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"Nascere sicuri". Al via l’indagine conoscitiva del Senato sui punti nascita


Dopo le vicende di malasanità di quest’estate la XII commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, al fine arginare una pericolosa “psicosi da parto”, ieri ha dato il via ad un’indagine conoscitiva sul percorso nascita. Nella prospettiva si è detto “di risalire alle cause della fenomenologia negativa riscontrata negli ultimi tempi”.

28 OTT - La cronaca detta l’agenda della politica. A volte succede. Specie dopo i casi di malasanità di quest’estate, protagoniste, loro malgrado, donne con i loro neonati in alcune sale parto del nostro Paese. Arginare un pericoloso fenomeno quello della “psicosi da parto”, così l’ha definita il presidente della Commissione Igiene e sanità Antonio Tomassini (PdL), relatore dell’indagine che ha preso il via ieri sul “percorso nascita e sulla situazione dei punti nascita con riguardo all’individuazione di criticità specifiche circa la tutela della salute della donna e del feto e sulle modalità di esercizio dell’autodeterminazione della donna nella scelta tra parto cesareo o naturale. Nascere sicuri”.
 
La commissione ha ritenuto opportuno “svolgere una valutazione” sulle modalità di assistenza al parto e sui percorsi nascita e di tutela della salute sia della madre che del bambino “nella prospettiva di accertare l’effettiva funzionalità delle strutture che si occupano di nascita”.
Questo si legge nel resoconto parlamentare della seduta di ieri della Commissione che lavorerà gomito a gomito con le altre Commissioni parlamentari che stanno approfondendo questa problematica.
 
Se è vero che in Italia il tasso di natalità è “pari a 1,33 figli per donna in età fertile, e in termini percentuali prossimo allo zero, in quanto per anno il numero dei nati è quasi uguale a quello dei deceduti senza considerare che l’Italia è un paese a elevato tasso di invecchiamento” è importante che venga garantito “il diritto di partorire in sicurezza, nella prospettiva di impedire che disservizi sanitari o falsi allarmismi si vadano ad aggiungere alle altre cause economiche e sociali che disincentivano le giovani coppie dal mettere al mondo dei figli”.
 
Altro obiettivo dell’indagine è raccogliere dati e informazioni utili al fine di “elaborare una mappatura del numero dei punti nascita presenti nel territorio italiano in rapporto al numero degli abitanti e alle criticità logistiche territoriali”. In particolare, si legge nel documento, è “opportuno svolgere un’analisi circa il numero totale di parti e di tagli cesarei, anche a livello comparato tra le diverse Regioni”.
 
L’indagine punterà la lente anche sul personale per verificarne l’adeguatezza sul piano quantitativo e qualitativo verificando l’esistenza di corsi di aggiornamento “specifici e di procedure concordate in caso di patologie e emergenze in ambito ostetrico-neonatale”.
Ma attenzione sarà dedicata anche alle strutture verificandone l’adeguatezza rispetto “alle linee guida in materia di ostetricia, anche in coordinamento con la rete dell’emergenza di I e II livello, incluso il programma di trasporto in utero”.
 
Nel corso del dibattito seguito alla relazione del presidente Tomassini, la senatrice Bonelli (Pd) ha sottolineato come l’indagine può offrire “l’occasione per verificare le criticità che attengono alla scarsa offerta di anestesisti dedicati presso i punti nascita”. D’accordo con lei il senatore Rizzi (Lnp) che ha manifestato “l’esigenza di integrare il programma delle audizioni con gli anestesisti dedicati alla anestesia in travaglio”. 
 
Stefano Simoni

28 ottobre 2010
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