Dopo il rinvio della scorsa settimana anche in oggi in Conferenza Unificata si è registrata una fumata nera sul decreto legislativo recante disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane, in attuazione degli articoli 3, 4, e 5 della legge 23 marzo 2023, n. 33.
Nonostante, quindi, una settimana di lavoro in cui si è cercato un punto d’incontro le Regioni hanno ribadito il loro no e quindi si è registrata la mancata intesa sul provvedimento.
“La Conferenza delle Regioni – si legge in un documento consegnato in sede di Unificata - ha sottolineato il grande senso di responsabilità, come sempre, nell'affrontare tutti i temi, ma soprattutto quelli socio-sanitari, ma visto i tempi ristretti sono state evidenziate, in modo articolato tra le stesse Regioni, alcune criticità che ancora permangono nel provvedimento ed hanno portato ad esprimere la mancata intesa. Si chiede cosa succeda dopo il 2026 al finanziamento della stessa riforma quando finiranno le risorse legate al Pnrr. Dal 2027, infatti, mancheranno le risorse ai servizi aggiuntivi forniti agli anziani negli anni, con evidenti future ricadute negative nei bilanci regionali e quindi alle erogazioni delle stesse prestazioni”.
Non solo risorse per le Regioni “c'è anche un problema nella normativa da chiarire, in quanto contraddittorio nel provvedimento, se l'età all'accesso di alcuni servizi sia per gli over 65 o per gli over 70 (richiesta per accesso anche a persone tra 65 e 69 anni respinta dal Mef). Inoltre si evidenzia come non si possa escludere tutta la parte sanitaria legate al provvedimento e di materia strettamente regionale”.
Da qui “la richiesta di apertura di un tavolo con il Governo per affrontare insieme, con spirito di leale collaborazione istituzionale, questi nodi ancora da sciogliere”.
Nello specifico di avviso contrario al decreto sono state le Regioni Emilia-Romagna, Puglia, Campania e Toscana, che ritengono “il Governo, vista l’urgenza, possa adottare il provvedimento nei tempi di cui alla normativa vigente, senza attendere il decorso del termine previsto dal decreto legislativo n. 281 del 1997”.