In Parlamento si acceleri l’iter legislativo sullo psicologo di base
di Ilenia Malavasi
La Psicologia nel Ssn e in larga parte dell’opinione pubblica era sino a qualche tempo fa sottovalutata e, invece, da pochi anni, sta assumendo un ruolo centrale nelle linee strategiche in sanità, nella scuola, nelle università, negli ambienti di vita e di lavoro. Per questo è indispensabile che ad iniziare dal Governo si facciano scelte coraggiose e discontinue sulla tutela del benessere psicologico e sul contrasto al disagio psicologico
27 MAR -
La politica, al di là delle logiche maggioranza e opposizione, dovrebbe promuovere maggiori convergenze su temi cruciali per la vita dei cittadini che devono mettere d’accordo tutti. Penso - per esempio - all’istituzione della figura dello psicologo di base. Nella scorsa legislatura era stata presentata una sola proposta di legge da parte della senatrice del Pd Paola Boldrini, mentre in quella attuale ne sono state depositate ben sette che sono divenute in breve tempo un testo unificato adottato dall’intera Commissione Affari Sociali della Camera.
Ricordo che lo scenario legislativo di riferimento ha una vita relativamente recente: è iniziato, infatti, solo pochi anni, nel 2018, quando in sede di conversione del c.d. Decreto Calabria fu approvato un emendamento bipartisan che modificò il dlgs 502/92, prevedendo che l’équipe che collabora nell’assistenza primaria con il medico di famiglia sia composta dallo psicologo e dall’infermiere. L’epidemia di Covid-19 ha aumentato i fenomeni di sofferenza e disagio psicologico, in particolare tra i giovani e i professionisti della salute: il Parlamento e i governi che si sono succeduti hanno implementato interventi di sostegno non strutturali, mentre le Regioni, in maniera autonoma, hanno anticipato il legislatore nazionale, approvando leggi regionali di istituzione dello psicologo di base con propri finanziamenti, avviando le assunzioni e attivando i primi servizi di psicologia primaria nelle aziende sanitarie.
Le Regioni che hanno già avviato questo servizio di psicologia di cure primarie sono dieci e riescono a dare risposte ad almeno il 60% della popolazione italiana (Piemonte, Liguria Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), mentre nelle altre sono state comunque presentate analoghe proposte di legge -come in Umbria- dove si sta per approvare in assemblea legislativa una proposta di legge regionale unitaria.
Contestualmente, le Regioni hanno finanziato il servizio di psicologia di assistenza primaria nelle Aziende sanitarie locali. È del tutto evidente che occorra approvare una legge nazionale che armonizzi quelle regionali già in essere e che garantisca l’attivazione del servizio di psicologia di assistenza primaria in tutto il Paese.
La legge nazionale su cui stiamo lavorando prevede - inoltre - che il Ministero della salute emani i criteri con cui realizzare il servizio, le collaborazioni con i servizi e presidi sanitari e sociosanitari, iniziando, ovviamente, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, nonché che venga realizzato uno specifico accordo nazionale per la contrattualizzazione di questi professionisti e la regolamentazione del corso di formazione regionale propedeutico all’iscrizione alle graduatorie regionale e la realizzazione di tali graduatorie.
L’approvazione della legge nazionale costituirebbe solo il primo importante passo in avanti propedeutico alla realizzazione dei successivi. Ed è per questo che è necessario che in Parlamento si acceleri l’iter legislativo per giungere alla pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale: il contrasto al disagio psicologico e il conseguente ripristino del benessere psicologico, ad iniziare dalle giovani generazioni, non può attendere oltre.
E’ superfluo ricordare che si tratta di un importante investimento a breve e medio termine, che non solo permetterà di risparmiare e qualificare la spesa sanitaria, ma migliorerà lo stato della salute individuale e collettiva e la tenuta sociale del Paese.
La proposta di legge, una volta attuata e a regime, potrebbe far assumere 5000/6000 psicologi per le cure primarie, una strategica immissione di capitale professionale negli organici aziendali per la prevenzione, cura e riabilitazione psicologica, ancora sottostimati; nel SSN sono già presenti oltre 5000 dirigenti, psicologi dipendenti e 2500 psicologi a convenzione specialistica ambulatoriale, nonché 2000/3000 borsisti e poche unità nella ricerca sanitaria. Anche se si tratta del secondo gruppo professionale, dopo i medici, tra le professioni sanitarie con laurea magistrale, è evidente che è un numero ancora insufficiente anche in considerazione dell’implementazione dei LEA psicologici che sono stati previsti.
Inoltre, è drammaticamente deficitario il secondo livello di intervento specialistico, ad iniziare dalla psicoterapia e l’organico di psicologi ad esso dedicato. Il bonus psicologo che abbiamo reso strutturale non è sufficiente perché, pur essendo un importante provvedimento di avvio alla cura, è limitato alle fasce di reddito e, dunque, nega l’universalità del diritto alle prestazioni garantito dalla legge 833/78, rispondendo a una parte decisamente minoritaria delle richieste presentate. Dobbiamo necessariamente investire nelle assunzioni di nuovi psicologi nel SSN.
La Psicologia nel Servizio Sanitario Italiano del nostro paese e in larga parte dell’opinione pubblica era sino a qualche tempo fa sottovalutata e, invece, da pochi anni, ad iniziare dalla tragedia dell’epidemia, alle guerre ritornate in Europa, all’eco-ansia, alla preoccupazione per il futuro, alla paura di non arrivare a fine mese sta assumendo un ruolo centrale nelle linee strategiche in sanità, nella scuola, nelle università, negli ambienti di vita e di lavoro.
Per questo, superando ogni timidezza e pregiudizio, è indispensabile che ad iniziare dal Governo si facciano scelte coraggiose e discontinue sulla tutela del benessere psicologico e sul contrasto al disagio psicologico.
Ilenia Malavasi
Deputata del PD della commissione Affari sociali della Camera
27 marzo 2024
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