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ASU GI. Dimezza i distretti e toglie le strutture semplici

Con il nuovo atto aziendale ridotti da quattro a due i distretti. Contestualmente viene soppresso anche il servizio infermieristico distrettuale. Questo significa che per quegli infermieri con master di I e II livello che prima potevano ambire a diventare infermieri gestionali, o dirigenti di distretto, ora non lo potranno più fare

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“A nulla sono servite le battaglie culturali, politiche, sindacali e professionali che hanno portato l’infermieristica triestina ad essere riconosciuta come modello nazionale e internazionale per lo sviluppo di carriera e la valorizzazione degli operatori che hanno saputo costruire in questi decenni le basi dell’infermieristica di famiglia e comunitaria tanto esortata anche nei contenuti del PNRR”. A dirlo è Flavio Paoletti dirigente infermieristico ed ex presidente Opi di Trieste.

Queste dichiarazioni prendono spunto dall’ultimo atto aziendale dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASU GI), che di fatto riduce a due i quattro distretti esistenti. Questa riduzione, rimarca Paoletti, di un’organizzazione che prima prevedeva per ogni distretto una struttura semplice dipartimentale con la presenza dell’infermiere dirigente con il compito manageriale rivolto a tutte le figure infermieristiche, ostetriche e tecniche, presenti nelle diverse strutture distrettuali, toglie gli attuali dirigenti infermieristici con funzione gestionale relegandoli ad essere dirigenti infermieri di esclusiva natura professionale.

“Tale modello organizzativo (vedi i due organigrammi a confronto, ndr) ha fatto sì che, con il nuovo atto aziendale – spiega Paoletti -, tutta questa organizzazione quasi quindicennale, la figura dell’infermiere manager in ASU GI non sarà più possibile svolgerla, chi vorrà fare questo tipo di lavoro, dovrà migrare in altre regioni: ad esempio, due nostre colleghe della regione Lombardia proprio in questi giorni sono state nominate direttore di distretto. Inoltre la scelta di ASU GI toglie agli infermieri la possibilità di maturare i cinque anni di dirigenza con gestione di personale e risorse, precludendo così l’accesso a futuri incarichi di alta dirigenza come direttore generale, direttore socio-sanitario, direttore di distretto, direttore di dipartimento non professionale, ecc.”. 

Se la carriera verticale dell’infermiere in ASU GI è in parte bloccata, questi hanno comunque la possibilità di accedere a quelli che, in gergo, si chiamano posti contendibili che l’azienda di tanto in tanto bandisce. “Con sorpresa – ribadisce l’ex presidente Opi di Triestei bandi per i posti contendibili, in particolare quello di direttore di distretto, ahimè, prevedono la possibilità di partecipazione esclusivamente agli iscritti all’ordine dei medici, di fatto precludendo l’accesso a tutte le altre professioni. Questo significa che c’è la volontà di escludere completamente la figura dell’infermiere dirigente gestionale, nonostante per anni abbia ricoperto questi ruoli”.

Paoletti, infine, ribadisce che gli infermieri non avranno più la possibilità di poter esercitare tutte le loro competenze gestionali maturate per anni sul campo e rafforzate dai molti percorsi di studio (laurea magistrale di tipo gestionale, master di I e II livello, percorsi extra universitari, ecc) vedendosi così di fatto bloccato il percorso di carriera verticale dell’infermieristica e dell’assistenza.

“Fa male vedere che regrediamo anziché progredire e che a perdere un’opportunità non sono tanto i colleghi che, come me, tra qualche anno andranno in pensione, bensì un elevato numero di professionisti che si sono sempre spesi tanto per la salute dei cittadini anche nei momenti più bui della sanità, come quello della pandemia Covid”, conclude Paoletti.

Endrius Salvalaggio



13 ottobre 2022
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