Nefrologi in audizione al Senato. “Problemi connessi a malattia renale cronica sono sottovalutati da cittadini e da autorità sanitarie”
Nell'ambito dell'Indagine conoscitiva sul Ssn Giorgio Battaglia, delegato ai rapporti con le istituzioni per la Società italiana di Nefrologia, ha sottolinea che la malattia renale cronica rappresenta uno dei maggiori problemi sociali e sanitari: sebbene i pazienti in dialisi siano solo lo 0,08 per cento della popolazione italiana, ciascuno di essi consuma fino a 25 volte il valore della spesa sanitaria pro capite".
29 GIU - I problemi connessi alla malattia renale cronica non sono percepiti adeguatamente dai cittadini e dalle autorità sanitarie. Ciò si registra nonostante la mortalità determinata da insufficienza renale sia addirittura superiore a quelle per tumori di prostata e mammella messe insieme. E’ l’allarme lanciato da
Giorgio Battaglia, delegato ai rapporti con le istituzioni per la Società italiana di Nefrologia, durante un’audizione in Commissione Igiene e Sanità al Senato. Battaglia ha inoltre osservato che “la malattia renale cronica rappresenta uno dei maggiori problemi sociali e sanitari: sebbene i pazienti in dialisi siano solo lo 0,08 per cento della popolazione italiana, ciascuno di essi consuma fino a 25 volte il valore della spesa sanitaria pro capite. Inoltre, da un recente studio, è emerso che il costo in tre anni di un paziente trapiantato di reni è di circa 95 mila euro, mentre nello stesso periodo di tempo il trattamento dei pazienti non trapiantati costa circa 123 mila euro”.
Da parte sua
Giuseppe Remuzzi, già presidente della Società internazionale di Nefrologia, ha puntato i riflettori su una criticità del sistema italiano: “Una parte rilevante delle dialisi che si effettuano nelle regioni meridionali italiane è correlata all'interesse economico dei centri privati specializzati, e che il sistema basato sui DRG può talora rappresentare, nell'ambito delle strutture pubbliche, un fattore di disincentivazione dei trattamenti sanitari alternativi alla dialisi o che possono prevenire la necessità di ricorso a quest'ultima”. Ugo Teatini, membro del Consiglio direttivo della Società italiana di Nefrologia, da parte sua ha rilevato che “ circa il 30 per cento dei pazienti accede alla dialisi senza che la propria patologia renale sia stata preventivamente segnalata”.
Per
Annalisa Silvestro (Pd) l'alta percentuale di pazienti che accedono alla dialisi senza essere stati preventivamente intercettati dal Servizio sanitario nazionale è indice di un problema di prevenzione e di educazione sanitaria.
Luigi D’Ambrosio Lettieri (CoR) ha invece stigmatizzato la mancanza di appropriatezza nel settore della nefrologia e ha espresso preoccupazione per la riferita esistenza di interessi economici privati che si muovono in una direzione diversa da quella dell'assistenza ottimale al paziente. La presidente
Emilia Grazia De Biasi (Pd) ha sottolineato che ormai maturo il tempo per una riflessione in ordine alla scelta dei DRG quale criterio regolatore nell'ambito del Servizio sanitario nazionale.
Di seguito il testo integrale dell'audizione dei rappresentanti della Società italiana di nefrologia e della Società internazionale di nefrologia che si è svolta oggi nell'ambito dell'Indagine conoscitiva sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale.
Il professor
Battaglia evidenzia innanzitutto le dimensioni delle problematiche connesse alla malattia renale cronica, sottolineando che, sebbene la mortalità determinata da insufficienza renale sia addirittura superiore a quelle per tumori di prostata e mammella messe insieme, il pericolo posto da tale patologia appare non adeguatamente percepito dai cittadini e dalle autorità sanitarie.Fa rilevare che la malattia renale cronica rappresenta uno dei maggiori problemi sociali e sanitari: sebbene i pazienti in dialisi siano solo lo 0,08 per cento della popolazione italiana, ciascuno di essi consuma fino a 25 volte il valore della spesa sanitaria pro capite. Inoltre, da un recente studio, è emerso che il costo in tre anni di un paziente trapiantato di reni è di circa 95 mila euro, mentre nello stesso periodo di tempo il trattamento dei pazienti non trapiantati costa circa 123 mila euro.
Fornisce quindi elementi informativi in merito alla rete nefrologica italiana, ponendo in evidenza come in alcune regioni, soprattutto nel Meridione, le strutture private eroghino trattamenti dialitici in assenza di coordinamento con le strutture pubbliche e senza che il malato sia informato della propria malattia e di tutte le possibili forme di trattamento.
Il professor
Remuzzi, dopo aver ricostruito le attività delle nefrologie, riferisce che, secondo i dati forniti dalla rivista Lancet, nel 2010 il numero di morti per malattia renale cronica ha fatto registrare il maggiore incremento tra le 25 più importati cause di morte. Soggiunge che la ridotta funzione renale rappresenta il quinto tra i fattori di rischio per la salute. Dopo essersi soffermato sui costi a livello globale correlati alla dialisi delle persone affette da patologie renali, fa presente che il trattamento appropriato dei pazienti affetti da malattia renale cronica consente di evitare o ridurre il numero delle dialisi: in particolare, risulta che l'età media dei pazienti che accedono al trattamento di dialisi sia passata, a Bergamo, dai 48 anni di metà degli anni 90 ai 72 anni del 2014.
Pone infine in rilievo, in termini critici, che una parte rilevante delle dialisi che si effettuano nelle regioni meridionali italiane è correlata all'interesse economico dei centri privati specializzati, e che il sistema basato sui DRG può talora rappresentare, nell'ambito delle strutture pubbliche, un fattore di disincentivazione dei trattamenti sanitari alternativi alla dialisi (o che possono prevenire la necessità di ricorso a quest'ultima).
Il professor
Teatini evidenzia, in primo luogo, che circa il 30 per cento dei pazienti accede alla dialisi senza che la propria patologia renale sia stata preventivamente segnalata.
Si sofferma, quindi, sulle macroattività, sugli indicatori e sulle modalità per affrontare l'insufficienza renale.
Quanto alle macroattività, esse consistono nella promozione di piani di trattamento per i pazienti con specifici percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali (che consentono diagnosi precoci e prevenzione); nel favorire una terapia dietetica nutrizionale in tutti gli stadi di malattia insieme con modificazioni dello stile di vita; nel promuovere i trapianti da donatori viventi.
Quanto agli indicatori, essi sono rappresentati da: riduzione della percentuale di soggetti con malattia renale cronica rispetto alla popolazione generale; percentuali di pazienti che non si giovano di una terapia dialitica e vengono indirizzati a terapie conservative; numero di pazienti in dialisi assistita a domicilio (con assistenza infermieristica o teleassistenza).
Rispetto alle modalità, segnala l'importanza di avere un interlocutore istituzionale che possa individuare, insieme con i nefrologi, un disegno strategico orientato su una migliore organizzazione dei servizi e su una maggiore responsabilizzazione di tutti gli attori dell'assistenza, anche attraverso banche dati regionali per individuare la popolazione a rischio.
Seguono interventi per la formulazione di quesiti e considerazioni.
La senatrice
Silvestro (PD) rileva che l'alta percentuale di pazienti che accedono alla dialisi senza essere stati preventivamente intercettati dal Servizio sanitario nazionale è indice di un problema di prevenzione e di educazione sanitaria. Ritiene, a tale riguardo, che debba essere più incisivo il ruolo dei medici di medicina generale, anche con il supporto di altre figure professionali.
Il senatore
Scavone (AL-A) pone in rilevo le differenze tra la configurazione dell'assistenza nefrologica del Nord Italia e quella del Sud del Paese, sottolineando al contempo l'importanza degli investimenti per la gestione domiciliare dei pazienti, che a suo avviso consentirebbe risparmi di spesa e rappresenterebbe anche un modo per contrastare il sistema affaristico connesso alle dialisi. Domanda l'opinione degli auditi in tema di utilizzo della dialisi peritoneale.
La senatrice
Dirindin (PD), relatrice per la procedura informativa, domanda delucidazioni sul costo dei trattamenti per pazienti nefrologici trapiantati. In merito alla segnalata presenza di cospicui interessi economici dietro la gestione dei centri privati specializzati nella dialisi, chiede se risultino attualmente correlati fenomeni di tipo corruttivo. Conclude facendo proprio l'auspicio che i nefrologi possano avere interlocutori istituzionali sensibili alle istanze di innovazione ed efficientamento del sistema, ad ogni livello di governo.
La senatrice
Padua (PD) esprime stupore e preoccupazione per taluni degli elementi informativi forniti dagli auditi, in particolare per ciò che attiene alle situazione presente nel Sud del Paese (a suo giudizio meritevole di approfondimenti) e alle problematiche connesse al sistema dei DRG. Soggiunge che dalle relazioni svolte risulta rafforzata la necessità di maggiori investimenti nel settore della prevenzione.
La senatrice
Bianconi (AP (NCD-UDC)) esprime il convincimento che le problematiche connesse all'attività dei medici di medicina generale debbano essere urgentemente affrontate, anche alla luce dei dati forniti sui pazienti dializzati in precedenza "sconosciuti" al sistema sanitario.
Concorda con i rilievi già formulati in merito alla necessità di investire su tutti gli aspetti connessi alla prevenzione.
Chiede ulteriori elementi di delucidazione in merito alle riferite differenze tra le diverse aree geografiche del Paese per ciò che attiene all'organizzazione e gestione del servizio di dialisi.
Domanda, infine, se ad avviso degli auditi il Centro nazionale trapianti faccia registrare un funzionamento soddisfacente o vi siano delle criticità alle quali porre rimedio.
Il senatore
D’Ambrosio Lettieri (CoR), relatore per la procedura informativa, stigmatizza la mancanza di appropriatezza nel settore della nefrologia ed esprime preoccupazione per la riferita esistenza di interessi economici privati che si muovono in una direzione diversa da quella dell'assistenza ottimale al paziente.
Chiede se le società scientifiche operanti nel settore della nefrologia coltivino rapporti produttivi con le amministrazioni regionali, sulla falsariga di quanto avviene nell'ambito della Regione Puglia.
Il senatore
Floris (FI-PdL XVII) esprime il convincimento che non sia possibile tracciare una linea di demarcazione che separi nettamente le strutture pubbliche da quelle private, per ciò che attiene all'appropriatezza ed all'eticità delle condotte. Fa presente che tutto il privato cosiddetto accreditato è comunque sottoposto al controllo di organismi pubblici, e che anche alcuni centri pubblici risultano talora operare non all'insegna dell'appropriatezza. Chiede delucidazioni in merito ai dati forniti dagli auditi nel corso delle proprie relazioni.
La Presidente De Biasi (PD) osserva che è ormai maturo il tempo per una riflessione in ordine alla scelta dei DRG quale criterio regolatore nell'ambito del Servizio sanitario nazionale. Soggiunge che appare meritevole di considerazione anche il tema del rapporto tra i diversi comparti sanitari, sottolineando come le nefrologie dovrebbero essere chiamate ad occuparsi non solo delle acuzie ma anche degli aspetti connessi alla prevenzione. Conclude evidenziando l'importanza degli indicatori di valutazione ed auspicando approfondimenti sulle tematiche della ricerca e dell'innovazione.
Il professor
Remuzzi replica in merito al possibile contributo dei medici di medicina generale alle attività di prevenzione, sulla dialisi peritoneale, sulle tematiche dell'innovazione e della ricerca, sulle criticità connesse ai DRG, sui rischi connessi alla creazione di situazioni di oligopolio privato nel settore della dialisi, sulla condizione del Centro nazionale trapianti e sulle problematiche connesse al cosiddetto privato accreditato.
Il professor
Battaglia riferisce della propria esperienza, nell'ambito della Regione Siciliana, nel delicato settore della gestione della dialisi attraverso centri privati, evidenziando l'importanza delle attività di audit.
Il professor
Teatini, intervenendo a sua volta in replica, si sofferma sugli apporti alla nefrologia delle associazioni dei malati, sulle procedure di approvvigionamento centralizzato per all'abbattimento dei costi, sulle peculiarità dell'assistenza domiciliare ed infine su alcune inedite problematiche sanitarie legate all'assistenza ai pazienti nefrologici extracomunitari.
29 giugno 2016
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