“Ritirare l’emendamento al Dl Enti Pubblici, scempio del sistema formativo medico specialistico, che liberalizza l’accesso all’assunzione con contratti ‘Calabria’ ai medici specializzandi dal secondo anno di corso”.
È quanto chiedono alle forze politiche tutte, le associazioni FederSpecializzandi, Sigm e Cosmeu.
L‘emendamento (il 3.24) è stato introdotto ed approvato ieri in fase di conversione del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, recante “Disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale”.
“L’assunzione di un Medico Specializzando ipoteticamente solo dopo 12 mesi dalla sua immatricolazione è una forzatura estrema del sistema - dichiara Michele Nicoletti, presidente nazionale di FederSpecializzandi - non siamo contro i contratti cosiddetti “Calabria” tout court poiché, specialmente durante la pandemia, questi si sono dimostrati un'importante opportunità. Tuttavia, sdoganarne l’applicazione con tempistiche così precoci ci sembra una misura che nel breve termine potrà portare un vantaggio modesto unicamente alle Aziende Sanitarie, con danni difficilmente calcolabili nel medio e lungo, sia per il Servizio Sanitario Nazionale che per i Medici Specializzandi in termini di qualità formativa e quindi assistenziale”.
“La possibilità per i medici in formazione specialistica di essere assunti a tempo determinato già dal secondo anno di corso rischia di compromettere seriamente il percorso formativo, con ripercussioni altrettanto gravi sulla qualità dell’assistenza offerta ai pazienti. Temiamo che tale proposta possa essere solo una scappatoia per i colleghi che quotidianamente devono far fronte alla scadente offerta formativa, alle criticità ed illegalità delle Scuole di specializzazione - aggiunge Annalisa Napoli, presidente di Sigm - la carenza di personale può essere colmata innanzitutto ripartendo dalla qualità della formazione, rendendo quindi più attrattive le Scuole e sedi nelle quali si registra il maggior tasso di contratti non assegnati e di abbandoni”.
“Benché l’attuale emendamento non preveda l’obbligo di assunzione, va a minare il concetto stesso di un percorso formativo. Se vi è l’intenzione di riformare il modello formativo, il Legislatore deve avere il coraggio di effettuare una riforma completa della formazione medica, condividendola con tutti i soggetti interessati, definendo livelli di competenze ed autonomie minimi e non riducendo meramente mesi di formazione. Se si reputa che uno specializzando sia autonomo nel visitare e dimettere un paziente in autonomia solo dopo un anno di specializzazione, a cosa servono i restanti 4 anni di percorso?” afferma Bruno Barcella, neo-presidente di CoSMEU.
Le tre Associazioni chiedono a gran voce che i Ministeri si impegnino non solo a ritirare l’emendamento ma soprattutto a tutelare la qualità della formazione medica specialistica, dando un chiaro segnale affinché il processo di accreditamento di quest’anno inizi il prima possibile e non si riduca ad una bonaria e superficiale valutazione documentale.
I problemi nell’attuale sistema formativo vanno affrontati e risolti, non minimizzati e nascosti come la polvere sotto al tappeto continuando a ricorrere a misure “emergenziali” tese a colmare, solo in maniera transitoria, le lacune e criticità esistenti piuttosto che ponendo al centro dell’agenda politica una reale riforma di sistema nell’interesse del Servizio Sanitario e della salute dei cittadini.