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Salta il ministero della Salute? L'allarme dell'Anaao: "Sarebbe molto grave"


Solo voci? Se lo chiede il sindacato dei dirigenti della sanità pubblica che ribadisce l’esigenza di un dicastero dedicato alla sanità e rimanda al mittente ogni ipotesi che ne prevederebbe la soppressione. “È indispensabile per garantire l’unitarietà del Servizio sanitario nazionale”.

26 APR - Abolizione del ministero della salute: solo voci o infausta realtà? Se lo chiede l’Anaao-Assomed che in una nota evidenzia come “due milioni di cittadini rinunciano alle cure impoveriti dalla crisi economica e per i costi crescenti della sanità italiana. Quasi tutte le Regioni faticano ad assicurare i livelli essenziali di assistenza e 3,7 milioni di cittadini sono costretti a trasferirsi in altre Regioni per garantirsi cure adeguate per qualità e sicurezza. La  previsione di vedere compromesso definitivamente ed in modo irreparabile il principio costituzionale del diritto alla salute diventa ogni giorno sempre più realistica”.
 
Per queste ragioni “la sanità deve rientrare tra le priorità del Governo cominciando ad eliminare la mina vagante dei nuovi ticket lasciati in eredità dagli ultimi governi. Sarebbe il colpo finale. Sono urgenti provvedimenti immediati, ma la ricetta che circola è la soppressione del ministero della salute nella composizione del futuro Governo”. 
 
“Evidentemente – sottolinea la nota - si vuole ignorare che il Ministero della Salute è necessario in un Paese, come il nostro, dove la gestione della sanità è stata decentrata a livello delle Regioni con risultati tutt’altro che esaltanti”.
 
“In presenza di profonde diseguaglianze – conclude il comunicato -, un Ministero della Salute forte è indispensabile per garantire al Servizio sanitario nazionale carattere di unitarietà assicurando il coordinamento programmatorio e la salvaguardia dei criteri di uniformità assistenziali, evitando pericolose derive che negano il riconoscimento del diritto alla salute come diritto esigibile in egual modo su tutto il territorio nazionale. Non si affida il diritto alla salute al codice di avviamento postale”.

26 aprile 2013
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