Smi: “Bene stop a gettonisti e anticipo indennità di straordinario per i Pronto Soccorso, ma non bastano”
30 MAR - "Bene le decisioni del Governo, anticipate dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, in merito ai medici gettonisti e all’anticipo indennità di straordinario per i Pronto Soccorso, ma non bastano per salvare il Servizio Sanitario Nazionale in grande sofferenza dopo la pandemia e per i ritardi della Missione Salute prevista dal Pnrr", così
Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato Medici Italiani sulle dichiarazioni del Ministro Schillaci di questa mattina.
"Basti pensare ai posti letto nel mostro paese che sono il 3,7 posti letto per mille abitanti, risultando essere tra i più bassi a livello europeo, con l’aggravante che non si non tenga conto dell’invecchiamento della popolazione. Questa carenza di posti letto genera condizioni inaccettabili per il sistema dell’emergenza urgenza e modalità di assistenza pericolosa, precaria e non decorosa per i pazienti. Servono, per queste ragioni, investimenti urgenti per i servizi di emergenza urgenza ( che ricordiamo non sono solo pronto Soccorso, ma l’intera rete dell’emergenza urgenza dunque anche preospedaliera). Per questo va previsto un piano nazionale di potenziamento dei pronto soccorso in tutta Italia".
"Allo stesso tempo è arrivata l’ora di adottare iniziative volte a garantire al Servizio Sanitario Nazionale le risorse umane di cui necessita, anche consentendo alle Regioni di derogare al tetto di spesa per il personale sanitario e medico superando l’odioso principio del blocco della spesa. Occorre porre fine alle soluzioni estemporanee come i medici gettonisti, quelli stranieri e il ricorso alle cooperative private per la medicina di prossimità. Si deve affrontare una volta per tutte e in modo strutturale la carenza dei medici ospedalieri e di medicina generale, diventata drammatica in Italia e che sarà destinata ad aumentare nei prossimi anni".
"Il Pnrr non deve essere , in questo senso, un’occasione mancata. Secondo la recente ricognizione della Corte dei Conti risulta, infatti, essere molto indietro la messa in opera della missione Salute con il 23% della spesa preventivata (al palo le Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale) e Inclusione e coesione 37,8%. La sottocategoria Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore, che comprende gli interventi in favore degli anziani non autosufficienti ma anche l’housing temporaneo per le persone senza fissa dimora e il superamento dei ghetti in cui vivono i lavoratori dell’agricoltura in alcune zone d’Italia, non va oltre il 27,6% della spesa".
"Abbiamo la necessità di rilanciare il Servizio Sanitario Nazione con politiche che attuano una vera integrazione tra ospedale e servizi territoriali per rispondere al progressivo invecchiamento della popolazione; così come, innanzi ad una femminilizzazione della professione medica, sia in medicina generale convenzionata e in medicina ospedaliera, sono necessari, sempre più, provvedimenti che conciliano i tempi di lavoro che quelli di vita, a partire dalle tutele in materia di gravidanza e maternità, per la fruizione dei permessi per malattia e una parità nelle retribuzioni per le donne medico".
30 marzo 2023
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