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Alla Camera il ricordo di Monicelli provoca scontro su eutanasia


Questa mattina nell’Aula di Montecitorio il ricordo del grande regista Mario Monicelli, morto suicida, è diventato scontro sull’eutanasia. La radicale Rita Bernardini nell’evocare la dolce morte ha invitato tutti i parlamentari ad “avviare almeno una riflessione”. Ma Paola Binetti (Udc) le ha risposto affermando che il ricordo del regista non può diventare “uno spot che sia pro-eutanasia”.

01 DIC - Tra i primi a prendere la parola questa mattina nell’Aula di Montecitorio, per ricordare il maestro Mario Monicelli morto suicida, è stato Walter Veltroni “Era un uomo coerente – ha detto il deputato Pd – e anche l’ultimo atto della sua vita gli assomiglia. Ha vissuto, non si è lasciato vivere e non si è lasciato morire. Ha deciso di andarsene. Era un italiano con la schiena dritta, che amava il suo Paese, un Paese che guardava criticamente e ne ha raccontato per molti anni storia e i mutamenti”,
“Monicelli – ha aggiunto Veltroni – sapeva unire commedia e dramma e aveva una comicità sanamente cattiva, ma la comicità è sempre cattiva “.
“A Monicelli – sono le parole del deputato del Pd – interessavano gli ultimi, come la banda scalcagnata de I Soliti ignoti.
Negli ultimi anni lo sguardo di Monicelli si era fatto più cupo e persino il suo sguardo si stava spegnendo. Non gli piaceva l’Italia di oggi, non gli piaceva la mortificazione della sua vita culturale, contro la quale ha usato le ultime parole del suo impegno civile.
Mario pensava che ribellarsi fosse giusto e lo disse una volta, recentemente, a dei ragazzi di una scuola. Noi tutti – ha concluso Veltroni –, che rispettiamo la sua scelta ultima, lo rimpiangiamo, semplicemente, senza nessuna tristezza e con molta riconoscenza”.
 
È stata poi la volta di Rita Bernardini, radicale del Pd che con il suo intervento ha innescato le polemiche sull’eutanasia “Vorrei chiedere a quest’Aula di riflettere sul modo con il quale il maestro Monicelli ha scelto di lasciare la vita” Questo l’attacco della Bernardini  che ha proseguito dicendo “Evidentemente egli non riteneva più di dover continuare e ha scelto il suicidio, ha scelto di buttarsi dal balcone.
Ebbene, vorrei dire che quest’Assemblea dovrebbe riflettere su come alcune persone che non ce la fanno veramente più sono costrette a lasciare la vita anziché poter morire, magari con i propri cari accanto, con il metodo della ‘dolce morte’. Credo che almeno una riflessione il maestro Monicelli ce la imponga con il suo gesto”
 
Al pronunciare le parole “dolce morte” si è scatenata la deputata ex Pd ora Udc, Paola Binetti che è intervenuta affermando “Niente spot pro-eutanasia, Non si può approfittare della disperazione di un uomo, non si può trattare di questo per fare uno spot che sia pro-eutanasia”.
La Binetti ha poi insistito negando che il suicidio possa rappresentare un gesto di libertà “Per piacere finiamola, questi sono uomini disperati, non è un gesto di libertà, è il gesto di solitudine e di smarrimento”.
Per la deputata dell’Udc “Monicelli è morto solo perché l’abbiamo lasciato solo, perché l’hanno lasciato solo i suoi amici”. Il suo ha continuato la Binetti “è un gesto di disperazione, è un gesto di solitudine. Forse non ci si è accorti di quanto era depresso, di quanto fosse profondo questo senso di smarrimento esistenziale. Basta credere che morire sia libertà perché qualcuno non ti dà una mano”.
Infine la Binetti, che è anche medico, ha aggiunto “dobbiamo interrogarci sul ruolo della medicina, dobbiamo andare incontro agli anziani e a chi è solo”.
 
Infine è stata la volta del deputato del Pdl, Enrico La Loggia, secondo il quale “Monicelli va ricordato per quello che ha dato alla cultura del nostro Paese in 50anni di attività. Nessuno alla Camera dei deputati può strumentalizzare un gesto disperato quasi come fosse un gesto da seguire. Dobbiamo interrogarci tutti su quel gesto fatto da un uomo di tale livello”. Poi rivolgendosi ai deputati dell’opposizione ha aggiunto “Mai, mai, mai il suicidio, ma sempre la speranza. Questo è il compito di tutti noi rappresentanti eletti del popolo italiano. Questo è il nostro compito”. 
S. S.

01 dicembre 2010
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