Pnrr. Per i sindacati della dirigenza medica “Ancora irrisolte gravi vecchie criticità”
I sindacati contestano la nuova delibera 1466/2021 che ridisegna la sanità alla luce del Pnrr: “Si parla di nuove centrali operative territoriali, ospedali di comunità, cure intermedie, distretti, case della comunità., ma dove troveranno il personale? Non c’è qualche traccia di investimenti sul personale nei piani della Regione. E di tutto questo non si è mai parlato con i sindacati perché non siamo mai stati coinvolti nella elaborazione dei documenti”
03 NOV - Il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR) ormai sta sempre di più prendendo forma nelle varie regioni italiane. In Friuli Venezia Giulia con delibera regionale numero 1446 è stato configurato il futuro del Servizio Sanitario regionale fra centrali operative territoriali, ospedali di comunità, case della comunità, cure intermedie, distretti, ecc. Il progetto avrà lo scopo di ridisegnare la nuova sanità regionale in quelli che, in questi mesi di pandemia, sono risaltati come i punti “critici”.
Alla ridisegnazione del nuovo PNRR e a seguire degli atti aziendali delle tre aziende sanitarie, le OO.SS. della dirigenza medica avevano sempre chiesto alla Regione FVG di poter partecipare e, considerato il ruolo, di dare il loro personale contributo, prima che la delibera 1446 venisse adottata definitivamente. Le OO.SS., che non hanno preso parte alle decisioni in ambito sanitario, temono, ora, di trovare già tutto calato dall’alto.
Gli operatori sanitari, di ogni ordine e grado, che in questi venti mesi hanno dovuto fronteggiare un’emergenza sanitaria sconosciuta e che quindi, nessuno più di loro ha vissuto questa esperienza, avrebbero dovuto essere chiamati come parti in causa proprio per la loro esperienza fatta sul campo, e non di essere esclusi, come sostiene ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI.
“Nel nuovo PNrr si parla di nuove centrali operative territoriali, ospedali di comunità, cure intermedie, distretti, case della comunità. Fin qua tutto bene, ma non ci torna dove le aziende sanitarie troveranno il personale – sostengono attraverso una nota
Alberto Peratoner (Aaroi Emac),
Valtiero Fregonese (Anaao-Assomed),
Antonio Maria Miotti (Anpo-Ascoti-Fials medici),
Nicola Cannarsa (Cisl medici),
Stefano Smania (Fassid),
Samuel Del Gesso (FedirtsFedir),
Calogero Anzallo (Fp Cgil) e
Patrizia Esposito (Fvm) - per fare funzionare tutte queste strutture. Nell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (ASUFC), ad esempio, rispetto al 2018, mancano 370 unità (cifre dall’Azienda). C’è qualche traccia di investimenti sul personale nei piani della Regione? E di tutto questo si è mai parlato con i veri rappresentanti dei Dirigenti medici/sanitari, cioè le loro associazioni sindacali? No. Siamo mai stati coinvolti nella elaborazione dei documenti? No, nemmeno in questo”.
Nel grido di allarme dell’intersindacale dei dirigenti medici, rientra anche il protocollo di intesa Regione Università, definito come lo snodo centrale della programmazione e gestione del Servizio Sanitario regionale. “Ci era stata promesso dall’Assessore Riccardi e dal Direttore centrale Zamaro una consultazione prima della firma definitiva ma anche questo non è stato fatto. Anzi, quando abbiamo chiesto un confronto preliminare, ci è stato risposto che non avevamo alcun ruolo e che saremo stati informati a cose fatte”.
Ma vanno ben oltre i disappunti della dirigenza medica che, con questa nota, cerca si riassumere anni di esclusione e di mal contenti addirittura arrivando a sostenere, attraverso il segretario Anaao Assomed Fregonese, che “se i sindacati danno fastidio lo dicano apertamente”. Secondo Miotti, Presidente Regionale ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI, “il mancato coinvolgimento delle associazioni sindacali, veri rappresentanti dei Dirigenti medici/sanitari, è un grave e inaccettabile segnale esplicito di assenza di rispetto e considerazione verso di loro”.
“Fra le cose che sono ancora da fare – tuonano le OO.SS. – vi sono le assegnazione degli incarichi professionali e la costituzione dei comitati paritetici. Siamo a due mesi della fine dell’anno e la discussione sulla distribuzione dei fondi aziendali e delle risorse aggiuntive regionali per la dirigenza, non è ancora avvenuta. Con quale programmazione sarà possibile farla a due mesi dalla fine dell’anno?”.
“Assessore Riccardi, Direttore Centrale Salute, Direttori Generali delle Aziende Sanitarie, le OO.SS. dei dirigenti medici vi dicono che tutto questo non va bene. Abbiamo atteso con pazienza fidandoci delle vostre promesse; a questo punto, tutto ciò non è più tollerabile”.
Endrius Salvalaggio
03 novembre 2021
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