fortissima preoccupazione per gli effetti devastanti sul piano occupazionale che le misure del decreto spending review avranno sull’industria farmaceutica in Italia. Un’industria che: è secondo produttore in Europa, dopo la Germania, rappresenta una delle leve di crescita del Paese e, con i suoi 65.000 addetti altamente qualificati e i 2,4 miliardi investiti ogni anno, è prima per attività manifatturiera nell’hi tech e per investimenti esteri sul territorio”.
 
Ancora una volta la spesa farmaceutica pubblica, che rappresenta solo il 15% di quella sanitaria, è chiamata a pagare il 40% dell’intera manovra. Un importo assolutamente insostenibile dal punto di vista industriale per un settore che ha già contribuito alla riduzione della spesa in Sanità per 11 miliardi negli ultimi 5 anni e ha perso 10 mila addetti dal 2006 a oggi. Le conseguenze per le imprese sono chiare: disinvestimenti, delocalizzazioni e l’aggravarsi di ristrutturazioni e crisi aziendali già aperte, come nei casi di Pfizer a Catania e Ascoli Piceno e Sigma Tau a Pomezia.
 
Crisi cui se ne aggiungeranno inevitabilmente altre, con conseguenze occupazionali a breve per migliaia di lavoratori. Non vorremmo che si ripetessero anche per la farmaceutica gli errori commessi nei decenni passati con l’industria chimica, con una riduzione della capacità produttiva che l’Italia non ha più saputo riconquistare. Per evitare che tutto ciò accada chiediamo l’intervento del Governo nell’iter legislativo di conversione in legge del decreto sulla spending review affinché la portata delle norme riguardanti la farmaceutica sia attenuata”.
 

23 luglio 2012
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