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Legge di Stabilità. Papotto (Cisl Medici): “Norme davvero pessime”


Il segretario del Sindacato è chiaro: “Anziché affrontare col dovuto rigore i fenomeni dilaganti del malaffare e della corruzione, anziché combattere l’espatrio dei capitali (e dei cervelli) e contribuire al rilancio del sistema Paese, ci si passi la metafora: le mani del tutto inesperte della politica affondano il bisturi senza neppur conoscere quel po’ di anatomia necessaria”.

28 NOV - “Una riflessione non banale a proposito delle norme contenute nella legge di stabilità approvata ieri al Senato non può essere disgiunta dall’analisi preliminare di come si è arrivati all’approvazione stessa” lo ha dichiarato Biagio Papotto, Segretario Generale Cisl Medici, che ha così proseguito: “una volta di più, seguendo una prassi consolidata – cui ogni governo, di qualsivoglia estrazione e colore, appare evidentemente non resistere – si è infatti posta la questione di fiducia. Si dice sempre, un po’ perché è vero e un po’ pretestuosamente, che lo si fa per abbreviare i tempi, evitare gli ostruzionismi, verificare la compattezza della maggioranza.… Può darsi”.
 
“Se si va oltre il semplice ripetere queste parole – prosegue Papotto - è più che legittimo il dubbio che un Paese libero e maturo non debba temere le critiche costruttive, non debba sempre arrivare all’ultimo momento e non debba temere qualche franco tiratore sempre in agguato”.
 
“Questa ed altre considerazioni possono essere discusse, condivise, osteggiate, ma non negate.
Il principio stesso alla base di qualsiasi democrazia propriamente intesa è la partecipazione corale al benessere e al progresso comune.E proprio qui stanno le dolenti note” – continua il Segretario Generale della Cisl Medici – “almeno per quanto concerne uno sguardo d’insieme, forzatamente limitato, alle norme che riguardano la sanità pubblica”.
 
“Se da un lato, infatti, non vogliamo entrare nel merito di alcune vere e proprie cospicue e generose “elargizioni” concesse per ragioni che con un eufemismo potremmo definire “non del tutto chiare”, salta immediatamente agli occhi anche dell’osservatore meno attento che la sanità pubblica italiana sta per essere investita da un vero e proprio ciclone che poco avrà da invidiare a quelli – tristemente noti in questi giorni – di estrazione asiatica. La’ è la furia degli elementi, qui lo zelo di “tagliare”. E dove farlo con maggior possibilità di successo? Dov’è che sembrano esserci distributori di contante? Nei campi in cui – per tentare di assicurare un minimo di servizi indispensabili ai cittadini – sembra che si spenda di più (cosa del tutto falsa se si facesse un minimo di esame obiettivo di costi e benefici, di comparazioni a parità di risultati ottenuti… se si facesse).Il SSN spende 100? Bene, si potrà certamente fare le stesse cose con 90, ma forse anche con 80, e perché no…siamo talmente bravi da farcela anche con 70, fingendo di dimenticare ( o – cosa ancor più grave – ignorando ) che siamo già da anni in condizioni di precario equilibrio”.
 
“Il personale, le attrezzature, l’organizzazione” – aggiunge Papotto – “soffrono di carenze che solo l’abnegazione dei lavoratori rendono meno evidenti. Il blocco del turn-over, il taglio dei posti letto, il congelamento di anno in anno dei contratti di lavoro non sono bastati. Adesso si taglia di oltre 1 miliardo. E con la stessa mano si finanziano altre spese. E i cittadini se la prendono con le strutture pubbliche”.
 
“Anziché affrontare col dovuto rigore i fenomeni dilaganti del malaffare e della corruzione, anziché combattere l’espatrio dei capitali (e dei cervelli) e contribuire al rilancio del sistema Paese, ci si passi la metafora: le mani del tutto inesperte della politica affondano il bisturi senza neppur conoscere quel po’ di anatomia necessaria”
 
“Per la dignità dei propri associati, ma anche per la coscienza civile che questo Paese merita”, - conclude Papotto – “la CISL Medici dice con forza no all’ennesimo grave attacco alla sanità in Italia e cercherà, assieme alla Confederazione e alle altre organizzazioni, ogni possibile forma di mobilitazione e pressione per modificare, emendandole, le norme davvero pessime approvate ieri”.

28 novembre 2013
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