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Tsrm-Psrt chiedono più attenzione: “La sanità non è fatta solo da medici e infermieri”

La presidente dell’Ordine Tsrm-Psrt di Gorizia, Pordenone Udine e Trieste sottolinea come in Friuli Venezia Giulia, accanto a medici, infermieri e Oss, lavorino anche altri 4 mila professionisti, “troppo spesso dimenticati”. “Non si tratta di una rivendicazione di visibilità”, ma serve “il giusto riconoscimento a questi lavoratori, oltre che garantire una migliore tenuta morale e psicologica dei professionisti”.

09 SET - “Il programma della cerimonia d’inaugurazione di Friuli Doc, manifestazione che riporta un po’ di normalità nell’emergenza Covid 19, conferma, ancora una volta, come i 4 mila professionisti della sanità in regione siano costantemente sottovalutati e ignorati”. Lo afferma la presidente dell’Ordine Tsrm-Psrt delle Province di Gorizia, Pordenone Udine e Trieste, Susanna Agostini, sottolineando come l'annuncio della consegna di un riconoscimento a medici, infermieri, OSS e portantini all’interno della cerimonia d’inaugurazione di Friuli Doc, abbia creato “perplessità e amarezza per l’assenza di considerazione per gli altri professionisti della sanità”. “Va dato atto che questi professionisti sono stati in prima linea – afferma - ma non si comprende perché sia così difficile far passare il messaggio che non sono stati e non sono i soli ad essersi impegnati nell’emergenza”.

La presidente dell’Ordine, che rappresenta 19 professioni sanitarie con oltre 4 mila professionisti in Regione, ritiene sia “un grave errore tacere su tutti coloro che, anche a spese della propria salute e purtroppo talora anche della propria vita, sono da mesi coinvolti nell'emergenza sanitaria”. “Così non solo si nasconde un pezzo di storia di questa epidemia ma non si tiene neanche conto del danno che si fa a tutti quei professionisti che continuano a osservare come, nel momento in cui una organizzazione decide di manifestare pubblicamente la riconoscenza per l'impegno di lavoro, lo fa in via praticamente esclusiva a medici, infermieri e OSS, e che si sentono sconosciuti o dimenticati”.

“Non si tratta - ci tiene a chiarire l’Ordine, -di una rivendicazione di visibilità”, ma della volontà di far emergere “il contributo di assistenti sanitari, fisioterapisti, tecnici della prevenzione, perfusionisti, di laboratorio, di radiologia, educatori professionali, dietisti e tanti altri, uomini e donne che hanno tutte le competenze per gestire la fase attuale che, ricorda Agostini, non è fortunatamente più quella drammatica dell'inverno scorso quando effettivamente la pressione era fortissima sugli ospedali”.

Per Agostini “dare il giusto riconoscimento a questi lavoratori, oltre che garantire una migliore tenuta morale e psicologica dei professionisti, permetterà di correggere alcune criticità emerse negli ultimi mesi come l'iniziale esclusione dal fondo di solidarietà per le vittime del COVID, attribuito solo a medici e infermieri ad aprile, o le difficoltà nell’ottenere l'adeguata fornitura di dispositivi di protezione individuale”.

“Anche in questi giorni - fa notare la presidente dell’Ordine - sono sotto pressione i dipartimenti di prevenzione e il territorio, e i professionisti delle aree tecnico-sanitaria, della riabilitazione e della prevenzione sono pronti, e in molti casi già impegnati in prima persona, nella riorganizzazione dei servizi per garantire tutte le prestazioni necessarie al completo recupero funzionale e clinico delle persone guarite e a mantenere nel contempo i livelli diagnostici, assistenziali e riabilitativi nei confronti di eventuali nuovi casi”.

09 settembre 2020
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