Femminicidio, sì anche dal Senato a Convenzione di Istanbul
Questa mattina l’Aula di Palazzo Madama ha approvato definitivamente il ddl di ratifica della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e lotta alla violenza contro le donne. La Convenzione impone di punire una serie di comportamenti contro le donne tra cui lo stalking, la violenza fisica e le molestie sessuali.
19 GIU - Con 274 voti favorevoli, nessun contrario e un'astensione il Senato ha approvato definitivamente il Ddl di ratifica ed esecuzione della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e lotta alla violenza contro le donne, già approvato dalla Camera dei deputati. Prima della votazione la Vice Presidente Lanzillotta ha invitato l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio, in ricordo di tutte le donne vittime di violenza. Il provvedimento per l’Italia è legge ma per dispiegare i suoi effetti ha bisogno delle ratifiche di almeno altri cinque Stati (ne servono dieci di cui almeno otto membri del Consiglio d’Europa). Altrimenti la carta dei diritti delle donne resta è tale ma solo sulla carta.
“È un giorno importante – ha commentato il ministro per i rapporti con il Parlamento
Dario Franceschini – l'Italia fa un fondamentale passo avanti nel contrasto alle violenze sulle donne”.
Ora ha aggiunto il ministro “non possiamo perdere altro tempo: nel 2012 sono stati ben 124 i casi di femminicidio e la tendenza delle violenze nel 2013 è purtroppo ancora pesante e cruenta. Adesso governo e Parlamento dovranno impegnarsi per realizzare tutte le misure necessarie a contrastare, reprimere e prevenire le violenze e a proteggere le vittime”.
Soddisfazione anche da parte della presidente della Camera,
Laura Boldrini, la quale attraverso una nota ufficiale ha fatto sapere che “la ratifica della Convenzione di Istanbul da parte del Senato, all’unanimità come già era successo alla Camera tre settimane fa, è motivo di soddisfazione e orgoglio. Il segno più tangibile dell’impegno di questo Parlamento su un tema cruciale come quello della violenza alle donne”.
La ratifica è un primo passo per, si spera, mettere la parola fine a questa che sta diventando una vera e propria piaga. Il ministro
Beatrice Lorenzin, questa mattina intervenendo a Roma alla presentazione del Rapporto 2012 della Croce Rossa Italiana ha detto di aver “seguito con grande attenzione il tema della violenza sulle donne e stiamo predisponendo con il ministero un piano nazionale contro la violenza, il Codice Rosa. Un approccio integrato di aiuto in pronto soccorso alle donne, che puo' far aumentare le denunce del 2-300% rispetto alla media ospedaliera”.
E in effetti Lorenzin il 4 giugno scorso illustrando alle Camere le linee programmatiche del suo dicastero sul tema aveva detto “ritengo altresì imprescindibile rinforzare gli interventi dedicati alla salute della donna”.
La convenzione punta molto su prevenzione e formazione attraverso delle linee guida per arginare il fenomeno.
Per le vittima, la convenzione riconosce il soccorso immediato. E se a commettere violenza è un genitore, il provvedimento tutela il minore stabilendo la possibilità di incontri futuri solo dopo un’attenta valutazione di rischi. Uno dei primi passi fondamentali resta il riconoscimento della violenza maschile sul corpo e sulla psiche delle donne, avviando così un percorso di prevenzione per contrastarla. Uscire dal silenzio, è qui che si inserisce il ruolo di scuole ed università che, attraverso l’introduzione di vere e proprie discipline, possono veicolare messaggi volti ad educare e sensibilizzare al tema.
Il testo chiede, nei suoi 81 punti, anche attenzione all’uso che i mezzi di comunicazione fanno del corpo femminile per pubblicizzare prodotti. Per questo si fa appello ai governi che sottoscrivono il documento affinché possano indirizzare anche i media verso il rispetto delle donne.
È previsto il potenziamento ai centri addetti al sostegno delle vittime di violenza.
La Convenzione impone agli Stati aderenti di punire, con conseguente risarcimento dei danni, una serie di comportamenti di violenza nei confronti delle donne. Ne fanno parte lo stalking, la violenza fisica, lo stupro, il matrimonio forzato, le mutilazioni genitali, l’aborto o la sterilizzazione forzati e le molestie sessuali.
19 giugno 2013
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