“Entro l’anno firmeremo un nuovo Piano pandemico e faremo una campagna perché soprattutto le persone fragili devono vaccinarsi. Però non ci vuole terrorismo la malattia è diversa da prima e soprattutto mi dispiace che spesso anche sui media si parla tanto di COVID lasciando da parte tanti altri problemi importanti della sanità italiana penso alla prevenzione”. È quanto ha affermato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci durante la festa nazionale di Italia Viva.
“Il covid – ha specificato il Ministro - è stato un'esperienza tragica, sono morte un sacco di persone e tante famiglie hanno sofferto, ma credo che l'unica cosa positiva del COVID è che ha rimesso al centro dell'attenzione politica l'importanza della salute. Proteggiamo i fragili, proteggiamo gli anziani, proteggiamo gli operatori sanitari però guardiamo anche a non lasciare indietro tutto ciò che c'è penso agli screening, alla prevenzione che è mancata in questi anni con un aumento tragico dell'incidenza delle neoplasie anche nel nostro paese quindi non facciamoci distrarre dal covid”.
Il Ministro ha parlato anche della manovra assicurando che le risorse “arriveranno” ma che “non è solo un problema economico è anche un problema di organizzazione”. E sul punto si è focalizzato sul problema delle liste d’attesa: “Dobbiamo intanto far sì che i medici che operano nel sistema pubblico siano pagati di più per le ore in più che fanno in modo tale che le ore in più siano finalizzate all'abbattimento delle liste di attesa”. E ancora: “Molte prestazioni non sono messe nei cup regionali e noi dobbiamo costringere tutte quante le aziende pubbliche e tutti gli operatori del privato convenzionato a mettere dentro le agende al servizio dei cittadini gli esami che possono erogare”. E poi la riduzione delle liste d’attesa dev’essere anche “uno degli obiettivi dei direttori generali”. Tema caldo anche l’appropriatezza delle cure: “Abbiamo un 20-30% di inappropriatezza. Se uno ha mal di schiena non si deve fare la risonanza magnetica deve andare dal medico che lo visita e capisce qual è l'esame che deve fare”.
E poi sulla carenza di personale il Ministro ha specificato: “Il vero problema è che i giovani, è ormai questo è abbastanza chiaro a tutti, non vogliono purtroppo più fare alcune specializzazioni e se andate a vedere le specializzazioni che i giovani non vogliono fare sono tutte quelle specializzazioni nelle quali purtroppo mi dispiace dirlo non è possibile fare facilmente un'attività privata e questo è un qualcosa sul quale Io credo che anche a livello di università di comunità medica bisogna agire”.
Ma il Ministro ha sottolineato che la vera emergenza è sulla carenza di infermieri: “Non ce ne sono e questo è un problema di molti paesi europei”. Per questo occorre “rivalutare la professione dell'infermiere. Oggi gli infermieri hanno percorsi di studio che durano 5 anni ed è chiaro che rivendicano giustamente anche delle competenze professionali diverse rispetto a quelle che hanno avuto fino adesso però nell'immediato noi non possiamo pensare di avere subito un numero congruo di infermieri se vogliamo veramente rafforzare la medicina territoriale. Dobbiamo far sì che la professione diventi più appetibile con nuovi modelli organizzativi e con incrementi salariali e stipendiali dall'altro lato però nel breve periodo di tempo come sapete le case di comunità vanno completate entro il 2026 e noi dobbiamo avere accordi con paesi stranieri per far sì che ce ne sia un numero adeguato”. E il Ministro ha confermato che è in corso un’interlocuzione con l’India.