Stabilità. Taranto (Fp Cgil): “Nessuna risorsa aggiuntiva. Assunzioni sono una beffa”
Il sindacato critica la proposta emendativa del governo che prevede nuove assunzioni e stabilizzazioni in sanità dai risparmi derivanti dalle nuove norme sulla medicina difensiva. “Si tratta solo di una beffa per camuffare, invano, la conferma dei pesanti tagli al Servizio sanitario nazionale”.
11 DIC - “Un'ennesima, doppia, presa in giro: non c'è alcuna risorsa aggiuntiva per le nuove assunzioni, per altro già previste, mentre per rispondere alla direttiva europea sull'orario di lavoro si programmano nuove sacche di precariato”. Ad affermarlo è la segretaria nazionale della Fp Cgil,
Cecilia Taranto, in merito all'emendamento in legge di Stabilità per nuove assunzioni in Sanità, nel precisare che “si tratta solo di una beffa per camuffare, invano, la conferma dei pesanti tagli al Servizio sanitario nazionale che lo condanneranno a un declino inesorabile, in modo particolare per le regioni sottoposte al piano di rientro che si vedono negate tutte le possibilità di assunzione”.
Nel merito, osserva Taranto, “delle preannunciate assunzioni non c'è traccia alcuna perché non si prevede una sola risorsa aggiuntiva. Inoltre si confermano tutte le procedure già previste dalla precedente normativa, ad eccezione di due cose: la tempistica per la maturazione dei requisiti e la modifica della platea di riferimento, con l'inclusione di tutte le forme atipiche di lavoro, ma solo per medici e infermieri”. Ancora poi, precisa la segretaria della Funzione Pubblica Cgil, “per affrontare il nodo della regolarità dell'orario di lavoro in sanità, come imposto dall'Unione Europea, il governo prevede nell'emendamento l'autorizzazione alla crescita di nuova precarietà, per i primi cinque mesi del prossimo anno”.
Per questo, ribadisce Taranto, “confermiamo quindi la nostra contrarietà: non servono trucchi, non servono deroghe e non servono proroghe. Servono più risorse per la Sanità, così come servono le giuste risorse per rinnovare il contratto della Sanità, scaduto da troppi anni. Ma appare sempre più chiaro il progetto del governo, quello in linea con chi sostiene che la sanità complementare è ormai necessaria, abbattendo i livelli essenziali di assistenza e gli stipendi delle lavoratrici e dei lavoratori. Non è ciò che vogliamo e non è ciò che i cittadini si meritano: vogliamo una sanità di qualità e pubblica, per tutti”, conclude.
11 dicembre 2015
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