Quotidiano on line
di informazione sanitaria
24 NOVEMBRE 2024
Governo e Parlamento
segui quotidianosanita.it

Intervista a Costantino Troise (Anaao): “La prima causa delle liste d’attesa è la domanda fortemente inappropriata di prestazioni”


04 OTT - Un nuovo piano per abbattere le liste di attesa. Ma la strategia messa a punto dal ministro Fazio riuscirà, questa volta, a cambiare le cose là dove altri piani e leggi hanno dato scarsi risultati? Quotidiano Sanità lo ha chiesto a Costantino Troise, segretario nazionale Anaao Assomed

Dottor Troise, il problema delle liste d’attesa è tornato a galla e il ministro Fazio ha presentato la sua ricetta per risolverlo. Pensa che il piano Fazio contenga provvedimenti efficaci?
Quello delle liste d’attesa è un problema serio di tutti i servizi sanitari pubblici del mondo. In Italia sono stati fatti numerosi tentativi, piani e leggi per risolverlo, ma con scarsi risultati. Credo che la ragione sia nella mancata identificazione delle ragioni che contribuiscono alla creazione delle liste d’attesa, prima tra tutte la mancanza di un governo della domanda. La richiesta di prestazioni sanitarie in Italia è fortemente inappropriata, a causa della medicina difensiva, sia ospedaliera che territoriale, ma anche di un aumento delle esigenze da parte dei cittadini che richiedono visite ed esami spesso ingiustificati. Una ipocondria che ha avuto una spinta enorme negli ultimi anni anche per la facilità di accesso alle informazioni medico-scientifiche attraverso internet. Informazioni che però, se messe in mano a persone non formate, finisco la maggior parte delle volte per creare paure infondate. I radiologi calcolano che il 50% delle loro prestazioni siano inappropriate. Di questo Fazio sembra non aver tenuto conto. Il piano del ministro, per quando apprezzabile nell’intenzione, mi sembra che percorra strade già battute e che non porteranno risultati. Ancora una volta si è intervenuti sull’offerta, senza peraltro tenere conto che a rendere l'offerta insufficiente è anche la mancanza di investimenti e risorse, a partire da quelle umane. Sono tantissime le strutture in sotto organico.

Il ministro ha annunciato anche una stretta all’attività in intramoenia per scoraggiare il dirottamento di prestazioni dal pubblico al privato, con liste di attesa create ad hoc. Cosa pensa del rapporto tra liste di attesa e intramoenia?
Limitare l’attività in intramoenia, riducendo quindi il tempo che un medico dedica all’erogazione di prestazioni, piuttosto che favorire la riduzione delle liste di attesa rischia di aumentarle in modo consistente. E anche in questo caso si sono ignorate considerazioni e dati già noti e diffusi dal ministero stesso, che dimostrano come non vi sia correlazione tra l’aumento delle liste di attesa e i volumi di attività intramuraria. I pazienti stessi, peraltro, smentiscono il fatto di rivolgersi alle prestazioni private a causa degli eccessivi tempi di attesa nei servizi pubblici. Basta leggere la relazione che Fazio ha presentato in Parlamento poche settimane fa per trovare queste risposte.
Al di là degli abusi a scopo lucrativo dell’intramoenia, che sono casi singoli e che vanno certamente contrastati e puniti, credo che identificare nell’intramoenia la causa di tutti i mali del Ssn sia un alibi troppo facile.

Secondo lei, dunque, il piano di Fazio potrebbe addirittura peggiorare la situazione...
Il rischio mi sembra concreto. Ho forti dubbi anche sul piano di Fazio per quanto riguarda il Cup nazionale, perché non capisco quali miglioramenti alle liste d’attesa si possa avere dal dire a un cittadino di Palermo che può avere la prestazione in soli 3 giorni se va a Milano. Probabilmente l’unico risultato sarebbe quello di spingere a una migrazione sanitaria altrettanto inappropriata alla domanda.
Mi sembra, insomma, che Fazio si sia limitato a prendere coscienza di un problema, ma senza trovare soluzioni efficaci. Meglio sarebbe stato avviare un’analisi delle reali determinanti che influiscono sulla domanda e delle ragioni strutturali che non mettono gli ospedali pubblici nelle condizioni di soddisfarla.
Vorrei però sottolineare che in Italia le prestazioni urgenti, cioè quelli per patologie in cui si deve intervenire in tempi brevissimi è vitale, vengono soddisfatte in tempi rapidi. La stra-maggioranza delle liste d’attesa nel nostro Paese non sono di questo tipo. Allora bene ridurre i tempi, ma i cittadini sappiano che se le loro attese sono lunghe, è perché l’attesa non arrecherà peggioramento alla loro salute.
 
Lucia Conti
 

04 ottobre 2010
© Riproduzione riservata
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy