Sacconi: biotestamento non traduca in mero determinismo
09 FEB - Il progetto di legge sul testamento biologico non si traduca in “determinismo”, perché le risposte ai bisogni vitali “non sono e non possono essere solo tecnologiche. Questi sono anche diritti della persona”. Ad affermalo è stato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, intervenendo alla 1
a Giornata nazionale degli stati vegetativi. “Credo – ha aggiunto Sacconi, sempre riferendosi al progetto di legge – che si arriverà ad una maggioranza più ampia di quella parlamentare. In molti Paesi le cose stanno cambiando, e tra questi un esempio è quello della Francia che ha detto di no all’eutanasia. Cosa che mi fa ben sperare”.
Il ministro ha poi voluto sottolineare l’importanza di questa Giornata per compiere una riflessione sul sistema di assistenza alle persone in queste condizioni. “È necessaria una riconsiderazione dell’intero processo socio-assistenziale. Per questo abbiamo spostato il ‘fondino’ per la non autosufficienza di 400 mln di euro all’interno del Fsn. Era un fondo – ha spiegato – che non funzionava, e quando un sistema è caratterizzato da inefficienze, non è certo elargendo maggiori risorse economiche che lo si fa funzionare meglio”. Sacconi si è inoltre espresso sulla chiusura degli ospedali, dicendo che “quelli che non efficienti vanno chiusi senza remore, solo in questo modo si potranno liberare risorse da ricollocare in modo più efficace”.
09 febbraio 2011
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