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Politici e amministratori troppo spesso distanti dalla realtà

01 OTT - Gentile Direttore,
partito da Biella il 3 settembre a bordo di un camper, arriva a Reggio Emilia il tour nazionale #AdessoBasta di Fimmg, che in 30 giorni toccherà 15 città percorrendo 1800 chilometri per ascoltare leesigenze dei cittadini e poter avanzare al nuovo Governo richieste che tengano in considerazione i reali bisogni socio-sanitari della popolazione (il 2 ottobre 2019 sarà dalle 9.00 alle 13.00 a Villa Minozzo in Piazza della Pace e dalle 15.00 alle 18.00 a Castelnovo ne' Monti in Piazza Peretti).

Il tour tocca i Comuni più piccoli perché è in questi territori che occorre portare nei nostri studi le nuove tecnologie che permettano al medico di medicina generale di rispondere meglio alle necessità dei propri assistiti.

Le discussioni dei politici e degli amministratori sulla sanità sono troppo spesso distanti dalla realtà e dai bisogni dei cittadini e non tengono in alcuna considerazione la medicina del territorio.

Ricordiamo a tutti che in Italia ci sono 5.498 Comuni sotto i 5.000 abitanti, che rappresentano il 69,47% del numero totale dei comuni italiani, dove vivono circa 10 milioni di cittadini ai quali va offerto, considerando una maggiore distanza dall’assistenza del secondo livello specialistico, un servizio di cure primarie competitivo ed efficiente, partendo dalle unità elementari che noi chiamiamo micro-équipe, che possono migliorare anche l’efficienza del SSN , diventando il mattone costituente di forme più complesse di cure primarie.

Lo scenario che si stenta a far comprendere è quello di un paese nel quale si registra un rapido e costante invecchiamento della popolazione, con l’esigenza di offrire risposte adeguate sul tema delle cronicità quali la prossimità e la domiciliarità.

Il medico di famiglia è il principale riferimento per i problemi di salute dei cittadini, soprattutto di quelli anziani e cronici, e la medicina territoriale sta assistendo il 98% della popolazione per 363 giorni all’anno statistici con assegnato solo il 6% delle risorse : poiché si sono diminuiti i posti letto e gli ospedali sono solo per degenze brevi e per acuti, mentre la popolazione anziana e cronica in continuo aumento è tutta a carico del territorio, è necessario riequilibrare le risorse fra ospedale e territorio, investendo sulle cure primarie anche intermedie e sui medici di famiglia per salvare la tenuta del S.S.N.

E’ davvero incredibile constatare come ancora , mentre il medico di famiglia, senza la cui azione di filtro la spesa sanitaria esploderebbe in tempi brevissimi, è controllato alla goccia ed alla compressa da parte delle Ausl circa l’appropriatezza, la maggior parte degli sprechi avvengano a livello dell’organizzazione e negli ospedali, senza che mai si adottino provvedimenti contenitivi veramente efficaci per procedere anche ad un adeguato riequilibrio delle limitate risorse disponibili. A tantissimi medici manca ancora il supporto di altre figure professionali come l’infermiere di studio : perchè in Catalogna e Gran Bretagna ogni Medico i famiglia ha a disposizione direttamente due-tre infermieri, mentre in Italia, anche a Reggio Emilia, la proporzione è di circa un infermiere ogni dieci medici ?

Per prendersi cura dei pazienti ed offrire loro un’assistenza migliore il Medico di Famiglia ha necessità urgente di essere supportato con agevolazioni per le strutture, facilitazioni per dotarsi di Infermieri, Personale amministrativo, Operatori Socio Assistenziale e Terapisti della Riabilitazione.

Le proposte portate avanti dalla FIMMG per sviluppare e migliorare l’organizzazione dell’assistenza sul territorio sono state sino ad ora scarsamente prese in considerazione dai politici.

E’ in questo contesto che la FIMMG Nazionale ha scelto di dare vita ad un’iniziativa senza precedenti, un tour legato ad un hashtag molto chiaro: #adessoBasta.

Se in piazza ci affiancassero gli Amministratori locali insieme ai loro Cittadini, cui illustrare la situazione drammatica della medicina territoriale, questo tour risulterebbe quasi una petizione popolare, senza colori politici, per migliorare la tutela della salute, l’SSN e l’SSR, che chiunque sia al governo o all’opposizione
dovrà tenere in debita considerazione, quando si metterà mano alla legge finanziaria.

I Medici di famiglia hanno un contratto di lavoro scaduto da oltre dieci anni, con grosse difficoltà economiche a far fronte ai costi crescenti di esercizio, i cui contenuti devono anche essere profondamente cambiati per poter offrire un servizio sanitario ad accesso diretto e gratuito e soddisfare meglio i bisogni di salute dei cittadini loro assistiti a livello di prossimità, ma il contratto di lavoro per i medici non basta.

In Emilia Romagna, oltre a rendere le Case della salute davvero operative a livello interprofessionale come poli socio-assistenziali territoriali h 12-24 di vero riferimento per la popolazione, serve anche che sia garantito ai medici di dotarsi liberamente di strumenti informatici gestionali veramente professionali, che girino in rete e con dati sempre disponibili, diversamente dalla Cartella SOLE, facendo così anche risparmiare le enormi ed inefficaci spese collegate al Progetto SOLE, di cui tutti i Comuni, attraverso Lepida, sono azionisti e, quindi, responsabili.

Essenziale è anche che i Medici di Famiglia possano essere collegati da subito in rete informatica con gli ospedali ed i laboratori delle AUSL per cui lavorano, dato che hanno, oltretutto, il consenso dei loro assistiti, cessando, per improprie interpretazioni del GDPR sulla privacy, di vietare loro , unici medici assieme ai pediatri di famiglia assurdamente a non esserlo, di essere collegati ai repository aziendali, perché così non solo si avrebbero grosse economia di scala con il non dover approntare tanti nuovi software per i PDTA della cronicità e l’evitare inutili ripetizioni di esami ed accertamenti già eseguiti in ospedale o sul territorio, facendo crollare le liste di attesa ed evitando ai cittadini di dover ricorrere per oltre il 40% delle volte al privato, ma si diminuirebbe anche l’inquinamento per minori spostamenti di cittadini ed ammalati e si salverebbero di certo anche molte più vite umane.

I cittadini hanno poi soprattutto bisogno di una politica che investa davvero , per la prima volta dopo il 1978 , nella Medicina di Famiglia, con provvedimenti specifici e finalizzati sia sul FSN a livello del territorio, che va rimodellato e meglio allocato, evitando gli sprechi palesi attuali, ma anche in legge finanziaria, attraverso altri capitoli di spesa, come quelli sull’occupazione e sullo sviluppo tecnologico, affinchè strumenti di decontribuzione e defiscalizzazione mettano in condizione i Medici di Famiglia di utilizzare al meglio le loro società anche cooperative di servizio, di acquisire strutture, personale e quanto necessario per lavorare in microteam territoriali ed offrire una serie di servizi o semplici esami, come un elettrocardiogramma, una spirometria o una glicemia, come pure di accedere a tutta la tecnologia di telemedicina disponibile che renderebbero gli studi dei medici di famiglia competitivi rispetto alla corsa
all’ospedale per codici bianchi e verdi atraumatici, liberando così anche i Pronto Soccorso.

Per tutto questo, continueremo a essere nelle piazze a ripeterlo ai cittadini, affinchè i loro rappresentanti politici recepiscano la necessità urgente di cambiare ed adeguare i servizi sanitari nazionale e regionale secondo le attuali esigenze sanitarie della popolazione, riallocando anche le risorse fra ospedale e territorio secondo veri metodi manageriali e non più in base alle solite allocazioni di budget fondate su spese storiche e tanti servizi obsoleti da riconvertire o cambiare.

Dott. Euro Grassi
Segretario Generale Provinciale FIMMG Reggio Emilia


01 ottobre 2019
© Riproduzione riservata

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