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Pari Opportunità. La delega a Maria Cecilia Guerra e Letta difende la scelta


In una lettera al Corriere della Sera il primo ministro ha difeso la sua scelta dopo le dimissioni del ministro Idem. "Nessun annacquamento delle pari opportunità nel programma del mio esecutivo", scrive Letta rispondendo alle critiche di Barbara Stefanelli sempre sul Corriere.

28 GIU - Dopo le dimissioni del ministro Josefa Idem a seguito delle polemiche che l’hanno investita per sospette irregolarità fiscali e contributive, il presidente del Conglio Enrico Letta ha affidato la delega per le Pari Opportunità al vice ministro del Lavoro e Politiche Sociali Maria Cecilia Guerra.
 
Una scelta che ha trovato le critiche del Corriere della Sera e alle quali lo stesso Letta ha risposto così:
 
La forma - si sa - è sostanza. Talvolta, però, appiattiti sulla superficie formale di una questione, rischiamo di smarrirne il senso e, appunto, la sostanza.
È il caso, a mio parere, della polemica nata intorno all'assegnazione della delega sulle Pari Opportunità a Maria Cecilia Guerra dopo le dimissioni di Josefa Idem. «Una infelice non-scelta» l'ha definita ieri Barbara Stefanelli su questo giornale, presagendo un arretramento del governo sul terreno delle questioni di genere.

Non è così. Anzi, colgo subito l'occasione per ribadire qui un impegno: non ci sarà nessun arretramento da parte nostra. Nessun annacquamento delle pari opportunità nel programma del mio esecutivo. Del resto, se non reputassi - e da sempre - la questione prioritaria, non avrei formato il governo col maggior numero di donne della vita della Repubblica. Allo stesso modo, se avessimo sottovalutato la questione non avremmo investito proprio il viceministro Guerra della delega. È la sua storia personale a restituire, meglio di quanto non possa fare io con questo breve intervento, il senso di quella che è stata una scelta a tutti gli effetti. Una scelta ragionata che rivendico perché figlia non solo del legame, certo non opinabile, tra lavoro, affari sociali e politiche di genere, ma anche del percorso accademico e politico del viceministro, tutto all'insegna di temi che incrociano trasversalmente le pari opportunità: dal welfare familiare a quello territoriale, fino all'analisi degli strumenti e dei servizi utili anche alla conciliazione. Il suo profilo professionale e la sua comprovata sensibilità in materia sono alla base della nostra decisione, non certo una coincidenza o un elemento accessorio da trattare al rango di inciso.
 
Quanto agli aspetti formali, è noto che i viceministri partecipano alle riunioni del Consiglio dei ministri ratione materiae . Sarà lì, e più in generale con i fatti, che Maria Cecilia Guerra saprà dimostrare l'opportunità - anzi la «felicità» - del percorso che ci ha indotto ad attribuirle una responsabilità così cruciale per la modernizzazione, culturale anzitutto, della nostra comunità.

 
Enrico Letta

28 giugno 2013
© Riproduzione riservata

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