Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Sabato 17 AGOSTO 2024
Governo e Parlamento
segui quotidianosanita.it

Legge di Bilancio. Cimo-Cida: “Politica dei bonus drena risorse al Ssn”


“A questo punto Cimo pone una questione politica sulla capacità o meno di sostenere il nostro Ssn. Nella prossima tornata elettorale i Partiti hanno il dovere di dichiarare, nel proprio programma, quale modello di welfare intendono perseguire, quale impegno intendono assumere sulla sanità in termini di sostenibilità e di strumenti assistenziali", afferma il presidente nazionale Guido Quici.

27 NOV - “La politica dei ‘bonus’ oltre a suggestionare i nostri leader di partito, sembra anche in grado di influenzare la legge di bilancio all’esame del Parlamento, determinando così il contestuale diffondersi di ‘malus’ legislativi che finiscono sempre per scaricarsi sulla sanità di questo Paese: è ora di dire basta ad un sistema che sta minando alla base la salute pubblica e determina un assurdo conflitto sociale fra personale medico e i cittadini-pazienti”. E’ quanto afferma Guido Quici, presidente nazionale del Cimo-Cida, il sindacato dei medici, che si prepara a chiedere, insieme alle altre organizzazioni sindacali del comparto, impegni precisi sulla sanità nel programmi elettorali dei partiti.
 
“La politica del bonus e del malus accentua la precarietà del sistema e, soprattutto, discrimina, tra loro, i portatori di interesse perché accontenta parzialmente alcuni ma, certamente, scontenta gli altri, spiega Quici.
 
“Se, poi, queste scelte colpiscono da anni gli stessi soggetti, ovvero gli operatori sanitari e i pazienti, allora diventa concreto il sospetto che i danneggiati non siano altro che il terminale di un progetto molto più strutturato che sottende ad una sanità non più sostenibile se non a carico del cittadino. La storia dei tagli parte dal 2004, con 4 anni di anticipo rispetto alla crisi del 2008: la legge finanziaria n. 311 fissava i criteri ed i limiti per le assunzioni 2005-2007 prevedendo economie di spesa per 2.603 milioni di euro. Oggi, dopo 13 anni di tagli lineari, la proiezione del rapporto spesa sanitaria/PIL al 6,4% entro il 2020, testimonia l’assoluta mancata volontà di investire in sanità. E’ una visione miope che pone reali problemi di ordine sociale tra pazienti e professionisti della salute; tra chi, attraverso i Lea, chiede un accesso alle cure e chi rivendica, invece, il rinnovo del contratto scaduto da oltre 8 anni. Barattare il diritto alle cure con i diritti dei lavoratori non fa altro che accentuare il disagio sociale", prosegue.
 

“A questo punto Cimo pone una questione politica sulla capacità o meno di sostenere il nostro Ssn. Nella prossima tornata elettorale i Partiti hanno il dovere di dichiarare, nel proprio programma, quale modello di welfare intendono perseguire, quale impegno intendono assumere sulla sanità in termini di sostenibilità e di strumenti assistenziali. Cimo chiederà a tutte le forze politiche di esprimersi su questi temi. In seconda istanza si pone una questione economica. L’analisi del finanziamento dei Lea e dei conti economici delle regioni e aziende 2010-2015 evidenzia, negli anni, una ridistribuzione delle risorse verso l’acquisto di beni (+3,095 miliardi), soprattutto farmaci, ed una riduzione del costo del personale (-2,059 miliardi). Ma è la catena di distribuzione delle risorse che deve essere messa sul ‘banco degli imputati", aggiunge Quici.
 
"È una catena che va cambiata perché i risparmi derivanti da alcune voci di bilancio sono destinate a tamponarne altre ma in modo definitivo e strutturale, per cui le Regioni italiane e le aziende sanitarie non avranno mai a disposizioni risorse per adeguare i contratti di lavori o assumere personale. E, allora, non si assume personale, si preferisce aumentare il precariato, si ricorre allo straordinario programmato, si riducono le strutture mediche, si implementano livelli di organizzazione con costi del personale sempre più bassi. Infine c’è la questione organizzativa, collegata al titolo V della Costituzione: fino a quando ci saranno 20 sanità diverse e 20 modelli organizzativi diversi, le risorse saranno sempre insufficienti e la sanità italiana non potrà mai garantire uguali diritti a tutti i cittadini. Sarebbe importante che qualche forza politica si facesse carico di dichiarare, nel proprio programma elettorale, l’impegno ad avviare una campagna referendaria per la sola modifica del Titolo V della Costituzione."
 
“Le iniziative che Cimo sosterrà con le altre organizzazioni sindacali deve rappresentare, quindi, un’opportunità per avviare una seria riflessione sulla sanità nazionale e per inserirla fra le priorità che i decisori politici si impegneranno a inserire nei propri programmi elettorali”, ha concluso Quici.

27 novembre 2017
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Governo e Parlamento

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy