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La farina di grilli è sicura? E ne vale la pena? Parla l’esperto


23 MAR -

LA FARINA DI GRILLI È SICURA?
Uno dei dubbi più frequenti sugli alimenti a base di insetti e in particolare sulla farina di grilli, riguarda la loro sicurezza. Possiamo mangiarli serenamente senza alcun rischio per la salute?

“La farina di grilli, che si ottiene macinando proprio le larve dei grilli – spiega Agostino Macrì, già direttore del Dipartimento di Sanità Alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità e consulente per la sicurezza alimentare dell’Unione Nazionale Consumatori.–, è ricca di proteine e può essere utilizzata per fare qualunque tipo di alimento come biscotti, dolci, pane, pasta. Si ottiene con una tecnica di allevamento e produzione molto precisa, non dobbiamo pensare che si utilizzino i grilli selvatici, e il controllo è garantito. E non solo, la tecnica di produzione è stata valutata e validata dall'efsa, passaggio fondamentale per la messa in commercio dei novel food, ovvero tutti quei prodotti e sostanze alimentari privi di storia di consumo “significativo” in UE, e che, quindi, devono sottostare ad un’autorizzazione, per valutarne la loro sicurezza, prima della loro immissione in commercio. La farina prodotta a partire dai grilli è fatta seguendo sempre le medesime procedure e dal punto di vista sanitario è ineccepibile: non ci sono organismi patogeni, micotossine, metalli pesanti, idrocarburi. L’unico problema potrebbe essere rappresentato dalla chitina, proteina contenuta nel carapace dei grilli che, nelle persone allergiche, può dare manifestazioni che vanno dal semplice eritema cutaneo allo shock anafilattico, come vale per molti altri prodotti (arachidi o crostacei ad esempio). Un uso prolungato e frequente, anche per chi non è allergico, potrebbe portare a una sensibilizzare verso il prodotto. Ad ogni modo, i produttori industriali devono sempre segnalare cosa è contenuto negli alimenti, anche la farina di grillo”.


NE VALE LA PENA?
La farina di grillo è un’ottima fonte proteica, possedendo una media di oltre il 65% di proteine ad alto valore biologico. Risulta anche ricca di fibre, calcio, vitamina B12, ferro, fosforo e sodio. Ma per quale motivo dovremmo preferirla ad altre fonti proteiche? Utilizzare la farina di grillo potrebbe rappresentare una soluzione per cercare di diminuire l'impatto ambientale causato dagli allevamenti animali?

“Sicuramente la farina di grillo e altri prodotti a base di insetti potrebbero sostituire alcuni alimenti di origine animale - prosegue Macrì -, ma per adesso si tratta di un prodotto di nicchia che, oltretutto costa molto. Si parla di circa 70 euro al chilo, mentre quella di frumento costa due euro al chilo e la farina di soia, farina vegetale più vicina a quella dei grilli dal punto di vista nutrizionale, circa tre euro al chilo. Credo invece che i prodotti a base di insetti potrebbero aiutarci nelle produzioni di origine vegetale. Ricordiamo infatti che gli animali non sono gli unici a incidere sulle nostre risorse ambientali: anche l'effetto della produzione di soia e mais è devastante. In Sudamerica, ad esempio, intere aree sono state deforestate per fare spazio non agli allevamenti animali, ma proprio a coltivazioni di soia e mais utilizzati per l'alimentazione di polli e maiali che, in quanto onnivori, non possono accontentarsi dell’erba come ovini e bovini. Non va però sottovalutato il fatto che con l'allevamento controllato degli insetti si potrebbe ridurre il consumo degli animali selvatici anche nei paesi asiatici, riducendo il rischio di contaminazioni e problemi per la salute. Per stabilire i benefici nutrizionali di questo prodotto, invece, non ci sono ancora elementi sufficienti, trattandosi di un novel food”.

Fonte: Fondazione Veronesi



23 marzo 2023
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