I primi mille giorni di vita di un essere umano sono un periodo di importanza strategica che pone le basi per lo sviluppo e la salute dell’intero arco della vita. Prendersene cura è uno dei principali obiettivi delle ostetriche che lavorano presso la “Casa della Salute della Donna, dell’Infanzia e dell’Adolescenza”, appena inaugurata nel complesso di Asugi, all’interno del Parco Basaglia di Gorizia.
“Si tratta di una realtà unica e innovativa sul territorio nazionale – commenta la Presidente della Fnopo, la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica, Silvia Vaccari, in occasione dell’inaugurazione della nuova struttura – . In questo luogo le donne possono trovare assistenza durante l’intero arco della propria vita: dalla tutela del benessere riproduttivo delle giovani generazioni, alle coppie che desiderano mettere al mondo un figlio, fino alle cure della gravidanza fisiologica, del periodo perinatale e dell’infanzia”, aggiunge la Presidente Vaccari.
“Conoscere i principali fattori di rischio per la salute e quelli protettivi nei primi mille giorni di vita, che vanno all’incirca dal concepimento al secondo anno di età del bambino, può cambiare radicalmente le prospettive di salute dei propri figli, non solo da piccoli, ma anche da adulti”, assicura Roberta Giornelli, Vicepresidente OPO (Ordine Professione Ostetrica) Trieste-Gorizia e responsabile delle ostetriche di Asugi impiegate nella nuova struttura.
Gli effetti che derivano dall’esposizione ad alcuni fattori ambientali, come sostanze inquinanti, ma anche ambienti di crescita avversi ad una buona educazione, così come dimostrato da numerose evidenze scientifiche, si possono manifestare pure molto avanti nel tempo, sia sotto forma di vere e proprie patologie che di comportamenti sociali disfuzionali. “Per questo - aggiunge la dottoressa Giornelli - l’attenzione verso queste tematiche deve essere alta”.
Gli interni della struttura sono stati progettati per far sentire donne, bambini e intere famiglie a proprio agio come se fossero a casa e non in un luogo di cura. “Non solo studi che fungono da ambulatori, ma una palestra, il percorso benessere, una piscina dedicata anche ai piccoli appena nati per esperienze in acqua con i propri genitori, in primis i papà”, racconta Pina Verardi, Presidente OPO Trieste-Gorizia.
L’edificio si sviluppa su due piani: un piano terra di oltre 300 metri quadri ed un altro interrato di metratura quasi doppia. La nascita della Casa della Salute della Donna, dell’Infanzia e dell’Adolescenza è per le ostetriche del territorio una vera e propria rivalsa: “Esattamente 10 anni fa, in questo stesso luogo, veniva chiuso il Punto nascita del territorio, in virtù di un norma che prevedeva la cessazione di ogni attività di quei luoghi in cui il numero di parti era inferiore ai 500 ogni anno”, ricorda la Presidente OPO Trieste-Gorizia, Pina Verardi.
La Struttura è dunque un ‘nodo’ della più ampia rete di offerta di servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali e, al tempo stesso, è parte integrante dei luoghi di vita della comunità locale. Questo progetto, offrendo un approccio integrato ospedale-territorio, si inserisce nell’ambito delle iniziative pensate per la promozione della normativa nazionale (Accordo Stato Regioni 16/12/2010), regionale (DGR n.723/2018).
“Nella struttura, infatti, viene applicato il ‘Midwifery-led continuity of care’, il modello organizzativo di continuità assistenziale che favorisce la rotazione delle risorse nei servizi territoriali ed ospedalieri e che prevede la centralità del ruolo delle ostetriche. Il nostro lavoro, ovviamente - spiega la Vicepresidente OPO Trieste Gorizia -, si integra con quelli di numerosi altri professionisti coinvolti: ginecologi, psicologi, assistenti sociali, pediatri ospedalieri, pediatri di libera scelta, medici di medicina generale e con tutte le Strutture del territorio e ospedaliere”.
Per la Presidente Silvia Vaccari, la “Casa della Salute della Donna, dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Gorizia è, dunque, un esempio di eccellenza che, come tale – conclude -, dovrebbe essere replicato in ogni Regione, se non addirittura in ogni città d’Italia”.