Manovra. M5S: “Lavoratori con malattie invalidanti continuano a pagare assenze”
Bocciato un emendamento M5S che prevedeva di abrogare le ritenute economiche ai lavoratori che si assentano a causa di malattie croniche invalidanti. "Queste patologie compromettono lo stile di vita e di relazione delle persone che ne sono affette, ma non hanno le tutele lavorative. Eppure, obbligano il lavoratore che ne è affetto ad assentarsi con una certa frequenza dal lavoro, con le relative ritenute economiche effettuate sul suo stipendio".
23 NOV - “Purtroppo, come temevamo, la coincidenza tra Referendum e legge di Bilancio ha trasformato quest’ultima in una roccaforte di maggioranza e governo, che non approva neppure i provvedimenti buoni e di puro buonsenso. E’ il caso dell’emendamento Lorefice, bocciato appunto, sulla disciplina delle assenze dal lavoro per malattie dei lavoratori dipendenti e con il quale prevedevamo una modifica della Legge 133/2008, e l’estensione del trattamento più favorevole già previsto dai contratti collettivi o dalle specifiche normative di settore anche a quelle malattie croniche invalidanti e/o degenerative e a quei casi in cui è stato riconosciuto almeno il 75 per cento di invalidità del lavoratore”. Così i deputati M5S in commissione Affari Sociali.
“Queste patologie, elencate nel dm 329/99, compromettono lo stile di vita e di relazione delle persone che ne sono affette, ma non hanno le tutele lavorative previste nei casi di infortunio sul lavoro tanto per fare un esempio, o causa di servizio, oppure ricovero ospedaliero, day hospital, o assenze relative a patologie gravi che richiedano terapie. In questi casi non vengono effettuate ritenute economiche. Eppure, le malattie invalidanti e croniche, non previste dalla norma, obbligano il lavoratore che ne è affetto ad assentarsi con una certa frequenza dal lavoro per sottoporsi a visite specialistiche o terapie, con le relative ritenute economiche effettuate sul suo stipendio. Per quanto possa apparire assurdo, la nostra richiesta è stata bocciata”, concludono i 5 stelle.
23 novembre 2016
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