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Piano cronicità. D’Ambrosio Lettieri: “Cabina di regia sia occasione per accesso ai farmaci innovativi e uniformità assistenza ”


“C’è la necessità di sviluppare percorsi di cura vicini alla persona con diabete, mantenendola il più possibile al proprio domicilio, attraverso l’erogazione di prestazioni sanitarie e sociosanitarie anche di elevata complessità ed intensità assistenziale sul territorio. In quest’ottica, il medico di medicina generale dovrà detenere sempre più la regia del processo di cura del paziente, anche nella prescrizione delle terapie farmacologiche”.  

06 FEB - “Il recente insediamento della Cabina di regia del Piano nazionale della cronicità deve essere l’occasione per consentire, attraverso interventi misurati ed efficaci, una rapida ma accurata revisione degli attuali percorsi assistenziali per fornire risposte concrete ai cittadini. Tanto più in un momento di delicata transizione politica, non si può e non si deve commettere l’errore di affidare questi interventi a misure spot e incomplete che finirebbero per diventare un boomerang, anziché generare buone prassi per la gestione uniforme dei pazienti cronici, oggi pari al 40% della popolazione. Il tema rappresenta una priorità sanitaria anche per il sistema italiano”.

Lo dichiara in una nota il sen. Luigi d’Ambrosio Lettieri, componente Commissione Sanità del Senato e presidente Intergruppo parlamentare Qualità di vita e Diabete.

“Tra le patologie croniche con maggiore prevalenza vi è senza dubbio il diabete”, spiega il senatore, “In Italia ci sono circa 3,3 milioni di persone con diabete, cui si aggiunge, secondo le stime, 1 milione di pazienti che, per avendo questa malattia, non ne sono a conoscenza. Una prevalenza del 5,5% della popolazione che, certifica l’Istat, sale al 15% nella fascia 65-74 anni ed infrange la soglia del 20% tra gli over 65”.

D’Ambrosio Lettieri sottolinea come uno degli obiettivi prioritari sia rappresentato, senza dubbio, “dalla necessità di sviluppare percorsi di cura vicini alla persona con diabete, mantenendola il più possibile al proprio domicilio, attraverso l’erogazione di prestazioni sanitarie e sociosanitarie anche di elevata complessità ed intensità assistenziale sul territorio. In quest’ottica, il medico di medicina generale dovrà detenere sempre più la regia del processo di cura del paziente, anche nella prescrizione delle terapie farmacologiche. Proprio il diabete rappresenta un esempio concreto per comprendere le inefficienze dell’attuale meccanismo prescrittivo. L’Italia è, infatti, un caso unico a livello europeo, in cui soltanto i medici specialisti possono prescrivere le molecole più avanzate (in grado, dunque, di essere più efficaci e di ridurre i rischi derivanti da altre patologie croniche connesse). Le conseguenze per il paziente sono molteplici: recarsi più volte all’anno dallo specialista, rifare gli esami, misurarsi con le liste di attesa e, dunque, molto probabilmente, spendere di tasca propria rivolgendosi al privato. Dal punto di vista del sistema, si tratta di costi indiretti altissimi: in termini di mancata aderenza, rinuncia alle cure, inefficienze gestionali. In altre parole, l’attuale meccanismo di prescrizione nel diabete ha cristallizzato un che produce accesso tardivo (o limitato) a cure di qualità ed aumento di costi diretti ed indiretti”.

“È evidente quanto sia improcrastinabile assegnare un ruolo maggiore ai medici di medicina generale, sia nel campo della formazione che nella capacità prescrittiva dei farmaci di nuova generazione, nonché di presa in carico dei pazienti affetti da malattie croniche, in particolare diabetici”, continua, “Consentire ai medici di medicina generale di effettuare la prescrizione di farmaci innovativi e poi renderli regolarmente reperibili nelle farmacie del territorio, permetterebbe anche ai cittadini che vivono in aree periferiche, interne o disagiate di avervi accesso. Medicina di famiglia e farmacia del territorio sono fondamentali punti di riferimento del ssn, nonché un prezioso presidio sanitario capillarmente diffuso sull’intero territorio nazionale”.

“Solo una piena e completa apertura alla prescrizione da parte del MMG di tutte le molecole di nuova generazione per il trattamento del diabete”, conclude il senatore, “può infatti dare una risposta concreta ad una priorità di sanità pubblica per una patologia così diffusa. Per questo avevo anche presentato una interrogazione urgente al Governo perché affrontasse in modo strutturale e organico un problema grave e segnalato da tempo”.

06 febbraio 2018
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