Consulcesi: “Rischio ritorno alle aggressioni ai Camici Bianchi”
Tortorella: “In quest’emergenza sanitaria senza precedenti, a pagare le spese sono stati soprattutto i Medici e gli Operatori sanitari, che hanno svolto il loro lavoro senza sosta hanno affrontato con coraggio la situazione, in molti anche a costo della vita. Ora non vanno sottovalutate le devastanti conseguenze psicologiche, e non solo, di questa situazione, nell’immediato e nel futuro”
12 MAG - “C’è il rischio del ritorno di aggressioni a Medici e Infermieri con la riapertura delle attività ambulatoriali e mediche: il personale sanitario è allo stremo delle forze e le persone sono spaventate e arrabbiate, questo potrebbe far riesplodere il fenomeno”. Ne parla Massimo Tortorella, Presidente del Network ‘Consulcesi’ commentando il disegno di Legge ‘anti-violenza in corsia’, il cui esame è iniziato oggi alla Camera, in seconda lettura, dopo l’ok del Senato lo scorso settembre. “Un fenomeno, quello delle aggressioni in corsia, con numeri preoccupanti prima della crisi e che durante la pandemia ha visto uno stop temporaneo”, dice.
Il Dl prevede carcere fino a 16 anni per chi aggredisce Medici, Operatori sanitari, Socio-sanitari o incaricati di pubblico servizio nell’esercizio di attività di cura, assistenza sanitaria e soccorso; sanzioni amministrative da 500 a 5mila euro; procedibilità d’ufficio e obbligo per le aziende sanitarie di costituirsi parte civile nei processi. E ancora: protocolli operativi con le forze di polizia per garantire interventi tempestivi, e l’istituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie.
“In quest’emergenza sanitaria senza precedenti, a pagare le spese sono stati soprattutto i Medici e gli Operatori sanitari, che hanno svolto il loro lavoro senza sosta hanno affrontato con coraggio la situazione, in molti anche a costo della vita. Ora non vanno sottovalutate le devastanti conseguenze psicologiche, e non solo, di questa situazione, nell’immediato e nel futuro. D’altro lato, i cittadini sono economicamente e psicologicamente più fragili e a maggior rischio di incanalare in rabbia la frustrazione”.
E conclude: “Le carenze delle strutture sanitarie, le liste d’attesa, i turni massacranti erano tra le cause scatenanti del fenomeno, ora tutto questo potrebbe peggiorare”.
12 maggio 2020
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