Farmaci. D’Ambrosio Lettieri (Pdl) presenta mozione per regolamentare e-commerce
Normare definitivamente il settore dell'e-commerce farmaceutico al fine di contrastare il fenomeno della contraffazione e tutelare la salute dei cittadini. Questo il contenuto dell’interrogazioni presentata dal senatore ai ministri della Salute, dello Sviluppo economico e degli Affari europei.
31 MAG - Continua a far discutere l’
annuncio pubblicitario apparso sul numero del 23 maggio scorso del quotidiano
La Stampa, ma il problema della vendita on line dei farmaci è un argomento seguito con attenzione, ormai da diverso tempo, da
Luigi D’Ambrosio Lettieri, capogruppo PdL nella Commissione Igiene e Sanità del Senato che, a questo proposito, ha presentato nei giorni scorsi, una interrogazione ai ministri della Salute, dello Sviluppo economico e degli Affari europei. Queste le richieste principali contenute nella interrogazione, a nome anche dei senatori
Laura Bianconi (Pdl) e
Lucio Romano (Sc): promuovere, alla luce, dei percorsi legislativi fin qui compiuti dal nostro Paese, ogni altra utile iniziativa atta a normare definitivamente il settore dell'e-commerce farmaceutico al fine di contrastare il fenomeno della contraffazione e di tutelare la salute dei cittadini, non solo a livello nazionale, ma internazionale e nelle sedi più opportune, perché si arrivi al più presto alla definizione di una normativa comunitaria uniforme e riconosciuta in tutti gli Stati membri dell'UE; intervenire al fine di proteggere i consumatori che, in buona fede, possono essere indotti ad acquistare medicinali non autorizzati in Italia esponendosi così a rischi per la salute e ai rigori della legge, valutando la possibilità di oscurare i siti non a norma.
“L'e-commerce, che rappresenta una modalità di transazione sempre più diffusa per l'acquisto di beni e servizi, assume particolare rilevanza se gli utenti fanno ricorso alle tecnologie informatiche per acquisire prodotti farmaceutici - ha affermato D’Ambrosio Lettieri - l'utilizzo della rete per l'acquisto di farmaci registra un significativo aumento anche per l'assenza di una normativa quadro a livello internazionale sulle farmacie on line e in assenza, anche nel nostro Paese, di una normativa specifica di settore”.
“La vendita di farmaci on line, ad oggi - ha spiegato il senatore Pdl - non è consentita dalle leggi italiane ma, al contempo, è possibile procedere all'acquisto da farmacie estere di unità medicinali. Il mercato italiano dei medicinali è regolato dal decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, recante 'Attuazione della direttiva 2001/83/CE ( e successive direttive di modifica) relativa ad un codice comunitario concernente medicinali per uso umano' e necessita, per l'acquisto di alcune tipologie di farmaci, della prescrizione; inoltre, in Italia occorre l'autorizzazione del Ministero della salute per l'importazione di farmaci non autorizzati (decreto del Ministro della sanità dell’11 febbraio 1997)”.
D'ambrosio Lettieri ha ricordato che “nel luglio 2008, la 14ª Commissione permanente (Politiche dell’Unione europea) del Senato, ha approvato una risoluzione che tocca anche il tema della vendita di farmaci attraverso internet e impegna il Governo ad adoperarsi nel contrasto al fenomeno; ad ottobre 2011, l'assemblea del Senato della Repubblica ha approvato la mozione n. 1-00319 con la quale impegnava il Governo, tra l'altro, a promuovere, nell'ordinamento nazionale, in armonia con il diritto comunitario e garantendo l'alto livello di sicurezza della rete di distribuzione farmaceutica, ogni iniziativa finalizzata a normare il settore della vendita di farmaci on line. L'evoluzione della normativa, europea e nazionale, dovrebbe, quindi, essere finalizzata a fornire strumenti utili a contrastare la distribuzione di farmaci contraffatti e dannosi per la salute”.
“Da ultimo - ha concluso il senatore - nei giorni scorsi le pagine del quotidiano La Stampa ospitavano l'annuncio di una farmacia on line che, nelle sue note legali, rivendicava la possibilità di effettuare il commercio farmaceutico in base alla normativa europea che rende possibile l'importazione di medicinali da uno Stato membro purché questo sia stato legalmente prescritto da un medico registrato all'interno dell'Ue e dispensato da una farmacia registrata. Le confezioni di medicinali inviate da Paesi stranieri, ancorché comunitari, riportano le indicazioni in lingua non italiana, in spregio dell'articolo 80 del citato decreto legislativo n. 219 del 2006 che impone, invece, la lingua italiana sia per l'imballaggio esterno che per il foglietto illustrativo. Le confezioni importate, inoltre - ha concluso - non hanno l'autorizzazione all'immissione in commercio sul territorio nazionale e la vendita avviene sulla base di un'autocertificazione effettuata online piuttosto che sulla base di una prescrizione medica effettiva”.
31 maggio 2013
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