Testamento biologico. Slow Medicine: “Una sconfitta se ancora una volta non se ne farà nulla”
di Slow Medicine
Molte persone sono perfettamente consapevoli di come desiderano essere curate durante il decorso di una malattia, nel caso di un grave incidente e nelle ultime fasi della propria vita. Sarebbe una grande sconfitta se la legge, a causa di posizioni ideologiche, di convenienze politiche o in relazione ai diversi legittimi convincimenti religiosi, non subisca ulteriori ingiustificati rinvii o se fosse snaturata nei suoi elementi essenziali
09 FEB - In questi giorni è in discussione alla Camera il disegno di legge sul testamento biologico (disposizioni anticipate di trattamento), un provvedimento di grande rilevanza sul percorso dei diritti civili, con importanti risvolti sulla vita delle singole persone e che vede l’Italia uno degli ultimi Paesi dell’Unione Europea a non avere ancora una legge in questo settore.
Sarebbe una grande sconfitta se, ancora una volta, a causa di posizioni ideologiche, di convenienze politiche o in relazione ai diversi legittimi convincimenti religiosi, la legge dovesse subire ulteriori ingiustificati rinvii o se fosse snaturata nei suoi elementi essenziali, che a nostro avviso riguardano soprattutto:
· il diritto di ogni persona di essere informata sulle proprie condizioni di salute e di essere affiancata nel percorso decisionale;
· il diritto, garantito dalla Costituzione, di accettare, rifiutare o interrompere qualsiasi trattamento sanitario, compresi gli ausili di sostegno vitale;
· la possibilità per ogni persona di redigere le proprie disposizioni anticipate di trattamento (testamento biologico) con valore vincolante per i professionisti sanitari.
Molte persone sono perfettamente consapevoli di come desiderano essere curate durante il decorso di una malattia, nel caso di un grave incidente e nelle ultime fasi della propria vita. Le scelte, oltre che della situazione clinica, sono spesso l’espressione di valori, paure, convinzioni e aspettative personali e come tali devono essere sempre rispettate da parte del personale sanitario, anche nel caso vengano meno le capacità di discernimento o di comunicazione dell’interessato.
Tutte le persone devono essere adeguatamente informate e messe nelle condizioni di poter decidere in modo libero e autonomo quali cure accettare o rifiutare, senza dover subire ingiustificabili sofferenze e inutili vessazioni. Le leggi devono in ogni modo favorire, non ostacolare, questo percorso.
Slow Medicine fa appello alle forze politiche, alle autorità dello stato, ai parlamentari, ai cittadini di unirsi nello sforzo comune per arrivare alla sollecita approvazione di una legge che oltre ad essere un segno di civiltà è attesa da tantissime persone, molte delle quali in stato di grave sofferenza fisica e psichica.
Slow Medicine
09 febbraio 2017
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