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Intervista a Calabrò (Pdl): “La sanità è a rischio sostenibilità. I ticket sono indispensabili”

di Stefano Simoni

Ma leggere tutto con un’ottica legata al risparmio è un errore. Allora che fare? Per il senatore del Pdl è necessario mettere in atto una serie di strumenti di revisione e lavorare sull’appropriatezza e offrire un’assistenza adeguata. Farmaci: importante capire quali saranno liberalizzati.

29 DIC - Per Raffaele Calabrò, senatore del Pdl – autore del più controverso ddl in materia di sanità ed etica di questa legislatura, il testamento biologico su cui peraltro non fa previsioni – il sistema è a rischio sostenibilità. Però è possibile operare delle contromosse affinché questo non collassi. Innanzitutto occorre lavorare sull’appropriatezza, riammodernando il Servizio sanitario puntando decisamente sulla qualità. In questo modo avremo anche un risparmio. Perchè comunque leggere i cambiamenti che il Sistema deve fare soltanto sotto l’aspetto economico è un errore.
Per quanto riguarda le liberalizzazione il senatore del Pdl afferma che “da un lato può essere corretto il concetto di liberalizzazione, ma diventa indispensabile capire quali sono veramente i farmaci che vanno liberalizzati e quali no” mentre i ticket Calabrò li ritiene “in un sistema di welfare come il nostro” un indispensabile “momento di solidarietà”.
 
Senatore Calabrò, il governo Monti per il momento non si è occupato molto di sanità ad eccezione del capitolo liberalizzazioni che ha riguardato la farmacia. Ora però sta iniziando l’azione di definizione del nuovo patto per la salute e ci sono i nuovi Lea. Crede che così com’è per il sistema, senza ulteriori interventi, possano esserci dei rischi sotto l’aspetto della sostenibilità?
Si. Se noi consideriamo il sistema così com’è credo che possano esserci forti rischi dal punto di vista della sostenibilità. Viceversa se noi operiamo una revisione del sistema dei Lea, se si farà un lavoro costruttivo in termini di appropriatezza e se si creano le condizioni affinché la sanità tutta, sia quella settentrionale che quella meridionale, possa partire da uno stesso livello strutturale e tecnologico allora credo che i rischi possano essere contenuti.
Io credo che il sistema assistenziale sia cambiato molto. L’esigenza di salute e le nuove tecnologie hanno portato bisogni diversi e quindi la revisione dei Livelli essenziali di assistenza è una revisione indispensabile che da tempo si porta avanti e che per questo motivo spero si possa chiudere al più presto. Non ho un idea di che cosa bisogna cambiare ma credo che oramai siamo di fronte ad un’idea storica dei bisogni di salute che vada ammodernata.
 
In passato il problema, sempre parlando dei Lea, una volta definiti è stata la loro applicazione. 
Si, e ritengo che non basta farne un’elencazione. I Lea devono essere il riferimento chiaro dell’attività assistenziale di ogni singola Regione e per questo accanto ai Livelli di assistenza è necessario che ci sia anche un riferimento chiaro di come ottenere l’appropriatezza delle prestazioni: sia di quelle diagnostiche che di quelle terapeutiche che, infine, di quelle di ricovero perchè credo che questo sia uno dei buchi principali del Servizio sanitario nazionale e se curiamo questo aspetto c’è una più corretta applicazione.
 
Come abbiamo detto finora il governo Monti si è pronunciato poco sulla sanità però qualche spunto di riflessione l’ha offerto. Ad esempio lei che idea si è fatto del capitolo liberalizzazioni?
Che da un lato può essere corretto il concetto di liberalizzazione, ma diventa indispensabile capire quali sono veramente i farmaci che vanno liberalizzati e quali no. Non è una questione di dire semplicemente “liberalizziamo le farmacie o le parafarmacie” perchè credo che questa sia una rappresentazione errata del problema.
 
Quale sarebbe invece, dal suo punto di vista, una visione più corretta?
Il problema vero è individuare quali sono i farmaci che possono essere venduti all’interno delle parafarmacie anche se con la presenza del farmacista e quali invece è indispensabile che rimangano all’interno del sistema farmaceutico.
 
Le ultime manovre economiche fin qui portate avanti sono state finalizzate, in linea di massima, ad ottenere nuovi risparmi. Dal suo punto di vista, anche per riqualificare altri settori del Ssn, oltre alle liberalizzazioni, quali altri interventi crede che si potrebbero portare avanti?
Ritengo che leggere i cambiamenti che il Sistema deve fare con una lettura legata semplicemente al risparmio economico sia un errore. Credo piuttosto che occorra capire come vada riammodernato il Servizio sanitario e come questo, oltre al miglioramento della qualità, possa accompagnarsi anche al risparmio. Perchè vede se noi trasferiamo tutta una serie di attività sul territorio abbiamo costi di gran lunga inferiori ma anche, e questa è la cosa più importante, un’assistenza più adeguata e vicina al paziente senza che questo debba andare in ospedale per fare ciò che può essere fatto in attività ambulatoriale e più vicino casa.
 
Il ministro Balduzzi, nella sua prima uscita parlamentare proprio da voi in commissione Igiene e sanità, ha parlato per la prima volta di compartecipazione alla spesa ipotizzando una rimodulazione dei ticket. Qual è la sua opinione in merito?
Io penso che in un sistema di welfare come il nostro oggi sia indispensabile aggiungere un momento di solidarietà e i ticket rappresentano indubbiamente un momento di solidarietà. Aggiungo anche che credo che i ticket possono rappresentare uno strumento di appropriatezza e di scoraggiamento per tutto quello che è inappropriato.
 
La Commissione errori sanitari, presieduta da Leoluca Orlando, la scorsa settimana ha presentato dei dati sulla cosiddetta malpractice, da cui è emerso come la quasi totalità dei medici viene assolta. Voi in commissione avete un disegno di legge proprio su questo a che punto è?
Il ministro, quando è venuto in audizione, ha detto che questo è forse il disegno di legge principale e per questo si auspica che cammini speditamente per arrivare a conclusione al più presto perchè una delle voci di spesa tra le più elevate per il sistema sanitario, è legato alla medicina difensiva: cioè tutta quella serie di prestazioni che vengono effettuate per meccanismi difensivistici da parte della classe medica. In questo sistema, che come si è visto spesso è fatto di accuse che poi si dimostrano infondate, questa legge è veramente importante.
 
Parliamo della legge sul testamento biologico che porta il suo nome. Dopo l’approvazione da parte della Camera il testo modificato è tornato al Senato, si possono fare delle previsione sui tempi di approvazione?
No, sui tempi non mi posso pronunciare. Siamo ancora a livello di dibattito in commissione, successivamente ci sarà la fase emendativa ma sui tempi ripeto che non mi posso pronunciare. 

29 dicembre 2011
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