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Vaccini obbligatori. Lorenzin: “Niente proroghe, è a rischio la salute dei bambini”


Dopo il ministro dell’Istruzione, anche quello della Salute boccia il piano della Lombardia per dare più tempo alle famiglie di mettersi in regola con le vaccinazioni dei loro figli. Quanto alle polemiche sulla legge, Lorenzin si è detta convinta che “quando entrerà a regime, ci darà grandi soddisfazioni in termini di salute pubblica”. Gradimento per la decisione della Francia di estendere l'obbligo vaccinale: “Stiamo costruendo un fronte europeo forte”.

01 SET - “È molto rischioso, e invito ad un atto di responsabilità sanitaria, offrire deroghe e proroghe” all’obbligo vaccinale previsto dalla legge per l’accesso a scuola, “perché si lascia aperta un’area di rischio che colpisce i più piccoli, che sono anche i più deboli”. Così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è intervenuta ai microfoni di Sky Tg 24 e risposto alla domanda su cosa ne pensasse del piano deciso dalla Lombardia per dare più tempo alle famiglie di mettersi in regola con le coperture vaccinali dei loro figli. Un piano che era stato già bocciato dal ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli.
 
Il ministro della Salute ha ricordato che “anche Francia e Germania sono intervenuti con provvedimenti seri e duri su vaccini a difesa più fragili”. Per Lorenzin è una questione “di sicurezza. I bambini piccoli sono tabula rasa sul piano delle difese immunitarie, abbiamo epidemie in corso”.
 
Commentando le polemiche che hanno accompagnato la legge, il ministro si è detta sicura che con il tempo saranno superate perché “quando la norma entrerà a regime, avremo grandi soddisfazioni in termini di salute pubblica”.

Importante per la lotta alle malattie prevenibili con le vaccinazioni è, secondo Lorenzin, anche il fronte che si sta creando a livello europeo. Proprio ieri il ministro della Salute francese ha annunciato che in Francia, a partire da gennaio, le vaccinazioni obbligatorie passeranno da 3 a 10. “Sono contenta che si stia creando un fronte europeo così forte, stiamo facendo un lavoro importante”. Lorenzin ha quindi annunciato che a breve incontrerà il collega francese e “forse avvieremo anche iniziative comuni a livello europeo”.

Quanto al via libera del Garante della Privacy alla possibilità per le scuole di inviare gli elenchi degli iscritti alle Asl, per Lorenzin, nel provvedimento “manca la parte più importante, relativa alla possibilità che le Asl comunichino direttamente con le scuole. Molte Regioni chiedono che siano direttamente le Asl a segnalare alla scuola i bimbi vaccinati e quello no, ma per ora il Garante non può intervenire per l’assenza di un appiglio regolatorio”.

Il ministro ha quindi anticipato in contenuti della nuova circolare che da lì a pochi minuti è stata diramata dal ministero della Salute e dal Miur per fornire nuove indicazioni sulle procedure per ottemperare alla legge. “Per iscrivere i propri figli a scuola – ha spiegato - basterà la copia di una richiesta di prenotazione dei vaccini che dimostri la volontà di adempiere all'obbligo vaccinale”. In pratica, ha spiegato Lorenzin, “laddove si presentassero difficoltà ad ottenere un appuntamento” con l’ambulatorio vaccinale per la prenotazione, “basterà la telefonata al Cup o una mail o una raccomandata con avviso di ricevimento alla Asl. Così diventa praticamente impossibile non dimostrare la volontà del genitore di voler vaccinare il figlio”, ha detto il ministro.

Il ministro ha poi rivolto ai genitori che ancora hanno dubbi sulle vaccinazioni a rivolgersi al proprio medico di famiglia e pediatra. “Parlate e fidatevi di loro, perché sono le persone più esperte, conoscono la storia dei vostri figli, e possono spiegare cosa sono i vaccini e come funzionano. Sono l’arma numero uno in difesa noi stessi e della comunità”. Per Lorenzin, “purtroppo abbiamo dimenticato cosa significa essere non vaccinati e le conseguenze che ne derivano”. Il ministro ha ricordato che è anche a disposizione un sito e un numero verde al quale chiamano in media tra le 1.000 e 1.500 persone al giorno. “Ma la maggior parte non chiama perché ha paura delle vaccinazione, quanto per avere informazioni sulle procedure previste dalla legge”, ha riferito il ministro.

01 settembre 2017
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