Primo soccorso nelle scuole: ddl presentato in Senato
Il presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato e il segretario della stessa, Luigi D’Ambrosio Lettieri, sono i primi firmatari di una proposta di legge per inserire l’insegnamento delle tecniche di primo soccorso nelle scuole secondarie di secondo grado. Sono quasi 100 mila le persone che in Italia muoiono ogni anno per infarti o traumi improvvisi. Un intervento corretto e tempestivo potrebbe salvare la vita al 30% di loro.
15 OTT - Lezioni di primo soccorso a scuola. È stato presentato al Senato, un disegno di legge che si propone, attraverso l'obbligatorietà dell'insegnamento del primo soccorso nella scuola secondaria di secondo grado con corsi teorici e pratici, di sensibilizzare gli studenti al primo soccorso, fornire una preparazione adeguata ad affrontare situazioni di emergenza, rendere gli studenti coscienti di rischi e benefici di manovre errate o corrette in caso di primo soccorso e, non ultimo, di stimolare e far crescere la coscienza e la solidarietà civile che si esprime anche nella disponibilità a soccorrere chi sta soffrendo o è in pericolo di vita e ha bisogno di aiuto.
Primi firmatari del provvedimento sono il presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato e il segretario della stessa, Luigi D’Ambrosio Lettieri,
“Il disegno di legge - spiega D’Ambrosio Lettieri - riprende, senza soluzione di continuità, gli esiti prodotti dal lungo lavoro condotto nel corso della campagna "Una firma per la vita", partita a Taranto nel 2005, progressivamente estesa a livello nazionale e culminata nel luglio 2008 nella raccolta di 93 mila firme a sostegno di un'iniziativa legislativa popolare. Questo ddl fa propri impianto e contenuti della proposta di iniziativa popolare, condividendone pienamente la finalità principale e prioritaria: quella di formare una cultura dell'emergenza intesa come conoscenza, da parte di tutti i cittadini, delle tecniche elementari del primo soccorso, intervenendo in via diretta sui ragazzi a scuola, ovvero nel contesto formativo naturale, anche allo scopo di innescare un processo virtuoso che favorisca la successiva veicolazione delle conoscenze acquisite in famiglia”.
Nel nostro Paese, ogni anno, si verificano numerosi decessi per cause improvvise. Almeno 60 mila cittadini muoiono in conseguenza di un arresto cardiaco, di genesi spesso talmente improvvisa da non essere preceduto da alcun sintomo o segno premonitore. Altri 23 mila cessano di vivere in conseguenza di un trauma inatteso che si verifica negli ambienti di vita e di lavoro ed almeno 6 mila delle morti da trauma sono dovute ad incidente stradale e riguardano, in particolare, la fascia tra i venti ed i trent'anni di età. Le cifre diventano ancora più drammatiche se proiettate su scala sovranazionale: in Europa sono almeno 42 mila all'anno le morti per incidenti stradali e oltre 170 mila le persone che, per la stessa ragione, riportano conseguenze invalidanti permanenti. Il tutto con un costo economico e sociale che per i soli incidenti stradali supera nel nostro continente i 160 milioni di euro, pari al 2% del prodotto interno lordo.
“La letteratura scientifica internazionale - prosegue il senatore - ha ampiamente dimostrato che, sia in caso di arresto cardiaco improvviso sia nell'evenienza di un trauma, un intervento di primo soccorso tempestivo e metodologicamente adeguato può contribuire, in modo statisticamente significativo e comunque determinante, a salvare almeno il 30% delle persone colpite. Se si riferisce il dato all'Italia e lo si esprime in termini assoluti, significa che delle 164 persone che ogni giorno muoiono improvvisamente nel nostro paese a causa di un arresto cardiaco o problemi cardiovascolari in genere, almeno 50 potrebbero essere salvate semplicemente intervenendo in tempo, con soccorsi appropriati”.
Ma è proprio la scarsa conoscenza delle manovre di primo soccorso, unita all'inevitabile finestra di tempo che si apre prima dell'intervento degli operatori del 118, anche quando assicurato con la massima tempestività, a ridurre sensibilmente sia le chances di sopravvivenza che le possibilità di contenere i possibili esiti invalidanti dell'evento. “Per queste ragioni - conclude D’Ambrosio Lettieri - occorre che le tecniche di primo soccorso diventino un bagaglio di conoscenza comune e diffusa. Un'esigenza irrinunciabile della comunità civile, che non a caso ha anche trovato una forte e organizzata espressione anche dal basso”.
15 ottobre 2010
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