La relazione di Lala: sintesi e testo integrale
20 OTT - Scarica
qui la relazione completa del segretario nazionale del Sumai Assoprof Roberto Lala.
Qui di seguito, invece, una sintesi della relazione.
“Il territorio come punto d’incontro tra gestione della cronicità ed emergenza”
La crisi e il sistema sanitario
È inevitabile che la crisi abbia ripercussioni sul sistema sanitario, costretto più che mai a fare i conti con la limitatezza delle risorse. Come medici, come professionisti del sistema salute nel luglio scorso abbiamo lanciato gli “Stati generali della Sanità” e messo in campo le proposte di tutto il mondo medico per realizzare un Ssn più sostenibile sotto il profilo economico, ma che sappia garantire allo stesso tempo più efficacia e qualità senza perdere la sua natura universalistica che è una conquista sociale irrinunciabile.
Gestire cronicità ed emergenza sul territorio
Sostenibilità economica e qualità non sono obiettivi inconciliabili. Come Sumai abbiamo posto al centro di questo Congresso due delle maggiori criticità del sistema ovvero la crescita delle cronicità e le difficoltà della rete dell’emergenza urgenza, utilizzando al meglio una risorsa già disponibile sul territorio: la specialistica ambulatoriale.
La cronicità richiede lo sviluppo di una rete di servizi territoriali capace di prenderla in carico e dare risposte rassicuranti ai malati e alle loro famiglie. Se questa rete non c’è quei malati si “scaricheranno” fatalmente sui Pronto Soccorso e sugli ospedali. Il risultato che l’attuale sistema produce è una risposta che il cittadino sente, giustamente, come inefficiente o tardiva.
La responsabilità di questo è di una politica che da anni vuole curare la sanità con interventi parcellizzati, che si traducono troppo spesso in tagli lineari alle risorse economiche, senza mai portare avanti una strategia complessiva che disegni in modo equilibrato una concreta riorganizzazione del sistema in funzione dei reali bisogni assistenziali, riequilibrando i rapporti tra territorio e ospedale.
Territorio: costruire la rete, sviluppare l’informazione
Perchè i servizi territoriali, sia in ambito ambulatoriale sia a domicilio del paziente, non riescono a diventare un’opzione territoriale? Due le regioni fondamentali. La prima è che i servizi territoriali sono ancora oggi atomizzati, esistono ciascuno per sé, senza riuscire a costruire quella rete capace di ottimizzarne l’efficacia.
La seconda ragione è che dell’esistenza dei servizi territoriali non si ha una chiara informazione, e non ce l’hanno né gli operatori della sanità né i cittadini. e questo è un elemento chiave, visto che gli accessi al Pronto Soccorso avvengono nella gran parte dei casi
motu proprio, da parte di persone che non sentono di aver alcuna alternativa.
Occorre quindi attivare campagne d’informazione ai vari livelli istituzionali per rendere più visibile e più accessibile il sistema di cure territoriali specie oggi, quando, molte Regioni pressate dalle esigenze di bilancio e dai Piani di rientro siglati con il Governo, stanno realizzando la ristrutturazione della rete ospedaliera che gli esperti avevano indicata come necessaria già da molti anni.
Imparare dall’esperienza
Non siamo all’anno zero. Dal punto di vista teorico sono anni che gli esperti di sistemi sanitari ripetono che l’unica possibilità per la tenuta del sistema sta nello sviluppo dei servizi territoriali. Dal punto di vista pratico, però, sono pochi e assai diversificati tra loro gli spunti concreti cui fare riferimento, ma è bene non trascurarli. Impariamo dalle esperienze, anche da quelle negative, per non ripetere il solito errore del voler rifare sempre tutto da capo, azzerando il poco già costruito.
Di primaria importanza è un sistema di cure intermedie finalizzato a dare una risposta completa e il più vicino possibile ai luoghi dove la popolazione vive e lavora. Tale processo va poi legato alla condivisione di percorsi assistenziali bidirezionali con l’ospedale per dare concretezza al concetto di appropriatezza organizzativa in funzione di cronicità, acuzie, ricoveri e dimissioni protette. Qualche piccolo passo in questa direzione è già stato fatto in alcune Regioni dove è stato dato il via agli accessi agevolati in ambulatorio in caso di visita specialistica urgente. È qualcosa, un tentativo di decongestionare i Pronto Soccorso, di dare una risposta ai cittadini sul territorio. Ma siamo ancora molto indietro. Con l’ottimismo della disperazione, cerchiamo di cogliere il solo aspetto positivo di questi inaccettabili ritardi nella costruzione della rete sanitaria territoriale.
Professioni sanitarie: responsabilità e sinergia
È chiaro a tutti come ormai l’idea del medico solitario, armato solo di esperienza e valigetta, sia definitivamente tramontata. Il nostro lavoro si svolge con continui scambi con altre professioni. Questa nuova realtà non può che fondarsi sul binomio sinergia e responsabilità: sinergia, perchè è indispensabile che il lavoro di ciascuno si raccordi con quello degli altri avendo come scopo unico il bene e la salute dei pazienti; responsabilità, perchè in questo intreccio occorre definire con chiarezza quali, quando e in capo a chi sono le molte responsabilità legate alla cura e all’assistenza.
Più informatizzazione, meno penalizzazioni per i medici
Nell’ultimo anno ci siamo trovati ad affrontare due momenti critici nel rapporto con il Governo nazionale: la certificazione di malattia
on line e le esenzioni per reddito. In entrambe i casi si sono poste in capo ai medici disfunzioni e ritardi nella messa a punto del sistema informatico di Enti, Regioni e Aziende sanitarie e ospedaliere, chiedendoci di supplire le criticità del sistema. Voglio essere chiaro: siamo favorevoli all’informatizzazione che, se ben applicata, rende più semplici e veloci le incombenze burocratiche che pesano nella sanità. Ma per realizzarla non basta il decisionismo di un ministro. Occorre impegnarsi in modo concreto trovando le risorse necessarie se davvero vogliamo che tutte le strutture del Ssn entrino finalmente nell’era digitale.
Le istituzioni professionali
Nella situazione difficile che ho tratteggiato fin qui credo che ci sia almeno un elemento positivo che va valorizzato. Il clima di unitarietà che ha caratterizzato in questi anni le nostre istituzioni professionali, a partire dal mondo ordinistico, è una conquista particolarmente prezioso proprio per le difficoltà che abbiamo davanti e per i necessari cambiamenti che comportano e che comporteranno. Il dinamismo dei vertici della Fnomceo ha fatto sentire la nostra voce in Parlamento e in tutte le sedi decisionali del Paese. E questo stesso clima unitario oggi si riflette anche sui vertici dell’Enpam. Il nostro Ente di previdenza è sano, forte e in grado di dare garanzie a noi e anche ai giovani professionisti. Perché continui ad esserlo anche in futuro, si stanno predisponendo gli indispensabili aggiustamenti che tengano conto dei cambiamenti demografici e della necessità di rendere ancora più sicuri gli investimenti.
Conclusioni
La politica in questi mesi non è riuscita ad essere convincente. Ha fatto appello alla responsabilità e alla presa di coscienza dei problemi, chiedendo i sacrifici necessari ad affrontare la situazione contingente, ma di fatto si è limitata a travolgere il Paese con misure finalizzate ad un ipotetico risanamento, senza mai dichiarare in modo comprensibile quale sia il progetto che ha in mente per la sanità, per il mondo del lavoro, per la previdenza, insomma per la tenuta del sistema socio-sanitario. In definitiva, tagli e precarizzazione, sempre più gravi di manovra in manovra, si traducono in un’inevitabile caduta dei servizi.
Non dobbiamo rimanere spettatori passivi di fronte ad una politica che non è capace o forse non vuole governare la sanità. Una politica che ci vuole responsabili ma fa di tutto per non responsabilizzarci. Io mi auguro che noi tutti saremo capaci di continuare a mostrare una grande unitarietà. Oggi, in sinergia, Organizzazioni Sindacali, Ministero e Regioni stanno portando avanti il riordino delle cure primarie. Con l’auspicio che non sia l’ennesima delusione chiediamo al Ministro Fazio di far giungere alle orecchie poco attente del Palazzo, ed in particolare dell’Economia, le analisi e le proposte dei medici, di tutti i medici, prima che sia troppo tardi ed il sistema sanitario entri definitivamente in coma profondo.
20 ottobre 2011
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