Epatite C. Barani (Ala) su trattativa secretata Aifa-Gilead: “Profili di responsabilità amministrativa e penale in capo a Pani e Melazzini”
Così in una nuova interrogazione il senatore, il presidente del gruppo Ala (verdiniani), torna a scagliarsi contro i vertici dell'Agenzia del farmaco. "La sottostima del numero dei soggetti affetti da epatite C, nel nostro Paese, in dispregio a tutti i dati epidemiologici all'epoca disponibili, potrebbe aver causato il lievitare del prezzo contrattato". In questo Barani ravvede possibili "profili di dolo". Chiesto l'intervento dell'Anac. IL TESTO
22 SET - Torna ancora una volta al centro del dibattito parlamentare la trattativa secretata tra Aifa e Gilead sui farmaci innovativi per la cura dell'epatite C. Questa volta, a sollevare la questione della mancata trasparenza sulla determinazione del prezzo di Sovaldi è stato
Lucio Barani, presidente del gruppo Alleanza Liberalpopolare-Autonomie (verdiniani) al Senato, con un'interrogazione rivolta ai ministri dell'Economia e della Salute, rispettivamente
Pier Carlo Padoan e
Beatrice Lorenzin.
"Nella negoziazione del prezzo del farmaco innovativo per la cura dell'epatite C, il 'sofosbuvir' (Sovaldi) l'Aifa avrebbe assunto una 'trattativa secretata', che, invece di garantire un prezzo accessibile al farmaco, si sarebbe conclusa con la determinazione di un altissimo costo del farmaco, tale che
un ciclo di cura completo costa poco meno di 40.000 euro per paziente, con un effetto molto negativo sulla spesa farmaceutica del Servizio sanitario nazionale, che vira sempre di più verso il 'rosso intenso'", spiega Barani.
"L'azienda produttrice, la Gilead - prosegue l'interrogazione - ha realizzato ingenti profitti ed è stata oggetto di pesanti critiche per il costo elevato del farmaco nel nostro Paese, al contrario di quanto avviene in Paesi come l'Egitto e l'India, divenute mete di una sorta di triste, ma necessario, 'turismo terapeutico'. In Egitto, ove il farmaco è in concessione dalla stessa Gilead, con
l'accordo stipulato dal Ministro della salute egiziano e la stessa casa farmaceutica,
il costo del farmaco è tale che un ciclo completo costa poco più di 800 euro. Quindi, in Italia, dove su autorizzazione dell'Aifa il farmaco viene distribuito dalla filiale italiana della Gilead,
una cura completa per portare alla guarigione un paziente, rispetto all'Egitto, costa il 5.000 per cento in più".
Tutto questo è avvenuto, spiega ancora Barani, nonostante il nostro Paese sia "uno dei Paesi europei con il maggior numeri di malati di epatite C". Infatti, nell'interrogazione si illustracome "tutti gli osservatori epidemiologici nazionali più qualificati (Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell'Istituto superiore di sanità; istituto nazionale di malattie infettive L. Spallanzani di Roma; progetto Dionysos), all'epoca della contrattazione del prezzo di Sovaldi, dichiaravano che
gli italiani affetti da epatite C erano tra 1,3 e 2 milioni (anche se alcune rilevazioni indicavano cifre ancora più alte); in Italia, dunque, la spesa totale del farmaco per far guarire tutti coloro che sono affetti da epatite C (considerando almeno 1,5 milioni di pazienti) avrebbe un costo di
circa 60 miliardi di euro, mentre lo stesso trattamento al medesimo numero di persone malate in Egitto, costerebbe 'soltanto' un miliardo e 200 milioni di euro. I numeri non si possono discutere, anzi parlano chiaro".
Alla luce di tutto questo, "tenuto conto dei gravissimi riflessi dell'elevato costo del farmaco sulla salute pubblica e sulla stessa sopravvivenza di centinaia di migliaia di pazienti, sarebbe urgente istituire una
commissione parlamentare d'inchiesta sulla negoziazione del prezzo del Sovaldi, che possa fare definitiva chiarezza sull'incredibile vicenda della 'trattativa riservata' e verificarne l'equità e la correttezza".
Nell'interrogazione Barani chiede quindi di sapere:
- se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e se non ravvedano gravi profili di illegittimità, relativamente alla "trattativa secretata", operata dai vertici dell'Aifa in merito alla determinazione del prezzo di Sovaldi, trattativa che parrebbe non rispondere ai principi delle peculiari normative del nostro Paese (trasparenza, accessibilità alle cure, volume stimato di vendita), ma che, invece, sembrerebbe violarle;
- se non ritengano che un'eventuale sottostima del numero dei soggetti affetti da epatite C, nel nostro Paese, abbia fatto lievitare notevolmente il prezzo contrattato dai vertici Aifa con la Gilead nella negoziazione del farmaco e che tale sottostima, in dispregio a tutti i dati epidemiologici all'epoca disponibili, non possa configurare ipotetici profili di dolo;
- se non riscontrino la possibile sussistenza di profili di responsabilità amministrativa e penale in capo al direttore generale dell'Aifa, Luca Pani, ed al presidente, Mario Melazzini, che sembrerebbero, secondo quanto risulta all'interrogante, avere sempre difeso il metodo della trattativa riservata;
- se il Ministro della salute non ritenga opportuno di doversi dimettere dall'incarico ricoperto, considerata, secondo l'interrogante, l'inadempienza nell'esercitare l'attività istituzionale di vigilanza e controllo sull'operato dell'Aifa;
- se i Ministri in indirizzo non intendano, per quanto di propria competenza, sensibilizzare l'Autorità nazionale anticorruzione, attenta ad occuparsi da giorni di stipendi pubblici, che necessariamente sono sottoposti alla trasparenza, ma che non sembra ritenere necessario controllare l'Aifa, che gestirebbe, con trattativa secretata, ciò che per il Paese comporterà, in totale, una spesa di ben 60 miliardi di euro.
22 settembre 2016
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