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Biotestamento. La Camera approva e ora si ricomincia dal Senato


La Camera ha approvato tra forti polemiche la proposta di legge che norma le Dichiarazioni anticipate di trattamento. Ora il provvedimento dovrà tornare all’esame del Senato (quasi certamente a settembre) che aveva già licenziato un testo oggi profondamento rivisto da Montecitorio. Gioisce la maggioranza alla quale si è aggiunto il voto favorevole dell'Udc, mentre Pd e Idv gridano alla legge scandalo e promettono battaglia.

12 LUG - Legge vergogna, legge necessaria, legge oscurantista, legge rispettosa, legge contraria alla dignità della vita, legge per la vita. Già da questo gioco di sponda di definizioni che si sono rincorse in questi mesi si capisce quanto questa legge abbia diviso il Parlamento e gli schieramenti politici.
 
Particolari polemiche ha provocato nel corso del dibattito l’approvazione dell’articolo 3 del provvedimento quello che reca “Contenuti e limiti della dichiarazione anticipata di trattamento” in quanto è il fulcro del provvedimento poiché affronta il tema dell’alimentazione e dell’idratazione assistita definendo anche la platea delle dichiarazioni anticipate di trattamento.
 
Secondo la nuova formulazione dell’articolo 3 approvata dalla Camera, diversa rispetto a quella del Senato, la dichiarazione anticipata di trattamento “assume rilievo nel momento in cui è accertato che il soggetto si trovi nell’incapacità permanente di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario e le sue conseguenze per accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale e, pertanto, non può assumere decisioni che lo riguardano. Tale accertamento è certificato da un collegio medico formato, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, da un anestesista-rianimatore, da un neurologo, dal medico curante e dal medico specialista nella patologia da cui è affetto il paziente. Tali medici, ad eccezione del medico curante, sono designati dalla direzione sanitaria della struttura di ricovero o, ove necessario, dalla azienda sanitaria locale di competenza”.
Il testo del Senato parlava invece di soggetto “in stato vegetativo non più in grado di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario e le sue conseguenze e per questo motivo non può assumere decisioni che lo riguardano”.


 
La ratiodi questo restringimento la spiega lo stesso relatore del provvedimento, Domenico Di Virgilio (Pdl) “è un chiarimento scientifico rispetto al precedente, un parziale restringimento della platea rispetto a prima perché il mio emendamento non fa più riferimento allo stato vegetativo, che oggi è messo in dubbio perché esistono prove scientifiche per cui questi soggetti si nutrono regolarmente, respirano senza aiuti delle macchine e hanno percezioni evidenziate da particolari risonanze magnetiche”.
Dunque, per Di Virgilio si tratta di “persone non terminali, ma disabili da aiutare”.
 
“Questo articolo – è stata la risposta del presidente del Pd, Rosy Bindi – soprattuto dopo gli emendamenti che avete estratto come un coniglio dal cappello all’ultimo momento, vanificano i lavori di due anni in Commissione. Con questo articolo vietate la dichiarazione anticipata di volontà, prima di questo provvedimento non era regolata, oggi è impedita”.

Tutto questo, ha aggiunto, “mosso dall’ipocrisia di chi dice che non avrebbe voluto nessuna legge, ma siccome è entrata un’autorità terza, il solito magistrato, è necessario normare. Chi vi parla era tentata dalla suggestione per nessuna legge, ma credo che il legislatore possa anche assumersi la responsabilità di normare una materia tanto delicata, se lo fa in modo mite, non invasivo”.

Chi vi parla, ha detto ancora la Bindi “non ha mai avuto certezze sul caso Englaro: mi sono chiesta se la volontà di Eluana fosse stata violata durante anni di accanimento terapeutico o nell’ultimo momento. L’unica certezza è che dobbiamo dire ‘no’ all’eutanasia e all’accanimento terapeutico. Siamo ancora in tempo – ha concluso – fermiamoci”.

 
Ma la Camera non si è fermata ed è andata avanti nell’esame dell’articolato fino alla sua approvazione definitiva. Ora il Ddl secondo le regole del parlamentarismo perfetto tornerà al Senato, presumibilmente già a settembre e lì sarà nuovamente battaglia parlamentare almeno stando alle dichiarazioni delle opposizioni Pd, Radicali e Idv in testa.
 
Resta ora da capire come questa maggioranza parlamentare, allargata all’occasione con i voti dell’Udc, ma non di Futuro e libertà, intende dare assistenza ai tanti malati e alle loro famiglie “lasciate – per dirla con le parole dell’onorevole Coscioni radicale elette nelle liste del Pd – in avvilente solitudine e abbandono, e per i quali i sedicenti difensori della vita non hanno mai sprecato un gesto, una sola parola”.
 
Qualora il testo dovesse essere approvato così com’è dal Senato già si ipotizza il ricorso alla Corte Costituzionale ed eventualmente anche il referendum popolare. Strumenti giusti e legittimi di una democrazia ma ci vorranno comunque anni “durante i quali – come ha detto Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani – si ripeteranno i drammi umani” che potrebbero essere evitati, forse, con una legge che dice “no” all’eutanasia e “si” al testamento biologico. 

12 luglio 2011
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