“È importante riconoscere che in ospedale il rooming-in rappresenta una pratica raccomandata volta a favorire la relazione madre/bambino, l’attaccamento precoce, l'allattamento al seno ed il rafforzamento delle competenze materne. A fronte dei suoi vantaggi si deve quindi pensare ad ogni soluzione utile a favorire nel corso della degenza ospedaliera, l’erogazione di un’assistenza ostetrica continuativa ed integrata famiglia/servizi territoriali, centrata sui bisogni degli assistiti e su un supporto/sostegno fisico, emotivo e sociale. Nel dare il proprio contributo Syrio auspica che intanto i punti nascita assicurino alle mamme ricoverate in ospedale, la vicinanza del compagno (neo papà) o di una persona di fiducia, soprattutto nelle situazioni di maggiore fragilità correlate al parto o ad altri fattori , che i nidi siano garantiti alle effettive necessità e che la separazione della mamma e del bambino dal proprio nucleo familiare, accentuata dalla pandemia Covid, non rappresenti più l’unica soluzione possibile per limitare i contagi”. A dirlo, in un contributo inviato a Quotidiano Sanità, è Miriam Guana, presidente di Syrio, Società italiana di scienze ostetrico-ginecologico-neonatali.
“Per questa terribile tragedia diffusa sui mass media, in prima istanza Syrio non può che esprimere cordoglio e vicinanza al profondo dolore dei genitori e dei familiari”, scrive Guana. “Nel comprendere la sofferenza e lo sconforto anche del personale sanitario, non si intende entrare nel merito dei fatti ma solo richiamare l’attenzione su alcuni punti a partire, in primis, dall'importanza degli strumenti utili al miglioramento dell’assistenza. Tra questi, il monitoraggio e il reporting dei dati affinché siano oggetto di revisione critica, di ricerca e di innovazione. L’Istituto superiore di Sanità contribuisce da decenni al raggiungimento di questi obiettivi anche in ambito ostetrico e perinatale mettendo a disposizione dei decisori, dei professionisti sanitari e della collettività i risultati delle indagini”.
“Non vi è dubbio”, per la presidente di Syrio, che “in Italia l'assistenza al percorso nascita presenta ancora ampi spazi di miglioramento nell'organizzazione delle cure all’interno della rete ospedaliera e territoriale al fine di soddisfare i bisogni, le necessità delle mamme, dei bambini e della coppia genitoriale soprattutto nella fase del post partum, quale momento delicato di adattamento al nuovo ruolo e che necessita di un adeguato ed irrinunciabile supporto ostetrico, in particolare dopo il ritorno a casa. Il dibattito sulle criticità che emergono dal sistema assistenziale nel percorso nascita si sviluppa essenzialmente sui seguenti temi: i modelli organizzativi di assistenza, le possibili innovazioni, la disponibilità/il reclutamento/l’allocazione/ delle risorse professionali”.
Nello specifico, scrive Guana, “la carenza di personale ostetrico e le problematiche che ne discendono sono da tempo riportate sui giornali. Recentemente su Quotidiano sanità, è stato pubblicato un approfondimento sulla disponibilità di ostetriche in Italia riportando dati nettamente inferiori a quelli di altri stati dell'Unione Europea. In altre occasioni sono state evidenziate le richieste di un maggiore riconoscimento della professione ostetrica e del suo valore sociale anche all’interno del contratto nazionale di lavoro. Siryo società scientifica di ostetriche/ci, promuove l'adozione di modelli assistenziali one to one in grado di assicurare “la centralità di madre- bambino / neofamiglia” ed un adeguato sostegno/accompagnamento alla coppia genitoriale durante la nascita ed il post partum nel rispetto della sicurezza delle cure e delle buone pratiche”, conclude la presidente.