Troise (Anaao): da Brunetta “l’ennesimo segnale di indifferenza e di vessazione”
31 GEN - “L'apprezzamento del Ministro Brunetta ‘per l'impegno, l'abnegazione e l'atteggiamento costruttivo’ dimostrati dai medici italiani in questi mesi relativamente alla procedura di trasmissione online dei certificati di malattia dei dipendenti pubblici e privati è un passo avanti rispetto agli epiteti di alcuni mesi or sono. Ma non può bastare per mistificare la realtà. Il sistema non è a regime”. Lo afferma il segretario nazionale dell’Anaao Assomed, Costantino Troise, spiegando che “non solo perché quasi 4 milioni di documenti inviati non devono fare dimenticare che è superiore a 50 milioni il numero di certificati di malattia che ogni anno i lavoratori dipendenti (pubblici e privati) inviano ai propri datori di lavoro, non solo perché continuano a mancare i supporti informatici ed amministrativi necessari, non solo perché l'invio avviene con notevoli differenze in un Paese che pure si appresta a festeggiare i 150 anni di unità, ma anche perché sono emersi veri e propri effetti collaterali che stanno portando al collasso il sistema delle emergenze ed urgenze. Favorendone l'uso opportunistico a scapito dell'appropriatezza, valore essenziale della sanità moderna, senza illusioni sullo snellimento e la velocizzazione delle procedure che, anzi, rischiano di allungarsi a scapito delle attese”.
Secondo Troise “appare stridere con questa realtà l'ostinazione, degna di miglior causa, con la quale il Ministro continua a rifiutare un incontro con tutte le diverse parti coinvolte in questo processo e l'arroganza nel non prendere atto della inapplicabilità di una norma che pretende di mantenere in piedi un impianto sanzionatorio in un contesto dove palesi sono i fattori ostativi”.
L'Anaao Assomed conclude denunciando “questo ennesimo segnale di indifferenza e di vessazione del Governo e del suo Ministro nei confronti della fatica e dell'abnegazione con le quali i medici dipendenti continuano a tutelare, ogni giorno e ogni notte, un bene costituzionalmente garantito e si riserva di proclamare lo stato di agitazione a sostegno della dignità, dell'autonomia e della responsabilità professionale della categoria”.
31 gennaio 2011
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