Finzi (Anmdo): “Contrastare con forza i comportamenti inefficaci, negligenti e utilitaristici”
03 MAG - La frammentazione e l’integrazione in sanità viste sotto la lente dei valori e della dimensione etica. E’ questo il tema portante del 38° Congresso Nazionale dell’Anmdo in corso a Torino nell’anno del 65° anniversario della fondazione dell’Associazione. Il Congresso si propone come luogo di discussione di vari temi che spaziano dal ruolo della Direzione medica ospedaliera all’Health technology assessment (HTA), dalla prevenzione e gestione del rischio clinico all’igiene nelle strutture sanitarie, con uno sguardo rivolto con estremo interesse alle nuove forme di collaborazione, cooperazione e competizione nei Paesi dell’Unione Europea.
“Oggi – ha spiegato il presidente dell’Anmdo, Gianfranco Finzi - la frammentazione caratterizza in maniera rilevante le politiche, le organizzazioni e l’operatività in ambito sanitario. Assistiamo infatti a una parcellizzazione delle responsabilità ai vari livelli istituzionali e a politiche d’integrazione che non appaiono avere il supporto di un intenso dialogo fra i soggetti coinvolti. Il rapporto dialogico fra le diverse competenze disciplinari specialistiche e fra le diverse professionalità in sanità, permeato da una visione condivisa dei valori e dell’etica in sanità, costituisce invece, secondo l’Anmdo, la migliore strategia per ridurre la frammentazione e promuovere l’integrazione. Occorre infatti un approccio integrato per l’ammodernamento del Servizio Sanitario Nazionale, che ponga al centro della programmazione e gestione dei servizi sanitari i bisogni dei cittadini e valorizzi il ruolo e la responsabilità dei medici e degli altri operatori sanitari per la promozione della qualità dei servizi”.
E ora che l’agenda politica registra la conclusione, dopo oltre tre anni, dell’iter di approvazione in commissione Affari sociali della Camera del disegno di legge sul governo clinico, che passerà all’Aula, “il legislatore, al di là del rigore nelle procedure, deve tener presente che la clinical governance - termine impropriamente tradotto in italiano come governo clinico - rappresenta la capacità di una organizzazione sanitaria di ispirare e supportare gli atti e comportamenti dei clinici nelle scelte diagnostiche, terapeutiche e riabilitative a chiare evidenze scientifiche e di valutazioni di costi-efficacia e costi efficienza”. Clinical governance intesa quindi, secondo Finzi, come contestualizzazione e adattamento del perseguimento della qualità dell’assistenza nelle singole organizzazioni sanitarie. “Una strategia attraverso la quale le organizzazioni sanitarie stesse si rendono responsabili del miglioramento continuo della qualità dei servizi, del raggiungimento e mantenimento di elevati standard assistenziali, sollecitando la creazione di un ambiente di lavoro che favorisce l’eccellenza professionale”.
“Nel nostro Paese – ha osservato ancora il presidente dell’Anmdo - il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera è responsabile anche del governo clinico inteso come l’unione di quattro fondamentali dimensioni della qualità: la qualità professionale, la qualità percepita (capacità di soddisfare le aspettative delle persone assistite e dei dipendenti), l’efficienza (intesa come uso razionale delle risorse disponibili), il risk management (gestione del rischio, intesa come minimizzazione dei rischi per i pazienti). A tal fine, il direttore sanitario promuove e coordina le azioni finalizzate al miglioramento dell’efficienza, dell’efficacia e dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie. Alla direzione medica di presidio ospedaliero, invece, spettano funzioni gestionali e organizzative, igienico-sanitarie, di prevenzione, medico-legali, scientifiche, di formazione, di aggiornamento, di promozione della qualità dei servizi sanitari e delle rispettive prestazioni. Ma anche il direttore medico di presidio ospedaliero oltre a concorrere, nell’ambito dell’assistenza, al raggiungimento degli obiettivi aziendali, è corresponsabile del governo clinico del presidio”.
Chi, come il direttore sanitario di azienda o il direttore medico di presidio, ha una responsabilità direzionale di indirizzo di una organizzazione complessa, come l’ospedale o un’azienda sanitaria, deve, secondo Finzi, “saper cogliere i cambiamenti in atto anche nel sistema sanitario e approntare le soluzioni ritenute migliori. Il tempo in cui viviamo è infatti caratterizzato da innovazioni continue. L’evoluzione delle scienze e conoscenze in tutti settori impattano con l’intero sistema socio-economico e richiedono nuovi approcci. Clinical governance, Health technology assessment, evidence based health care e risk management sono divenuti fondamentali parametri di riferimento per la sanità di oggi e per quella di domani. Anche il mondo della Direzione Sanitaria, quindi, deve tornare sui banchi di scuola per colmare le lacune che si sono formate a seguito di questi cambiamenti. Senza perdere di vista la dimensione umana delle cose. Occorre infatti, oggi più che mai, ricorrere allo strumento fondamentale per generare e gestire il futuro: l’etica”. Che, ha affermato Finzi, “è la dottrina che si propone, in base a un sistema di valori, di stabilire criteri razionali per esprimere un giudizio di valore riguardo l’agire umano. Occorre, oggi più che mai, contrastare con forza tutti quei comportamenti inefficaci, negligenti e utilitaristici che, talvolta, impediscono la creazione di un ambiente atto a garantire la corretta assistenza dei pazienti, l’integrazione, la necessaria gestione virtuosa e responsabile della cosa pubblica”.
Se la Direzione Sanitaria ha come mission quella di garante del funzionamento ottimale delle organizzazioni sanitarie nell’interesse precipuo dei cittadini, secondo il presidente dell’Anmdo “ci dobbiamo interrogare su quali sono i valori che tale articolazione dell’organizzazione sanitaria deve contribuire tutelare. L’Anmdo ritiene che tra i valori fondamentali in sanità ci siano passione, compassione e onestà. La passione intesa come amore per la propria professione e per le persone malate, come abilità e propensione al dialogo. La compassione è, invece, il moto dell’animo che ci fa sentire dispiacere o dolore per i mali altrui ed è il principio etico basilare delle relazioni con le altre persone. Infine l’onestà che – ha concluso Finzi - indica la qualità umana di agire e comunicare in maniera leale, sincera e trasparente, in base a principi morali ritenuti universalmente validi”.
03 maggio 2012
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