Difterite, Tetano, pertosse. In Fvg l’impegno (e le richieste) dei professionisti: “Innalzare le coperture con strumenti efficaci e cultura diffusa”
Donne in gravidanza, ambienti di lavoro, Pronto Soccorso, richiami decennali. Nel corso dell’incontro organizzato a Trieste da Quotidiano Sanità le proposte dei professionisti per aumentare le coperture vaccinali degli adulti in questi quattro ambiti che confluiranno in una proposta regionale
13 NOV - Le indicazioni sulla vaccinazione anti-difterite, tetano e pertosse dell’adulto contenute nei documenti di riferimento nazionali e regionali necessitano di tradursi in azioni di successo sul territorio. In particolare per quanto riguarda alcuni target particolari come quello delle Donne in gravidanza, dei Lavoratori (a cominciare dagli operatori sanitari), dei Pazienti che accedono al Pronto Soccorso ma anche, più in generale, della popolazione generale per i fondamentali richiami decennali.
Questi i temi al centro dell’incontro organizzato a Trieste da
Quotidiano Sanità, in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, con l’obiettivo di coinvolgere tutte le figure professionali dei settori di competenza per i già citati target, al fine di condividere i possibili percorsi di miglioramento dell’offerta vaccinale nella regione. All’incontro, sostenuto incondizionatamente da Sanofi Pasteur hanno partecipato
Paolo Pischiutti, Direttore Area Promozione Salute e Prevenzione della Regione FVG,
Margherita Dal Cin, Direzione Centrale Salute Assistenza Primaria del FVG,
Nelso Trua, Vice Commissario Sanitario Straordinario IRCSS Burlo Garofolo,
Giuseppe Ricci, Direttore Clinica Ostetrica E Ginecologica Università Trieste,
Dino Trento, Segretario regionale Fimmg,
Romano Paduano, Responsabile Ceformed,
Paolo Lubrano, Resp. Vaccini della Fimp Fvg,
Giorgio Brianti, Direttore Dipartimento di Prevenzione Udine,
Luigi Canciani, Direttore distretto di Udine,
Massimo Crapis, Resp. Malattie infettive Azienda 5 Friuli Occidentale,
Andrea Iob, Resp. Medicina preventiva Az. 3 Alto Friuli e
Riccardo Tominz, Sost. Dir. Dipartimento di Prevenzione di Trieste.
La discussione, sebbene sostanzialmente suddivisa per i quattro ambiti di approfondimento, ha evidenziato alcuni fattori comuni che, nelle richieste dei protagonisti e nell’impegno dei rappresentanti regionali presenti, confluiranno in una proposta ad hoc di valenza istituzionale. Sono infatti molti gli elementi trasversali la cui implementazione consentirebbe una maggior consapevolezza sull’importanza di alcune vaccinazioni per l’adulto (come quelle citate) spesso dimenticate anche a causa del battage mediatico su quelle obbligatorie per l’infanzia. In primis un serrato impegno culturale e formativo sugli operatori sanitari. Se da un lato anche in FVG, come altre Regioni italiane, sia pronto in uscita un disegno di legge dedicato all’obbligo vaccinale degli operatori sanitari, rimane ancora un po’ di strada da fare per favorire una maggior pervasività di un linguaggio (e di una cultura) comune sul fronte delle vaccinazioni. È il caso, per esempio, delle donne in gravidanza che potrebbero trovare utili informazioni e forte sensibilizzazione sia nei corsi di preparazione al parto sia negli studi medici dei ginecologi che oltre a consigliare con maggiore fermezza e convinzione la vaccinazione per la protezione della mamma e del feto financo, almeno nelle strutture pubbliche, essere coinvolti nel vaccinare in prima persona.
Alla Regione è stato chiesto di compiere uno sforzo maggiore per la formazione degli operatori sanitari investendovi risorse, anche economiche, per non demandare una maggiore conoscenza del calendario vaccinale e una maggiore consapevolezza anche culturale sull’importanza delle vaccinazioni, alla semplice emanazione di circolari o avvisi. Avanzando anche l’ipotesi di indicare sull’argomento precisi obiettivi aziendali da declinare nelle azioni personali di ciascun professionista.
Altro fronte su cui intervenire è quello informatico. Sebbene la Regione Autonoma del Fvg goda di un sistema informativo sostanzialmente efficace ed efficiente, il mondo delle vaccinazioni non è ancora alla portata di tutti gli operatori. Anche in questo caso, come in altre regione, il Pronto Soccorso diventa elemento paradigmatico delle difficoltà per i sanitari di accedere (per consultazioni o per inserimenti) ad informazioni sul paziente, accessibili magari ai Dipartimenti di prevenzione, sulla vaccinazione antitetanica.
Non meno importante potrebbe essere il ruolo della Regione per l’avviso ai cittadini in caso di richiami decennali. Come per la scadenza di una polizza assicurativa, la regione potrebbe inviare anche un semplice sms o email al cittadino avvisandolo dell’approssimarsi della scadenza. Bisognerebbe tuttavia, in questo caso come in altri, poter partire da una sorta di “anno zero” in cui riuscire a trascrivere nei sistemi informatici tutti i dati ancora disponibili, soprattutto per gli adulti, solo su supporti cartacei. Un aiuto in tal senso potrebbe venire dalla medicina generale che ha offerto la propria disponibilità per le vaccinazioni degli adulti a seguito dei richiami decennali aggiornando al contempo l’anagrafe vaccinale anche con questi importanti elementi.
Dal medico di famiglia al ginecologo, dal direttore di distretto al direttore sanitario, dall’ospedaliero allo specialista ambulatoriale, dall’infettivologo al pediatra di libera scelta, tutte le figure protagoniste dell’incontro hanno infine condiviso (ed esortato la Regione in tal senso) la necessità di una maggiore attenzione alla comunicazione al cittadino. Sia in termini di linguaggio utilizzato, che deve essere assolutamente univoco, più “friendly” e soprattutto più semplice, sia in termini di media utilizzati. Più manifesti, più locandine, più depliant ma anche più coraggio e incisività nell’utilizzare strumenti di comunicazione come i social media avvalendosi, quando necessario, di esperti in comunicazione multimediale.
Se da un lato è stato infatti constatato che laddove la vaccinazione diventa “di prossimità” le coperture aumentano, lo stesso può dirsi della comunicazione che, se condivisa sui social o comunque attraverso i canali più vicini al cittadini, aumenta sensibilmente la propria efficacia.
13 novembre 2019
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