“Il padre torni presente al momento del parto e del post partum”. Il position statement dei professionisti di area che chiedono di rivedere le restrizioni Covid
L’invito, rivolto innanzitutto ai responsabili medici d’area materno-infantile, è quello di riesaminare le routine attuali nei Punti Nascita italiani, recuperando la presenza del padre/partner/caregiver e più in generale le pratiche post-partum volte a facilitare la relazione madre-bambino, quali il contatto pelle a pelle, l’attacco diretto al seno ed il rooming-in. IL DOCUMENTO.
14 DIC - “Dal momento che l’assistenza alla diade madre-bambino va centrata sulla nuova famiglia, è prioritario che entrambi i genitori (se COVID-19 vaccinati, guariti o negativi), nel rispetto delle norme di prevenzione del contagio, possano stare col proprio figlio nell’interesse del minore, anche per consentire l’attivazione dei processi di attaccamento e per l’avvio dell’allattamento. Premessa per questa vicinanza è la presenza del padre del neonato/partner in ospedale. La valutazione del rapporto benefici/rischi supporta senza incertezze questa scelta.”
Lo affermano in un nel Position Statement “
Presenza del partner/caregiver nelle aree di ricovero di madri e neonati in corso di pandemia da Covid-19” diffuso oggi dalle Società scientifiche dell’area perinatale e le federazioni professionali sanitarie:
SIN, Società Italiana di Neonatologia,
SIN INF, Società Italiana di Neonatologia Infermieristica,
SIP, Società Italiana di Pediatria,
SIGO, Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia,
AIBLUD, Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato,
AOGOI, Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani,
SIMP, Società Italiana di Medicina Perinatale,
ANMDO, Associazione Nazionale Medici di Direzione Ospedaliera,
FNOPO, Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica,
FNOPI, Federazione Nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche,
FNO-TSRM-PSTRP, Federazione Nazionale Ordini dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione,
Vivere Onlus - Coordinamento Nazionale associazione per la neonatologia.
L’invito, rivolto innanzitutto ai responsabili medici d’area materno-infantile, è quello di riesaminare le routine attuali nei Punti Nascita italiani, recuperando la presenza del padre/partner/caregiver e più in generale le pratiche post-partum volte a facilitare la relazione madre-bambino, quali il contatto pelle a pelle, l’attacco diretto al seno ed il rooming-in.
“Le scelte organizzative nei Punti Nascita, comprensibili ad inizio della pandemia da COVID-19 in una situazione di emergenza e di inevitabile incertezza, non sono più motivate nell’attuale fase, indipendentemente dall’eventuale comparsa di nuove varianti virali, a potenziale maggior trasmissibilità e/o virulenza”, si legge nel documento.
Alle Direzioni Ospedaliere, dei Dipartimenti materno-Infantili, delle Unità di Ginecologia ed Ostetricia, di Pediatria e/o di Neonatologia (comprese le TIN) è quindi richiesto di mettere in atto tutti i necessari provvedimenti per:
1. recuperare prontamente le pratiche del rooming-in e dell’allattamento diretto al seno;
2. consentire, una volta eseguite le debite verifiche igienico-sanitarie relative al COVID-19, la presenza del partner (o del caregiver) in ospedale per un tempo adeguato, già definito nel singolo reparto prima dell’inizio della pandemia, considerando tuttavia come modello ideale a cui tendere l’apertura 24/24 h, sia durante le varie fasi del parto, sia nel post partum, nei settori di degenza congiunta madre-neonato così come nelle TIN.
14 dicembre 2021
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lavoro e Professioni