Dopo l'annuncio dell'Oms di declassamento del Covid dallo stato di emergenza di salute pubblica, il ministero della Salute fa un ulteriore passo in avanti e decide di mandare in pensione dopo 3 anni i vecchi criteri del monitoraggio a 21 indicatori legati alla Fase 2.
"Ritenuto opportuno, alla luce dell'attuale situazione epidemiologica dell'infezione da Sars-CoV-2 e dell'attuale fase di risposta pandemica, modificarne il sistema di monitoraggio passando dal sistema di valutazione del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile strutturalmente definito da parametri e soglie di allerta connesse al passaggio dalla fase 1 alla fase 2 dell'epidemia, ad un sistema facilmente flessibile ed adattabile rispetto alla circolazione virale, maggiormente sostenibile e senza la previsione di livelli di soglia né di valutazione del rischio, che garantisca comunque un'attenta osservazione dell'andamento epidemico allo scopo di identificare tempestivamente i cambiamenti nelle caratteristiche della diffusione dei casi di malattia e nell'impatto sui servizi assistenziali, fornendo un'adeguata e sollecita informazione a tutti gli organi competenti".
Questo quanto si legge nel Decreto ministeriale 6 marzo 2023, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 maggio 2023, con il quale si istituisce un nuovo sistema di monitoraggio connesso alla fase 3 dell'epidemia.
I criteri e gli indicatori previsti dal nuovo sistema sono stati individuati sempre oggi con una circolare congiunta delle direzioni generali della prevenzione sanitaria e della programmazione sanitaria. Questi riguardano aspetti epidemiologici di diffusione (quali l’incidenza, la trasmissibilità e la percentuale di reinfezioni) e di impatto (sia sulla salute della popolazione che sui servizi sanitari), e sono elencati nella tabella seguente.
Giovanni Rodriquez