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Crisi ospedali. Per i sindacati colpa di “una catena di errori da parte di tutti i schieramenti politici”

Chiedono “un cambio di passo”, di "tirare fuori quello che non va nella sanità regionale, ripercorrendo errori, consuetudini e metodi di approccio” e metterli al tavolo di confronto tra istituzioni e organizzazioni sindacali, discussione “oggi inesistente”. Per i sindacati dei dirigenti medici ospedalieri “l’errore più grave è stato proporre alla guida delle istituzioni sanitarie dirigenti i cui curricula, in molti casi, non erano all’altezza della complessità degli incarichi”

30 MAG - Sono ben sei le organizzazioni sindacali dei dirigenti medici ospedalieri che si sono mobilitate in difesa della sanità in Friuli Venezia Giulia - Aaroi-Emac, Anaao-Assomed, Anpo-Ascoti,Fassid, Fpcgil, Fvm - sollevando problemi, criticità e consuetudini “discutibili” da parte della Regione FVG.  “Siamo perennemente ignorati dal vicegovernatore con delega alla salute, Riccardo Riccardi – dichiarano a una sola voce i sindacati – e lo stesso vale anche dal presidente della Regione, Massimiliano Fedriga. Affermiamo questo perché non ci coinvolgono e non ci considerano nelle scelte. Per questo motivo, ci stiamo mobilitando, cercando di far sapere ai cittadini che la sanità nella nostra regione è a rischio”. 

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il rinnovo del protocollo di intesa fra Regione ed Università che, secondo le stesse organizzazioni sindacali, è “ancora più sbilanciato a favore delle Università”. Nella pratica i sindacati segnalano come “il documento fra le due istituzioni non tiene conto adeguatamente, nel suo insieme, delle particolari specifiche legate alle realtà ospedaliere e del territorio, e delle sostanziali differenze tra personale del servizio sanitario ed universitario”.

“Era gennaio quando l’assessore alla salute Riccardi per l’ennesima volta in almeno tre anni ci aveva promesso – ricordano Aaroi-Emac; Anaao-Assomed; Anpo-Ascoti; Fassid; Fpcgil; Fvm - che il protocollo d’intesa ce lo avrebbe fatto vedere in via preliminare prima della sua approvazione ed avremmo potuto contribuire attivamente. Ennesima presa in giro perché alla presentazione, in sua assenza, per noi Oo.Ss. non c’era più spazio di intervento e quindi ancora più di prima ci troviamo con un accordo dove i veri rappresentanti della categoria dei medici, che lavorano nella sanità ospedaliera e territoriale, non vengono nemmeno considerati”. 

Dati non regionali, ma del Ministero della salute, scandiscono i dirigenti medici: “Il FVG risulta essere stato nel periodo Covid la Regione con la più alta mortalità d’Italia”. Nel dettaglio “3 volte la media nazionale, con Trieste maglia nera 8 volte rispetto la media”. 

Quello che hanno chiesto i rappresentanti dei professionisti della salute è che a fronte di questo rapporto ministeriale, urgerebbe nell’interesse di tutti capire quali siano state le ragioni che abbiano contribuito a così tante perdite umane. Di fronte ad una assenza di confronto con le istituzioni regionali, sono gli stessi sindacati a percorrere ciò che secondo un punto divista medico e sindacale siano stati nell’ultimo ventennio gli errori su errori in FVG:

- “la giunta di Riccardo Illy che non ebbe il coraggio, a ridosso delle elezioni, ad istituire la riforma che prevedeva in questa regione tre aziende sanitarie, una per ciascuna area Vasta, in continuità logica con la riforma precedente”;

- “l’abolizione dell’agenzia regionale della sanità da parte della giunta tondo: di fatto il sistema perse il proprio “cervello”, negli anni in cui la complessità delle attività sanitarie aumentava esponenzialmente. Da allora hanno cominciato a venir meno elementi fondamentali per la capacità di analisi, programmazione strategica e gestione del sistema e nessuno ha saputo vicariare quelle attività”;

- “la realizzazione di aziende sanitarie del tutto prive di logica territoriale, da parte della giunta Serracchiani, senza la possibilità di costruzione di un sistema ospedaliero Hub & Spoke, che andava imponendosi come modello necessario per far fronte alla prorompente innovazione della medicina”; 

- “in più, errore nell’errore, la concessione di un potere straordinario alle Università, ribadito dalla giunta Fedriga, ottenuto con un emendamento fatto passare di “nascosto” in una finanziaria, affrancando il FVG dal rispetto della legislazione nazionale sui rapporti università – regione”.

“L’errore più grave” è stato però, per i leader dei sindacati Alberto Peratoner,Valtiero Fregonese, Antonio Maria Miotti, Stefano Smania, Calogero Anzallo e Patrizia Esposito, “proporre alla guida delle istituzioni sanitarie dirigenti i cui curricula, in molti casi, non erano all’altezza della complessità degli incarichi. La Giunta, infatti, pur avendo attivato una procedura di selezione con criteri condivisibili, ha sostituito via via nel tempo alcuni brillanti direttori generali con le migliori professionalità del management sanitario, lasciandoli andare a dirigere strutture sanitarie in altre regioni”.  

“Difficile che una simile catena di sbagli da parte di tutti gli schieramenti politici – ribadiscono i sindacati - non abbiano ora degli effetti devastanti sul SSr. Effetti che si vedono ogni giorno, a cominciare dai percorsi misteriosi e sorprendenti che caratterizzano la produzione degli atti aziendali, tutti recentemente bocciati per essere poi incredibilmente annunciati come approvati, ma che si leggono anche nei rapporti di diversi istituti di analisi e ricerca, nei rapporti del Piano nazionale esiti di AGENAS e, forse, anche nei dati di mortalità per Covid”.

“Difficile porre rimedio nel breve periodo. Sicuramente rivedere profondamente i rapporti con l’università, ripristinando i ruoli di ciascuno e programmare una selezione delle direzioni generali con diversi criteri per il futuro, sono le due questioni più urgenti che qualsiasi giunta dovrà affrontare nei prossimi anni. Per quanto riguarda i rapporti con l’università, è indispensabile anche poter disporre di analisi relative alla performance delle strutture cliniche in rapporto al numero di studenti e specializzandi, ed al loro utilizzo in ambito operativo. Risulta tuttavia automatico un certo pessimismo per il futuro, data l’esperienza di un progressivo minor coinvolgimento delle associazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria nella programmazione, con i risultati appena citati, fino alla recente totale loro scandalosa esclusione dall’importante percorso che ha portato all’approvazione del protocollo d’intesa regione università”, concludono Aaroi-Emac; Anaao-Assomed; Anpo-Ascoti; Fassid; Fpcgil; Fvm.

Endrius Salvalaggio

30 maggio 2022
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